La Gazzetta dello Sport - Lombardia
La vittoria non basta Jacobs col freno A Rieti solo 10”12 «Devo gareggiare»
n urlo strozzato in gola: mai un campionato italiano ha proposto nella stessa finale tre ori olimpici. Succede a Rieti 2022: al Guidobaldi, in una giornata infuocata, l’entusiasmo è alle stelle. Sui blocchi dei 100, poco prima del tramonto, si schierano Marcell Jacobs, Filippo Tortu e Lollo Patta, trequarti della 4x100 d’oro a Tokyo. La pista sabina, teatro di otto record del mondo, è tradizionalmente molto veloce: si attendono fuochi d’artificio. Superfluo dire che il grande atteso è Jacobs: manca alle gare da 38 giorni, trascorsi a curare il bicipite femorale sinistro acciaccato. Va a caccia del pokerissimo, del quinto titolo consecutivo sulla distanza. Già dopo la batteria, però, l’ambiente si raffredda. L’urlo, appunto, resta in gola. Il poliziotto bresciano
Unon fa meglio di 10”17 (+0.3). Con Tortu, nella corsia al fianco, a 10”26. Trascorre poco più di un’ora. Marcell cresce a 10”12 e pure – per l’unica volta nella giornata – con un bel po’ di vento contro. Ma insomma... Come sempre, quando c’è il “nuovo” Jacobs, l’asticella sale molto alta. Allora, perché negarlo? Resta un po’ di amaro in bocca. Chi avrebbe immaginato che il campione olimpico potesse venir impegnato da Chituru Ali? Il giovano comasco lo francobolla quasi fino al termine e chiude in 10”16, davanti a un Tortu a sua volta poco reattivo (10”24). Poi Patta con 10”28, quindi Polanco con 10”32.
L’analisi
Le due volate di Jacobs hanno uno sviluppo simile. E, a essere onesti, non fanno pensare molto in positivo in vista dei Mondiali di metà luglio. Soprattutto considerando quanto forte vadano gli specialisti statunitensi guidati da uno scatenato Fred Kerley. Il lungo stop, del resto, non poteva non lasciare ruggine nei meccanismi dell’allievo di Paolo Camossi. Marcell, dopo una buona reazione allo sparo, fatica a mettersi in moto e nemmeno il lanciato è quello dei giorni migliori. L’azione è un po’ legnosa, macchinosa, frenata, come mancasse di agilità. Ed è priva della solita eleganza. Il compasso si allarga a fatica, incatenato forse dal timore di nuovi problemi. La “macchina”, insomma, non è libera
Cercavo l’assetto migliore, l’ho trovato in parte. Il vento non aiutava
Ai Trials Usa si va sempre forte, a Eugene vedrò di arrivare pronto
3Quale?
«Che il caldo abbia un effetto ‘frenante’, che dunque la gara non venga dura da troppo presto. Il circuito finale lo vedrò in gara, Nizzolo mi ha detto che l’ultimo strappo (-5,5 chilometri dalla fine, ndr) ha 600 metri parecchio duri e poi non spiana subito».
3Fare bene qui avrebbe un significato importante anche in chiave azzurra?
«L’Europeo di Monaco di Baviera, il 14 agosto, è centrale in questa fase della mia stagione. Ma, per poter avere un ruolo da capitano, dovrei dimostrare di poter vincere in una delle corse importanti
anche Urbano Cairo, presidente di Rcs Mediagroup. «Innanzitutto dico che questo ippodromo è spettacolare: sarebbe bello fosse più attivo, più utilizzato perché è meraviglioso. Ho vissuto una bellissima giornata e visto un concorso di qualità. C’era il numero 1 al mondo, lo spettacolo è stato di altissimo livello. Io non ho visto molti concorsi ma devo dire che sono coinvolgenti. Ed è interessante vedere come tutto dipenda dall’amalgama che si crea, perché il miglior cavaliere deve comunque fare i conti con le capacità del cavallo, col fatto che ad esempio sia giovane o esperto. Siamo
HA DETTO
problema alla spalla destra, invece i due veterani virtussini si sono definitivamente chiamati fuori dalla Nazionale. «Ho parlato con loro in questi giorni, due chiacchierate romantiche tra vecchi amici - ha chiosato il Poz -. Per entrambi è una scelta sofferta, anche per me. Ma ci sono momenti che segnano una fine. È andata così. Mi rifaccio alle parole del presidente Petrucci: avanti tutta».
La stella
Anche Doncic ha parlato. Al rientro ha regalato perle e qualche svarione: «È stato bello tornare in questa atmosfera, mi piace l’Italia mi piace anche la squadra azzurra. E mi piace Paolo Banchero, ho seguito il draft, c’era una forte concorrenza per le prime 5 scelte. Banchero ha avuto un ottimo coach al college da cui ha imparato tanto. Ha un grande potenziale, farà bene in Nba e anche nelle competizioni per le squadre nazionali».
La scelta di Marco e Daniel è stata sofferta e lo è anche per me