La Gazzetta dello Sport - Cagliari
Nel cuore del Giro E IL FENOMENO POGACAR «UN GRANDE CAMPIONE CHE ENTUSIASMA LA GENTE»
Il presidente di Rcs entusiasta della maglia rosa: «Trascina il pubblico che ha il desiderio di vederlo in azione» CAIRO
Sul percorso è entrato a Fiera di Primiero, salendo sull’auto del direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni: Urbano Cairo ha vissuto così da vicinissimo gli ultimi 69 chilometri della 17a tappa, una di quelle con il percorso più affascinante che in partenza ha anche affrontato la nuova Cima Coppi di questa edizione, il Passo Sella (2244 metri). «Ero proprio dietro a Georg Steinhauser mentre faceva, come dire, il suo sforzo maggiore - dice il presidente e amministratore delegato di Rcs Mediagroup, che dopo le premiazioni ha scambiato qualche parola con Alberto Contador -. Ha fatto una grande gara, è stato in fuga per tanti chilometri, non ha mai avuto problemi o crisi. Un successo importantissimo, da parte di un giovane davvero bravo».
Tadej Il suo è una specie di Giro a cronometro E punta alle sei vittorie di Eddy nel 1973
Distacchi Sui rivali ha un vantaggio che ricorda quello del Giro 1965: Adorni vinse con 11’
▶Alle sue spalle è arrivato secondo Tadej Pogacar, che su chi lo segue in classifica generale ha guadagnato ancora...
«Ormai il suo è una specie di Giro d’Italia ‘a cronometro’. Corre contro gli altri, certo, ma a questo punto gareggia pure contro se stesso per cercare di eguagliare Merckx. Il belga di Giri d’Italia ne ha conquistati cinque (record condiviso con Alfredo Binda e Fausto Coppi, ndr) e in quello del 1973, nel quale fu al comando dal primo all’ultimo giorno, di tappe ne vinse sei. Pogacar è a cinque... Senza dimenticare il distacco molto ampio che ha sui rivali, che comincia a ricordare addirittura quello del Giro 1965, dominato da Vittorio Adorni con più di 11 minuti alla fine sul secondo, Italo Zilioli».
▶Da
un po’ di tempo si fanno dei paragoni tra Merckx e Pogacar. Che cosa pensa di Tadej?
«Sta facendo un grande Giro, c’è un entusiasmo incredibile perché la gente ha il desiderio di vedere in azione un campione del suo calibro. Come quando si ha voglia di essere presenti nel momento in cui si sta compiendo una impresa. Attorno a lui c’è un fenomeno di attenzione di questo tipo, di esaltazione».
▶In effetti, al debutto, lo sloveno sta onorando la corsa rosa come meglio non potrebbe. Non si risparmia anche se potrebbe farlo visto il vantaggio che ha, dando spettacolo. «Certo, è così. I rivali sono molto lontani in classifica, gli obiettivi sono battere se stesso e battere dei record. Merckx, Adorni, e magari anche altri».
▶C’è
l’impressione che questo sia il Giro d’Italia attorno al quale ci sia più passione della storia recente, con tanto coinvolgimento sia sulle strade che davanti al televisore. È d’accordo?
«Sì, io sto vedendo davvero persone totalmente appassionate, quasi esaltate, sempre per quel motivo al quale facevo riferimento prima. Cioè, la partecipazione diretta alla grande impresa di un grande campione. Questo è, in qualche modo, coinvolgente per tutti, ed è la spiegazione di un entusiasmo talmente diffuso». E ieri Tadej, per restare in tema, al traguardo ha regalato gli occhiali a un bambino che quasi si è messo a piangere per la gioia.
▶Non stanno mancando neppure i buoni segnali dagli italiani, spesso anche giovani o molto
giovani. Chi l’ha colpita in modo particolare?
«L’Italia c’è, e mi fa molto piacere. Filippo Ganna ha colto un meritatissimo successo a cronometro. Quanto a Jonathan Milan, benissimo: l’anno scorso, al debutto, una tappa e la maglia ciclamino. Adesso è già a quota tre, vuol dire che è in decisa crescita e potrebbe vincere ancora. Antonio Tiberi e Giulio Pellizzari ci fanno ben sperare. Tiberi è quinto in classifica e in un Giro del genere... Pogacar a parte, non è troppo lontano da tutti gli altri. Sta facendo molto bene, credo che abbia davvero un grande potenziale, un grande avvenire».
▶Domenica
il Giro si concluderà a Roma, per la seconda volta consecutiva: non era mai successo, dal 1909. Un segnale forte di un legame importante con la Capitale?
«Sicuramente sì. Roma è in un momento molto attraente, è visitata più che mai da tantissimi turisti. Il gran finale del Giro a Roma ha un sapore speciale. Ci sono degli arrivi straordinari. Nel 2023 ai Fori Imperiali, e quello di quest’anno sarà ugualmente molto affascinante. Una bella conferma».
In corsa Il presidente di Rcs ieri sull’ammiraglia «Bene gli italiani da Ganna a Milan, e Tiberi fa sperare»