La Gazzetta dello Sport - Puglia

«HO DOMATO LA SBK

REA E TOPRAK GELOSI DUCATI, MI MERITO UN GIRO IN MOTOGP» Lo spagnolo re nel Mondiale Superbike «Nel 2019 via per alcune parole di troppo Nei momenti difficili è meglio stare zitti»

- ⏻ TEMPO DI LETTURA

La macchia scura in MotoGP, e non per demerito suo, è che dopo un grande anno con l’Aprilia nel 2016, lei e Stefan Bradl siete stati mandati via. E l’Aprilia è sprofondat­a.

«Sono convinto che se fossi rimasto, nel 2017 avremmo fatto molto bene. Il 2015 la moto era un ibrido, nel 2016 arrivò a febbraio ed eravamo molto indietro, ma lavorammo così bene che a fine stagione lottavamo per la top 5».

Si chiede ancora perché l’hanno mandata via?

«Sì. Loro pensavano di avere una moto stupenda mentre il problema erano i piloti. Qualche tempo dopo, il d.t. Romano Albesiano mi ha detto che avevano sbagliato, mi avrebbero rivoluto per il 2018, ma avevo già dato la mia parola ad Aspar».

● Alvaro Bautista, il suo compagno Michael Ruben Rinaldi e Niccolò Bulega, nel 2022 debuttante in Supersport, sono stati protagonis­ti della festa nella sede di Aruba.it, il colosso nel campo dei data center e web hosting (1.200 i dipendenti attuali) che fa capo a Stefano Cecconi, amministra­tore delegato.

▶Altro interrogat­ivo: come ha fatto a perdere il Mondiale al suo debutto in Sbk nel 2019?

«La verità è che io all’inizio non sapevo cosa stessi facendo, andavo fortissimo senza capire perché. Poi la mancanza di esperienza, qualche scelta tecnica sbagliata, alcuni miei errori hanno fatto sì che perdessimo il feeling. A un certo punto mi ha anche tradito il pensiero che, avessi vinto il titolo, sarei rientrato in MotoGP. Tornassi indietro quel Mondiale non lo perderei».

Per come vi eravate lasciati male, non era facile ipotizzare un suo ritorno in Ducati.

«A volte nei momenti difficili si parla troppo. Meglio stare zitti. Io con la squadra ho sempre avuto un rapporto molto buono, poi c’erano state consideraz­ioni un po’ fuori contesto, ma vabbè. Io alla fine cerco sempre il meglio per me, e tornare da Aruba era la soluzione che ho voluto fortemente. E anche Ducati voleva me».

Quando Rea vinceva con la Kawasaki, tutti a fargli i compliment­i. Lo stesso con Razgatliog­lu e la Yamaha. Adesso che ha vinto lei, invece, molti a dire che è merito della Ducati. Le dà fastidio sentire certi commenti anche dai suoi rivali?

«Jonathan per me è il miglior pilota di sempre della Sbk, Toprak uno con molto talento che sta arrivando. E io ho sempre dato credito al loro valore. Mi sembra che da parte loro ci sia un po’ di gelosia perché uno che è arrivato da un altro campionato ha vinto».

Quindi nel 2023 scenderà in pista per la riconferma?

«No, non importa quello che pensano. Io corro solo per me stesso. Sono tornato in Ducati perché ero convinto di poter vincere e l’ho fatto. Il mio obiettivo è continuare così, vincere o non vincere è relativo, l’importante è dare sempre tutto».

Correrebbe almeno un’altra gara in MotoGP?

«Mi piacerebbe. Come Bayliss nel 2006 a Valencia. Ma prima di tutto, vorrei provare la Desmosedic­i, che mi sembra una moto molto divertente. Sarebbe un bel regalo da parte di Dall’Igna».

E lei che regalo si è fatto?

«Me lo sono già fatto ed è il Mondiale. Non l’averlo vinto, ma come. Perché giuro che per riuscirci ho lavorato tantissimo e mi sento molto, molto orgoglioso».

Alvaro Bautista Arce

è nato a Talavera de la Reina (Spagna) il 21 novembre 1984. È pilota Aruba.it Ducati in Superbike

La carriera

Debutta nel Motomondia­le in 125 nel 2002 con Aprilia, nel 2006 è campione con la moto di Noale. Dal 2007 al 2009 è in 250 (viceiridat­o 2008), dal 2010 al 2018 in MotoGP con Suzuki, Honda, Aprilia e Ducati. Dal 2019 corre in Sbk, sfiora subito il titolo con Ducati prima di passare per un biennio alla Honda. Nel 2022 il ritorno in sella alla Panigale e il titolo nel Mondiale delle derivate di serie. Ha colleziona­to 16 vittorie nel Motomondia­le e 33 in Sbk

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy