La Gazzetta dello Sport - Cagliari

Pogacar «ATTENTO AL GIRO»

PARLA SARONNI «TADEJ È UNICO MA OCCHIO ALLE IMBOSCATE» L’iridato ‘82 che lo portò tra i pro’ mette in guardia il favorito della corsa rosa: «È un vero fenomeno, però dovrà essere vigile sin dall’inizio»

- Di Paolo Marabini © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Lui sì che lo conosce bene. Correva il 2018. E Giuseppe Saronni, allora generale manager dell’UAE Team Emirates, andò a seguire una tappa del Giro del Friuli per under 23. «Fu Fabrizio Bontempi (ai tempi uno dei direttori sportivi del team, ndr) a tirarmi quasi per i capelli pur di andare a vedere Tadej Pogacar ricorda l’iridato di Goodwood ‘82 e due volte re del Giro -. E mi viene ancora da sorridere, perché Fabrizio era un po’ che mi faceva una testa così su Tadej. Glielo aveva segnalato Andrej Hauptmann, c.t. della Nazionale slovena che era stato anche un mio corridore alla Lampre».

▶Come

«Un giorno Bontempi venne nella sede della società e rilanciò di nuovo il discorso. Io mi ero alzato col piede sbagliato e gli risposi forse un po’ bruscament­e: “Fabrizio, sei ancora qui a propormi ‘sti ragazzi sloveni?”. “Beppe, Hauptman continua a parlarmi di questo Tadej, dice

mai sorride?

che è un fenomeno” replicò lui. In realtà, noi dalla Slovenia avevamo sempre pescato bene: Stangelj, Spilak, Durasek, Polanc, Valjavec, Mohoric... Comunque lo accontenta­i».

▶E

«Rimasi davvero impression­ato da quel corridore con la faccia da bambino. Nella tappa decisiva fece un’azione stupefacen­te sull’ultima salita, con una facilità, una leggerezza... Sembrava quasi che non facesse fatica, che giocasse si pedali. Con questo non voglio mancare di rispetto ai suoi avversari, sia chiaro. Ma il suo modo di correre mi stregò».

che cosa vide in Friuli? ▶Tadej la convinse subito? Oppure andò a vederlo altre volte?

«A me bastò quel giorno. Dopodiché mi fidavo molto dei miei collaborat­ori e nella fattispeci­e di Fabrizio, che aveva sempre molto fiuto con i giovani. Così gli feci firmare il primo contratto. Nemmeno per il team. Era una scrittura privata, per dirvi di quanta fiducia riponessi in quel ragazzo».

▶Oggi Pogacar, che si appresta a disputare da grande favorito il primo Giro d’Italia con l’intento di realizzare poi la doppietta col Tour, è il numero uno al mondo. L’avrebbe detto?

«Ero certo che avrebbe sfondato. Di sicuro, però, da qui a dire che di lì a soli due anni avrebbe vinto il Tour de France, e poi lo avrebbe conquistat­o anche l’anno dopo, ce ne corre. Quello non lo avrei creduto possibile».

▶A

qualcuno, lei compreso, ricorda Merckx.

«E sono stato anche criticato... Ma, se è per questo, lo stesso Eddy ha dichiarato che Tadej è il Merckx di questa generazion­e. Comunque, premesso che non mi sono mai piaciuti i confronti tra campioni di epoche diverse, perché sono improponib­ili, vorrei spiegarmi meglio. Eddy era un fenomeno capace di vincere su ogni terreno. E Tadej, a sua volta, è uno che può vincere dappertutt­o, a parte le volate di gruppo. Io, dopo Merckx, uno così completo non l’avevo mai visto. Corse a tappe o grandi classiche, salita, volate ristrette, pavé... Trovatemi una corsa nella quale non possa essere protagonis­ta e che non possa conquistar­e. Ecco perché dico che è il Merckx dei giorni nostri. Uno così non c’è. A parte il talento, ha pure la testa del vincente, non lo spaventa nulla, ama le sfide e dare spettacolo. È meraviglio­so».

Il primo incontro Saronni andò a vederlo una volta e non ebbe dubbi: «Quel giorno mi impression­ò»

▶È opinione diffusa dire che la maglia rosa a Roma la può fallire solo lui...

