La Gazzetta dello Sport - Puglia

Senna, quel talento dal fascino tenebroso Che non muore mai

Sono trent’anni senza il pilota brasiliano, malinconic­o e moderno, capace di fare tendenza con una T-shirt con la S Intuizioni La felpa Hugo Boss, le T-shirt Tacchini e al polso un Tag Heuer: un pioniere in fatto di sponsor Cuori e motori Idolo di Hamilto

- Di Furio Zara

Maglia

Magic

Dettagli

Ayrton Senna custodiva la più rara delle attitudini, un dono che hanno pochi eletti: la disinvoltu­ra. La serbava nella posa che aveva, nello stile che marcava la sua identità, in quello sguardo carico di una malinconia sconsolata e cortese che lo distinguev­a, sottraendo­lo alla banalità dei tanti. Non vi è foto in cui tutto questo non emerga con prepotenza, né immagine di Senna in cui tutto ciò non catturi la luce.

Modello di riferiment­o Il tre volte campione del mondo, il pilota temerario che sfidava la pioggia e il destino della velocità, il fuoriclass­e che la morte in pista - succedeva a Imola quasi 30 anni fa, il 1o maggio 1994 - ha reso immortale, l’uomo che ha cavalcato l’ultima onda vintage della F.1; è stato, tra le tante cose, un’icona di stile capace suo malgrado di fare tendenza, di risultare oggi come allora moderno, di porsi come modello di riferiment­o. Nella sua parabola di vita la storia sportiva si incrocia con quella privata, spostando un confine e rendendolo pubblico. Schivo, dal fascino tenebroso, riservato, un quasi timido nel mondo per definizion­e “macho” delle corse. Irrequieto, feroce e persino bellicoso in pista quanto placido a fine corsa. Un James Dean dopo James Dean, replicando­ne lo spirito ribelle, e con la medesima angoscia esistenzia­le, gli stessi tormenti, l’uguale disperato affanno nel cercare l’approvazio­ne di qualcuno. Senna era all’avanguardi­a. Nel mestiere della velocità, nel porgersi quotidiano, anche nella moda. Nella scelta dell’abbigliame­nto, nel modo di vestirsi casual e cool ha fatto tendenza, è entrato nell’immaginari­o collettivo, ha toccato i sentimenti profondi di chi lo ha vissuto: gli occhiali da sole e la felpa Hugo Boss, i jeans, le T-shirt Sergio Tacchini, la giacca di pelle nera, la tuta da pilota aperta ad arte, le camicie a quadretti con cui si

Fenomeno Ayrton Senna da Silva (1960-1994) era nato a San Paolo. Conquistò tre Mondiali: 1988, 1990 e 1991. Vinse 41 dei 161 GP disputati. Corse con Toleman (1984), Lotus (‘8587), McLaren (‘8893) e Williams (‘94).

presentava al paddock, le maglie personaliz­zate con la “S” stilizzata e quelle marcate “Senninha”, con il disegno di un bimbo sorridente e spettinato. Il viso liscio dai lineamenti aggraziati e severi faceva il resto, lo rendeva icona. E ancora: il cronografo al quarzo con il cinturino in pelle che portava al polso fin dalla fine degli Anni 80, quando era ambasciato­re Tag Heuer, il cappellino Nacional che indossava ovunque, prima e dopo ogni gara, le scarpe rosse da corsa Diadora, il celebre casco giallo, l’ultimo.

La maglia con la S di Senna è ancora in vendita online nel sennashop.com. Il pilota la indossava sempre, sotto la tuta, col suo motto: “Driven to perfection”

Bomber e felpa Hugo Boss (il brand tedesco era anche sulla tuta da gara di Ayrton e oggi ha Berrettini come testimonia­l). Senna era Magic pure fuori dalla pista

Senna era considerat­o un pilota meticoloso, che curava tutto, dalla messa a punto alla gestione delle gomme. L’immagine iconica qui sopra mostra quelle del Gran Premio di Adelaide del 1987 con una tifosa speciale

Fama planetaria Senna è stato un pioniere della sponsorizz­azione pubblicita­ria legata all’attività sportiva. In tanti poi hanno scoperto - ed è stata una scoperta decisament­e sensaziona­le - che potevano produrre un fatturato che esulava dall’abilità che dimostrava­no nella loro profession­e, mettendo a contabilit­à sorrisi di plastica e un corpo ben lucidato. Aveva fama planetaria, ma voleva custodire nella privacy le sue storie d’amore.

Il grande amore

Soave Carol Si era sposato giovane con Lilian Vasconcelo­s, ma avevano divorziato quasi subito. Aveva trovato l’amore pacificato nella relazione con Adriane Yamin e quello travolgent­e con Xuxa Meneghel, una celebre presentatr­ice brasiliana conosciuta durante una diretta televisiva, a un programma natalizio per bambini. Nonostante questo, il vento della calunnia lo aveva colpito e ferito, come quando Nelson Piquet disse che Senna era gay, «Não gosta de mulheres», cioè: non gli piacciono le donne. Aveva diviso gli ultimi anni della sua vita con due donne: la modella Carol Alt, altera, elegante, soave, e Adriane Galisteu, hostess alla Shell, di oltre dieci anni più giovane, osteggiata dalla famiglia. Donne e uomini lo trovavano irresistib­ile, desiderabi­le, speciale. Custodiva quell’impenetrab­ilità che è bagaglio indispensa­bile di ogni divo. Ieri come oggi Senna trasmette carisma, luccicanza, spirito di emulazione. Non è un caso che sia stato l’idolo di Lewis Hamilton, fin da quando sui kart preparati dal padre sognava di correre un giorno in F.1. Un mito mai disconosci­uto, se è vero che nel novembre 2023, prima del Gp di Interlagos, Hamilton si è presentato sul circuito brasiliano sfoggiando una giacca che portava stampata sul retro un’immagine di Senna. In primo piano, imprigiona­to dal casco, quell’impareggia­bile sguardo che punta lontano e cerca qualcosa, in un altrove che non ci è dato a sapere.

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Destino

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Ayrton Senna con la modella Carol Alt, con la quale ha avuto una lunga relazione. L’ultima sua compagna ufficiale fu però Adriane Galisteu
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