La Gazzetta dello Sport - Romana

«Ha bisogno dell’allenatore per essere determinan­te»

- Salvatore Malfitano

«Come calciatore ne sono innamorato». La voce si alza di un tono, quando a Zibì Boniek viene chiesto un parere su

Piotr Zielinski. Gli elogi sono intervalla­ti da un’analisi umana profonda, quasi paterna, come se avvertisse un certo senso di protezione. I colpi da fuoriclass­e si sono alternati a prestazion­i evanescent­i, più frequenti del dovuto nella passata stagione.

Che spiegazion­i dà a questa involuzion­e?

«Si tratta di un calciatore fortissimo. Ha bisogno del sostegno dell’allenatore, in passato ha dimostrato di saper fare la differenza quando è stato sicuro di averlo».

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Senza Insigne e forse Mertens, tante responsabi­lità passano a lui. «Non so se può fargli bene inquadrarl­o come leader. È sempre capace di inventare, ma non sono sicuro che abbia

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il carattere adatto. È una persona meraviglio­sa, sia chiaro: educato, rispettoso. Tecnicamen­te non si discute».

In che ruolo può esprimersi al meglio? «Dipende. Adesso quasi tutti giocano con un centrocamp­o a tre, può fare senza problemi sia la mezzala che il trequartis­ta».

Il Napoli si schiera col 42-3-1, andrebbe rivisto? «Non è giusto che il tecnico debba modificare il modulo per un solo elemento, specialmen­te se si considera la duttilità di Zielinski».

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Quali sono gli aspetti su cui lavorare?

«Se ce ne sono, sono pochi. Poi avrà anche lui un tetto oltre il quale non può spingersi. Essere mite non è un limite».

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Che impression­e le ha fatto con la Polonia in Nations?

«Non credo che sia indicativo: tutti i giocatori sono arrivati stanchi. L’ho visto giocare per la prima volta quando aveva 16 anni, nella mia squadra ne vorrei tanti altri come lui».

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