La Gazzetta dello Sport - Puglia
La Ternana riparte nelle mani di Andreazzoli Un solo allenamento per la prima del tecnico
Così il presidente Bandecchi: «Non può essere la sua partita. Mi auguro che la squadra lo segua perché lui insegnerà tanto»
Corre veloce Zito Luvumbo. Corre come chi ha fame di rivalsa e attacca ogni centimetro quadrato della vita per prendersi tutto senza dimenticare il passato. L’attaccante angolano classe 2002 del Cagliari è il più giovane giocatore della Serie B per reti fatte (3) e assist ai compagni (2). Nel tempo si è costruito una corazza fatta di foto con macchine veloci e balletti su TikTok, dove è una star, ma dietro la maschera c’è un ragazzo con una forte fede che ha aperto il cassetto dei sogni per realizzarli.
▶Come è cominciato tutto?
«In strada. Vivevo a Palanca (quartiere nella periferia di Luanda che deve il suo nome alle antilopi, ndr) insieme con mio padre. Eravamo solo noi due e lui faceva tanti sacrifici a lavoro. Io restavo da solo con i vicini tutto il giorno e i bambini più grandi mi chiamavano per giocare. Il calcio era la via di fuga per tutti. Nel quartiere c’era una squadra, il Guelson, e io andavo sempre a guardare gli allenamenti, un giorno avevano bisogno di qualche giocatore in più e mi chiesero di provare con loro e da lì iniziò tutto. Mi permisero di andare a scuola, aiutavano economicamente mio padre e con il tempo di diventare professionista».
Poi la Coppa d’Africa e il Mondiale Under 17 nel 2019 e l’interesse di tante squadre europee. Perché proprio Cagliari?
«Mi hanno detto che c’erano tanti club importanti interessati, come il Manchester United. Ma il Cagliari dai primi contatti fino alla firma nel 2020 mi ha presentato un solido progetto di crescita. Non solo come calciatore, ma anche con lo studio per farmi maturare come persona».
▶Quanto è stato difficile ambientarsi in Sardegna?
«Non è stato facile, ero abituato a vivere insieme a mio padre e all’inizio mi mancava tantissimo la famiglia. Mi ha aiutato molto Joao Pedro, e non solo con i consigli in campo: mi stava vicino anche fuori dagli allenamenti e mi diceva come comportarmi e come inserirmi nel calcio italiano. E poi avevo in testa solo una cosa: fare bene con il pallone».
▶Dopo un buon momento in Primavera, l’esperienza a Como dell’anno scorso non è andata bene. Cosa non ha funzionato?
«Sinceramente non credo sia stato un passo falso. Como faceva parte del mio percorso. Mi è servito per conoscere meglio la unedì il primo contatto telefonico con il direttore sportivo Luca Leone, oggi la prima panchina con la Ternana. Per Aurelio Andreazzoli un esordio lampo oggi sul campo del Venezia. E’ il primo impatto vero e proprio con la nuova squadra del tecnico toscano che in panchina ha rilevato un altro toscano, Cristiano Lucarelli. Lui di Massa, l’ex di Livorno come il presidente Stefano Bandecchi che, nel suo ultimo
Lintervento social, ha lanciato un messaggio chiaro: «Questa non sarà la partita di Andreazzoli, che non può avere la bacchetta magica. Piuttosto la possiamo mettere nelle mani di Carlo Mammarella».
Novità Eccolo il nome nuovo della Ternana targata Andreazzoli. L’ex terzino, che nell’ultima stagione da calciatore ha stravinto il campionato di C con la Ternana, si è visto cambiare ruolo. Ha smesso i panni del club manager e ha prima aiutato Richard Vanigli (il secondo di Lucarelli) nei primi allenamenti, poi si è messo a disposizione di Andreazzoli che la squadra l’ha incrociata per la prima volta venerdì, nell’allenamento svolto a Bologna nel viaggio verso Venezia. Prima per il tecnico soltanto una fugace apparizione notturna a Terni per mettere la firma sul contratto che lo lega alla Ternana fino al giugno 2024 con opzione legata a una eventuale promozione in Serie A. Che è poi l’obiettivo che gli ha posto davanti Bandecchi. Perché la Ternana che ha esonerato Lucarelli con la squadra in zona playoff è una squadra che deve puntare in alto. Possibilmente al