La Gazzetta dello Sport - Puglia
Allegri e la missione (im)possibile Isolare la squadra per l’impresa
Nato a Livorno l’11 agosto 1967, Allegri ha giocato da centrocampista di fantasia dal 1984 al 2003. Curiosità: non è mai rimasto nello stesso club per più di due stagioni
La prima esperienza in panchina è con l’Aglianese, squadra con cui aveva chiuso la carriera da giocatore. Il primo incarico in Serie A risale al 2008, con il Cagliari. Nel 2010 la prima big, il Milan che conduce allo scudetto. Dal 2014 al ‘19 il primo ciclo Juve, dove Max è tornato nell’estate del 2021 settimana le parola d’ordine sarà ancora di più “compattezza”. E i consigli più di moda saranno due: tapparsi le orecchie per non farsi influenzare da questioni societarie e rumors. E concentrarsi soltanto sul lavoro. Le mura della Continassa, alte abbastanza per evitare ai curiosi di spiare gli allenamenti, stavolta dovranno evitare di fare arrivare in campo e nello spogliatoio anche le intercettazioni, l’inchiesta Prisma e il timore/incubo di rischiare eventuali penalizzazioni in classifica. Per tutte queste ragioni se il 13 novembre, dopo il successo pre
immagine, ma soprattutto per le sue competenze tecniche e per la sua conoscenza del mondo bianconero. È passato anche troppo tempo dal suo addio: è ora che Ale torni. Però... non deve essere richiamato soltanto per la sua immagine di campionebandiera e per fare le interviste nel post partita. Andrebbe “sfruttata” la sua competenza calcistica, il suo carisma. Il ritorno di Del Piero, magari nel ruolo di vice presidente, sarebbe di aiuto tanto al d.s. Cherubini quanto ad Allegri».
▶Del Piero potrebbe diventare una sorta di Maldini della Juventus?
«Perché no… Ale è intelligente e può inserirsi bene come ha fatto Paolo quando è tornato al Milan».
Mondiale sulla Lazio (il sesto consecutivo ), la rimonta sul Napoli aveva i contorni dell’impresa, adesso sembra una vera e propria missione (im)possibile. Già, non solo recuperare 10 punti alla squadra di Spalletti - il primo scontro diretto il 13 gennaio -, ma riuscirci anche in questa nuova situazione, delicata e anche un po’ precaria visto che la rivoluzione potrebbe continuare in estate. E senza più poter contare su due presenze fisse a bordo campo come Agnelli e Nedved.
La psicologia Allegri non avrà grossi aiuti dal mercato di gennaio: al massimo un terzino destro low cost (da Karsdorp a Maehle fino al giovane Fresneda), ma soltanto se dovesse realizzarsi qualche uscita. E si troverà a dover gestire giocatori in bilico (da Paredes a McKennie) o in odore di addio estivo a parametro zero: da Cuadrado ad Alex Sandro, da Rabiot a Di Maria. Vedere tutto nero non sarebbe complicato per nessuno, in questo momento. Il “Conte Max”, invece, da buon ottimista è abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. «Le difficolta e l’imprevisto sono opportunità, il calcio all’80 per cento è psicologia», ripete spesso. Nel calcio un imprevisto maggiore del presidente e di tutto il Cda che si dimettono dall’oggi al domani - e a metà stagione – è dura trovarlo. Il futuro è adesso, ripeterà Allegri allo sfinimento, deciso a trasformare il momento delicato in una impresa storica. che la Juve deve recuperare al Napoli capolista, due quelli in meno del Milan consecutive dei bianconeri prima della sosta per il Mondiale, tutte senza subire gol incassate in campionato dalla squadra di Allegri, che ha la miglior difesa della Serie A realizzati da Dusan Vlahovic in campionato: il serbo è il capocannoniere della Juve