La Gazzetta dello Sport - Puglia

Scaloni prudente Di Maria riposa, con Alvarez può tornare Paredes

- Di Luigi Garlando

a millesima partita di Messi non può non essere una festa, pensano tutti. Ma dell’Australia il c.t. Scaloni non si fida, perché porta ancora sulla pelle i lividi dell’Arabia. Dopo il traumatico debutto al Mondiale, nessun argentino si sogna di sottovalut­are l’avversario di stasera nell’ottavo. «L’Australia è una buona squadra, potente fisicament­e, con individual­ità importanti, ma soprattutt­o è squadra». Ripete più volte “squadra”, per fare capire che si aspetta un avversario organizzat­o, capace di pressare e incartare. L’Australia schiera qualche gigante, l’Argentina è una delle squadre più basse del torneo. Scaloni teme anche questa trappola. Per il resto deve scegliere come sostituire Di Maria, uscito mercoledì con un dolorino. «Non è una contrattur­a – precisa il c.t -. Solo un risentimen­to, ma abbiamo avuto solo 2 giorni per recuperare. Vedremo». Difficile che lo rischi, conoscendo anche la storia dei muscoli delicati del Fideo. Il contrattem­po potrebbe riportare in squadra Lautaro che, con la Polonia, è partito dalla panchina. Scaloni ha sempre considerat­o Alvarez un’alternativ­a a Di Maria oltre che una punta centrale. Anche con la Polonia ha lavorato molto in fascia lasciando il centro a Messi, falso 9. Con l’Australia

LScaloni potrebbe proporre Alvarez e Messi larghi, col Toro in mezzo (4-3-3) o liberare Messi alle spalle delle punte (4-3-1-2).

Da combattime­nto Altra opzione: un Angel per l’altro. Correa (Atletico) ha caratteris­tiche simili al Fideo. O il talentino Fernandez avanzerà nel ruolo di Di Maria con il recupero in mediana di Paredes. Acuna ha recuperato dagli acciacchi, ma Tagliafico è pronto a dargli il cambio. Di sicuro ci sarà De Paul che non s’è perso un minuto di questo Mondiale. In 3 gare si sono avvicendat­i in tanti, l’ex udinese è rimasto il punto fermo: «Per le mie caratteris­tiche, preferisco giocare dal 1° all’ultimo minuto. Sento la fiducia dello staff. Non eravamo più abituati a perdere. La sconfitta con l’Arabia ci ha fatto scoprire la forza del gruppo». Arnold, c.t. dell’Australia, è un sopravviss­uto. A marzo doveva essere cacciato, poi ha vinto lo spareggio col Perù ai rigori e ora è qui a giocarsi la felicità, contro Scaloni che doveva fare solo il traghettat­ore. Un derby tra precari di successo. Il dubbio di Arnold: confermare il 4-4-2 che ha piegato la Danimarca o togliere una punta (McGree) e aggiungere il veronese Hrustic a sostegno del centrocamp­o (4-4-1-1). «Non prometto di vincere con l’Argentina, ma v’assicuro che faremo tutto ciò che serve per vincere. Sarà una guerra e combattere­mo».

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