La Gazzetta dello Sport - Puglia

L’ITAL-SERBIA

Da Vlahovic ai Milinkovic Eliminati i nove italiani...

- Di Davide Stoppini ⏻ TEMPO DI LETTURA

Tanto talento rimasto su carta Il fratello laziale sparito nell’ora del bisogno

l regalo l’aveva pure scartato, curioso com’era. Ed era bello, dentro c’era un gol al Mondiale, in un torneo che per Dusan Vlahovic pareva non iniziare mai. E va bene, il regalo resta, fa comodo al morale di un giocatore che non segnava dal 15 ottobre, quando in Italia ancora faceva caldo come in Qatar. E aiuta pure a ridurre l’impatto di una delusione enorme. Perché la Serbia d’Italia – nove calciatori della Serie A complessiv­amente impiegati ieri sera, di cui sei da titolari - non era arrivata qui per fare la comparsa

Iche è stata. Aveva dominato il girone di qualificaz­ione: mai una sconfitta, gruppo vinto davanti al Portogallo, un mare di talento da mettere insieme e ambizioni mica ridotte.

Finalmente Dusan È rimasto tutto su carta, per gli italiani di Serbia. Per il laziale Milinkovic, anonimo quando da lui tutti si aspettavan­o nome e cognome per esteso, una firma leggibile. E invece leggibile è stato per gli avversari, lento e senza idee di quelle da lampadina accesa, persino sostituito nel momento in cui c’era bisogno di forzare i tempi. Strana storia. Strana come quella di Vlahovic, che saluta proprio quando il suo torneo era iniziato. Alla prima partita, con il Brasile, aveva fatto in tempo giusto a vedere Richarliso­n divertirsi. Alla seconda chiamata, contro il Camerun, il professore neppure l’aveva considerat­o: seduto al banco e stop. Alla terza s’è messo comodo al tavolo da poker e ha giocato forte: lui ha vinto, lui sì. Vinto pure contro le voci spazzatura che lo avevano coinvolto nelle ultime ore, quando in Serbia si era diffusa la notizia di una sua storia con la moglie di un compagno di squadra. «Denuncio tutti», ha minacciato lui.

Delusioni Rabbia che è riuscito a scatenare in porta con sinistro cercato e voluto, tornata però a fare capolino al fischio finale, dopo una sostituzio­ne che non è molto spiegabile. Quella rabbia che ha coinvolto pure l’altro juventino Kostic, incisivo solo a sprazzi, di sicuro non un fattore a spingere i suoi oltre l’ostacolo svizzero. O Milenkovic, che verrà ricordato in questo Mondiale giusto per l’intervento che ha messo fuori causa Neymar. O il portiere Milinkovic-Savic, che pure ha provato a fermare l’onda svizzera. E sì che la nazionale del c.t. Yakin, per italiani reali o “acquisiti”, resta un incubo. La Serbia ha il profilo di una “bellissima” incompiuta. Pure per il c.t. Dragan Stojkovic, che alla vigilia aveva fatto lo spiritoso: «Più che degli svizzeri precisi come un orologio, mi piacerebbe parlare del loro formaggio». Ora non gli resta che spiegare la sconfitta. Per Vlahovic e compagni, invece, meglio pensare al prossimo Europeo. O consolarsi con la Serie A, hai visto mai.

 ?? ?? Illusione Dusan Vlahovic, 22, punta della Juve, esulta con Vanja Milinkovic, 25, portiere del Torino, dopo il gol
Illusione Dusan Vlahovic, 22, punta della Juve, esulta con Vanja Milinkovic, 25, portiere del Torino, dopo il gol

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