La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Parthenope a Cannes: Sorrentino tra miti e mistero
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Paolo Sorrentino è un’habitué della Croisette. Su dieci film girati, ben otto hanno concorso al Festival di Cannes. Quest’anno tocca a Parthenope. Un film dai tratti felliniani e onirici che racconta, attraverso la storia di una ragazza prima e di una donna poi, le varie anime di Napoli: i suoi miti, i misteri, le bellezze, le contraddizioni e gli eccessi. Sorrentino osserva la città per lo più dal mare, dove nasce come una sirena Parthenope, interpretata dalla promettente Celeste Dalla Porta e da Stefania Sandrelli. Nel 1950 comincia la sua avventura e si protrae fino al 2023: incontra il primo amore,
Sandrino, il professore di antropologia (Silvio Orlando) e personaggi eccentrici come Flora Malva (Isabella Ferrari), Greta Cool (Luisa Ranieri) e lo scrittore depresso John Cheever (Gary Oldman). «Parthenope nasce dal desiderio di misurarsi con i misteri di una donna che coincidono con le varie anime di Napoli — spiega il regista — anime legate alla ricerca della libertà, all’assenza di giudizio, al desiderio, al dolore, agli amori mancati e alla solitudine, figlia della libertà. Il film racconta anche la capacità di una donna di essere spontanea, senza dover temere le conseguenze. Oggi sarebbero più pesanti di allora». Nel lungo viaggio della protagonista, la giovinezza cede il passo all’età
adulta. «Non c’è malinconia o nostalgia nel film —continua — c’è semplicemente lo scorrere del tempo. Durante la giovinezza si è spensierati, ci si abbandona, si ha a che fare con i sogni e i desideri. Da adulti subentra la fase etica. Si diventa responsabili, magari sen
za piacerci. Rimane un’unica possibilità: cercare di stupirsi ancora una volta». Sorrentino cerca di farlo ad ogni film. Cerca di sedurre, proprio come la giovane Parthenope, lui però lo fa attraverso immagini visionarie. «Un film di Paolo lo riconosci subito, anche da una sola inquadratura — interviene Gary Oldman —: è uno dei migliori registi viventi. I suoi lavori sono sempre sorprendenti, ricchi di bellezza, humour, poesia, personaggi straordinari e difettosi». Proprio come l’autore che interpreta, Cheever: «Ho abusato anche io di alcol e attraversato momenti difficili di autodistruzione confessa l’attore premio Oscar -. Non ho dovuto documentarmi per interpretare John. Ho agito d’istinto». La giovane Dalla Porta, che esordisce con Sorrentino, ha invece seguito il vento della libertà: «Spirito che coincide con quello di Parthenope: piuttosto di rinunciare all’indipendenza, sbaglia e rimane sola».