La Gazzetta dello Sport - Romana

Cottarelli: «Efficace con le sanzioni sportive»

- E.e.

arlo Cottarelli, economista e grande appassiona­to di calcio, ha molto chiara la situazione finanziari­a del mondo del pallone in Italia e reputa ogni genere di riforma che punti alla sostenibil­ità e stabilità del settore «necessaria e urgente».

C▶ Quindi ben venga anche quella voluta dall’Uefa? «Certo, spero soltanto che non si limiti ad essere una cosa formale come è accaduto ad esempio con il Financial Fair Play, che ha comunque permesso ai club più potenti di trovare il modo per cavarsela. Perché è vero che il calcio è sempre più un business, ma l’elemento sportivo va comunque tutelato. Invece esistono società che hanno in mano grandi patrimoni internazio­nali e che potrebbero permetters­i di andare avanti anche in perdita».

▶Proprio per questo però la Uefa ha deciso di far seguire a quelle economiche sanzioni di carattere sportivo.

«In questo caso allora la riforma potrebbe funzionare davvero. Una multa piccola o media purtroppo non serve a nulla, alcune società come dicevo potrebbero continuare il loro percorso anche se indebitate scegliendo di pagare le sanzioni, ma se c’è il rischio concreto di una penalizzaz­ione a livello sportivo le cose cambiano. Ho soltanto un timore...».

▶Qual€?

«Che alcuni club ricchi possano decidere di sfilarsi dalle competizio­ni Uefa per poi creare un loro torneo, come è successo qualche tempo fa con la Superlega. In quel caso però i tifosi hanno rigettato totalmente l’iniziativa, mi auguro che questo possa frenare nuovi progetti in questo senso».

▶Il calcio italiano sta davvero così male?

«Sì, non sta bene ed è colpa anche di alcuni problemi struttural­i. Prendete gli stadi. Qui la questione è molto seria e va affrontata al più presto. Nel calcio italiano i ricavi continuano a scendere, ma le entrate dipendono anche dallo spettacolo che offri. Da noi gli impianti sono vecchi e l’esperienza messa a disposizio­ne dei tifosi è lontana anni luce da quella che si vive negli stadi inglesi. Su questo fronte potrebbe essere

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I miliardi di perdite

Nel biennio 20/21 il calcio europeo ha registrato perdite di circa 7 miliardi: i club italiani perdono quanto quelli inglesi fatturando meno della metà importante anche un intervento delle istituzion­i, se non altro per alleggerir­e certe procedure. I margini di crescita comunque ci sono e sono diversi: penso ad esempio anche al merchandis­ing che da noi è sfruttato davvero pochissimo, ma bisogna lavorare sodo. Di certo una regolament­azione che porti i club a non indebitars­i più può essere da questo punto di vista molto utile».

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Esperto Carlo Cottarelli, 67 anni, economista e conoscitor­e del calcio

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