La Gazzetta dello Sport - Lombardia
La curva di Sesto Pusteria «In cima al mondo con Jannik»
Vecchi amici e semplici turisti insieme al circolo dov’è cresciuto E il simbolo delle Tre Cime di Lavaredo diventa Drei... Sinner
Gli affetti più cari 1 he cosa ricorda di Sinner piccolo? «I capelli rossi». Il vicesindaco Christoph Rainer fa una battuta per stemperare la tensione: è rimasto nell’angolo del bar del centro sportivo di Sesto mentre la gente impazzita festeggiava. Ci sono due schermi grandi, ormai non li guarda più nessuno. Decine di persone cantano e saltano: tanti sono turisti che hanno rinunciato allo sci, al sole e alla neve perfetta. Sinner, ormai, è una specie di culto, ma il paese gioisce con calma, non c’è nessuno della famiglia, riservatissima, i vecchi amici sfollano dopo aver sofferto per molte ore. «Ma ci abbiamo creduto, perché sentivamo che lui ci credeva. Come sempre».
CGioia e sobrietà
Thomas Summerer, il sindaco, viene sommerso da domande e strette di mano. «Siamo un paese di 1900 persone e grazie a Jannik siamo arrivati sul tetto del mondo. Immagini quanto siamo orgogliosi. E felici, ma non possiamo metterci a fare cortei con i clacson». Il motivo è semplice e amarissimo: la comunità è rimasta molto colpita per un incidente stradale nel quale sono morti una donna e due figli piccoli. Il dolore va rispettato, a Sesto non si mettono maxi schermi, restano la gioia e qualche lacrima di commozione. Passa una ragazza: «A sentirlo parlare con il trofeo in mano mi viene la pelle d’oca». Urla un turista in tuta da sci: «Jannik è uno di noi». «Sa quanta gente arriva in questo bar sperando di incontrarlo? Non dico solo oggi, ma da un po’ di tempo a questa parte», racconta Claudio dietro il bancone preparando altri caffè: non è a Sesto da molti anni, però è impossibile non capire che Sinner ormai è
un simbolo.
«Il nostro paese ha meno di 2000 abitanti, siamo tutti orgogliosi del nostro ragazzo»
Ricordi
Che ha cominciato a giocare proprio qui, su un paio di campetti in moquette, prima di mollare lo sci, fidarsi del suo talento e volare altrove. La Pusteria però resta fiera di lui e attaccatissima all’idolo, anche se ormai la sua casa è a Montecarlo. Le polemiche dei mesi passati sembrano non sfiorare i valpusteresi. «Jannik ha dimostrato che con il talento e l’impegno si può arrivare lontano e raggiungere grandi obiettivi. Quando sarà il momento e lo vorrà lo festeggeremo come si deve, però dobbiamo parlarne anche con lui», dice
Summerer. Perché la parola d’ordine da queste parti resta compostezza, eppure Jannik smuove i sentimenti, non soltanto a Sesto, anche nelle altre valli e soprattutto nella vicinissima San Candido, dove è nato e dove la gente va a passeggio in una domenica luminosa prima di accorgersi di un baretto strapieno, con una foto gigante di Sinner sotto l’insegna. Per entrare bisogna sostenere una piccola battaglia: verso le 11, quando Jannik è sotto di due set, è strapieno. Impenetrabilità dei corpi, bicchieri di birra e cioccolata calda che girano vorticosamente, il proprietario Marco che schizza qua e là con una maglietta dell’Australia addosso, una cameriera indaffarata e stordita dal popopopo. Il bar di solito la domenica resta chiuso: è aperto per tennis e quando tutto finisce in gloria si stappano magnum in onore del primo Slam di montagna. Drei Zinnen, le tre cime di Lavaredo, sono il simbolo di qui. Adesso dicono tutti Drei Sinner. 2’10”
I tifosi
ma Amadeus per partecipare a Sanremo, ti allerta la Meloni perché ti vede come candidato ideale per le Europee, Lapo Elkann insiste e fa l’ennesimo tentativo per farti rilevare Italia Independent. Sono pensieri… è chiaro che la tua mente, per quanto dedicata a una finale di Slam, è condizionata. E si capisce che le cose non possano andare per il verso giusto».
3Ma lei si aspettava la rimonta vincente?
«Scherzi a parte, sì, me l’aspettavo. Sinner ha una dote che prima non aveva: non si è lasciato condizionare dal punteggio. Al terzo set ha resettato tutto e ha ricominciato un altro match. Ha capito la lezione che soltanto i grandissimi sanno mettere in pratica: bisogna sempre avere un piano B. Basta coi ripetuti scambi sulla diagonale del rovescio, ha avuto più variazioni di ritmo nel palleggio, mai una palla giocata uguale alla precedente, uso sapiente del back e soprattutto è ricorso alle accelerazioni al momento giusto, non scriteriate. Il match-ball è esemplificativo: ha spostato Medvedev costringendolo a lavorare sulla diagonale del dritto, poi con l’avversario scoperto lo ha infilato come un torero nella Rod Laver Arena».
3Dopo un successo del genere, che margini ha Sinner?
«Ai suoi inizi, si vedeva che aveva un timing fuori dal comune, come può testimoniare il suo ex coach Piatti. Tutti però gli rimproveravano di essere monocorde. Sinner ha dimostrato di essere una spugna, ha migliorato tanto il suo tennis: i colpi di volo, i drop-shot, la seconda palla che ha una rotazione diversa. Non avrà mai la mano di Federer, ma a 22 anni ha una eccezionale capacità di imparare. Ha una tale tensione verso
È stato bravissimo a trovare subito il piano B, come sanno fare soltanto i più grandi
Gnocchi sulla rimonta