La Gazzetta dello Sport - Puglia
Oggi ore 20
Un 4-4-2 da battaglia per colmare l’abisso tecnico
a forbice del pronostico è necessariamente ampia, nonostante le bella corsa dell’Australia che è tornata negli ottavi dopo 16 anni, quando Totti la rimpatriò con rigore. Il c.t. Arnold spiegava ieri: «Sarà una guerra e noi combatteremo». Schiererà il suo 4-4-2 da combattimento, agonisticamente esasperato, che ha steso Danimarca e Tunisia, dopo aver spaventato la Francia al debutto con il gol del vantaggio. Ma, al di là di muscoli e centimetri, resta l’abisso tecnico che separa le due squadre. L’Australia vale complessivamente 30 milioni, il più caro è il portiere Ryan (Copenaghen), 5 milioni; l’Albiceleste ammassa 600 milioni di giocatori. I goleador della qualificazione, Duke e Leckie, giocano in Giappone e in Australia. Messi è un’altra cosa. Vero che l’Argentina, al debutto, ha sofferto una squadra aggressiva come l’Arabia Saudita, ma ha perso soprattutto per colpe sue. Ora l’Albiceleste ha rimesso a posto i sentimenti ed è tornata la squadra che ha allineato 36 risultati utili, vinto la Coppa America e la Finalissima contro di noi. Una delle prime favorite. Messi, all’ultimo Mondiale, vuole il trionfo.
Lscita distratta dai blocchi di partenza e sorpresa dal vantaggio dell’Australia, la Francia ha reagito con una grandinata di gol: 4. Un paio del milanista Giroud. Contro la Danimarca ha messo piede nel Mondiale l’attesissimo Mbappé. La sconfitta indolore contro la Tunisia dice poco. I campioni del mondo in carica di Deschamps restano tra i principali favoriti. Hanno qualità e alternative in tutti i reparti. Theo Hernandez, diventato titolare per l’infortunio del fratello, ha aggiunto pericolosità offensiva. Rabiot ha confermato la crescita evidenziata dalle ultime prestazioni in bianconero. E Mbappé resta Mbappé, cioè un potenziale serial winner di Palloni d’oro. Alla brutta e pavida Polonia vista contro l’Argentina diamo un 10% in più per tre semplici ragioni. La prima: hanno un grande portiere, Szczesny, che ha già parato due rigori, di cui uno a un certo Messi. Lo ha detto chiaro il portiere della Juve: «La chiave per fermare Mbappé? Sono io». Seconda ragione: hanno un centravanti da 558 gol, Lewandowski. Terza ragione: ha giocatori di qualità come Zielinski e conosce l’arte di incartare. Ma oltre il 30% di speranza non si va.
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