Per batterlo i rivali devono sparare il colpo giusto al momento giusto

Dopo Merckx mai visto uno capace di vincere dappertutt­o come lui

sia il grande favorito lo dicono tutti, naturalmen­te. Dopodiché, una corsa di tre settimane ha mille insidie. Soprattutt­o i primi giorni - lo dico sempre sono i più pericolosi, per tanti motivi. Lì Tadej dovrà stare molto attento. Gli organizzat­ori, peraltro, sono stati bravi a mettere un po’ di difficoltà già nelle prime tappe, così da fare subito selezione e diminuire certi rischi».

▶Tadej in rosa già domenica a Oropa, quindi?

«Molto facile. Tadej ci proverà di sicuro, non si nasconderà».

se fosse addirittur­a in rosa sabato a Torino? C’è terreno per lui anche nella prima tappa.

«Perché no... Da uno come Pogacar devi aspettarti sempre di tutto. Lui non è il tipo che fa troppi calcoli».

Nel caso, potrebbe poi imitare il Bugno del Giro ‘90: in rosa dall’inizio alla fine...

«Anche questo gli può riuscire. Ma io, in quel caso, lo inviterei a usare più prudenza, a essere più ragioniere. Non è semplice controllar­e una corsa per tre settimane. Per lui e per la squadra».

Anche pensando al Tour e alla doppietta che ha in animo.

«Sì. Tra l’altro spero che Vingegaard riesca a recuperare e sia al via. Mi dicono che sia una possibilit­à non così campata in aria. Sarebbe un duello bellissimo, un grande spot per il ciclismo. E penso che anche a Tadej convenga la presenza di Vingegaard. Lui e la sua squadra non avrebbero addosso tutto il peso del Tour».

Pensa che Tadej quest’anno cercherà pure di imitare il Roche dell’87: Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno?

«È un en plein difficilis­simo. Ma se c’è un corridore in grado di fare la tripletta quello è lui».

▶Come

«Bisogna sparare una cartuccia. Una sola, ma al momento giusto. Capire se c’è una situazione propizia o di difficoltà ed eventualme­nte attaccarlo senza troppi calcoli, a rischio di saltare. Altrimenti si fa il suo gioco».

si batte Tadej al Giro? Quali sono gli avversari da cui dovrà guardarsi?

«Non saprei. Mi sarebbe piaciuto vedere Van Aert al via, lui avrebbe avuto gambe, fantasia e coraggio per provare far saltare il banco. Peccato non ci sia».

l’Italia?

«Non vedo un italiano da classi«Che fica, perciò dico che i nostri devono puntare alle tappe e non sprecare energie per la generale. Mi aspetto buone cose in volata da Milan, per esempio: alla Tirreno-Adriatico m’è piaciuto. Sono curioso di vedere Ganna, non solo a crono. Tiberi? Non creiamo troppe aspettativ­e, nè attorno a lui nè per altri: si rischia l’effetto boomerang. In ogni caso mi sento di dire ai nostri una cosa».

▶Dica...

«Questo Giro vi offre una grande occasione per mettervi in mostra. Non lasciateve­la sfuggire. Bisogna solo avere un po’ di coraggio, di voglia di rischiare».

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2 Dominio incontrast­ato alla Vuelta Catalunya: 4 tappe più la classifica
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3 Il bis alla LiegiBasto­gne-Liegi, già sua nel 2021: 35 km di fuga solitaria
LAPRESSE I trionfi del 2024 1 Tadej Pogacar esulta a Siena dopo l’assolo di 81 km alla Strade Bianche LAPRESSE 2 Dominio incontrast­ato alla Vuelta Catalunya: 4 tappe più la classifica EPA 3 Il bis alla LiegiBasto­gne-Liegi, già sua nel 2021: 35 km di fuga solitaria
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con un giovanissi­mo Tadej Pogacar al passaggio tra i profession­isti
nel 2019
Da campione a campione Giuseppe Saronni, 66 anni, con un giovanissi­mo Tadej Pogacar al passaggio tra i profession­isti nel 2019

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