La Gazzetta dello Sport - Romana

La diplomazia per il gas Draghi vola da Erdogan Asse su pace e migranti

Il dialogo ritrovato con Ankara: firmati 9 accordi Nodo forniture, Mattarella in Mozambico

- Di Alessio D’Urso

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Le vittime Dopo i veneti Filippo Bari, 27 anni, Paolo Dani, 52, e Tommaso Carollo, 48, ieri identifica­ta Liliana Bertoldi, 54 anni, di

Levico (Tn), più 2 escursioni­sti della Repubblica Ceca, riconosciu­ti dai documenti. Una vittima resta senza identità

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I gradi

Sia sabato che domenica, la temperatur­a a 3000 metri si attestava sui 10 gradi stacco della parte rimasta ancora pericolant­e sulla montagna. Tutte le attività tengono in consideraz­ione questo aspetto» aggiunge ancora Dellantoni­o del Soccorso alpino. La tragedia cambierà l’estate in montagna. «Prima di ipotizzare riaperture in sicurezza dovremo avere a disposizio­ne studi effettivi degli esperti» chiarisce il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard. Il rischio, con queste temperatur­e alte e prolungate, è che altri distacchi possano verificars­i altrove. Lunedì era iniziata l’evacuazion­e dell’area della Val Ferret, per il rischio di crolli dal ghiacciaio di Planpincie­ux, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco. Ieri, dopo i controlli, non sono stati registrati problemi e anche la strada è stata riaperta. L’allerta era per una porzione di ghiacciaio da circa 400 mila metri cubi, che si muove di un metro al giorno. Anche nel comprensor­io dello Stelvio si sottolinea come manchino «almeno 2 metri di neve», con le temperatur­e che diventano sempre più elevate: lo 0 termico si raggiunge sopra i 4 mila metri al posto che ai 3.500.

Dopo il premier Mario Draghi, che ha indicato le responsabi­lità del clima impazzito,

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LO SCIOPERO NAZIONALE: PROTESTE E DISAGI ieri della questione ha parlato anche il capo dello Stato. Sergio Mattarella, dal Mozambico, ha sottolinea­to che la Marmolada è un «elemento simbolico delle tante tragedie che il mutamento climatico non governato sta comportand­o, in tante parti del mondo». Il presidente ha spiegato che il tema del «clima richiede una forte collaboraz­ione tra gli Stati. È un problema comune, senza una piena collaboraz­ione di tutti non potrà essere governato». Tutto ruota attorno allo scioglimen­to dei ghiacciai, sotto i colpi del surriscald­amento del pianeta. Greenpeace ha diffuso le immagini satellitar­i dei principali ghiacciai “minacciati” dal caldo torrido: Marmolada, Adamello, Monte Bianco e dei Forni. «Il confronto con gli anni precedenti – spiegano da Greenpeace - evidenzia la progressiv­a diminuzion­e del manto nevoso che alimenta i ghiacciai. Restando scoperti già a giugno ed esposti alle temperatur­e estive, questi ghiacciai sono destinati ad arretrare ulteriorme­nte e a ridursi di spessore».

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Sergio Mattarella Presidente della Repubblica entre infuria la battaglia nel Donbass, in Ucraina, e il presidente russo Vladimir Putin chiude gradualmen­te il rubinetto che porta il gas all’Europa, il piano italiano per l’indipenden­za energetica da Mosca continua e si arricchisc­e di nuovi punti di forza. Nell’atteso terzo vertice intergover­nativo di ieri ad Ankara con il presidente turco Recep Erdogan, il premier Mario Draghi ha compiuto passi avanti lungo il sentiero della diversific­azione delle forniture, in parallelo con la visita del capo dello Stato, Sergio Mattarella, in Mozambico. Due missioni diplomatic­he e strategich­e ai massimi livelli per rafforzare le relazioni con chi possiede o in qualche modo controlla i flussi di materia prima. Con il “Sultano”, a cui aveva dato ad aprile del «dittatore» per il “sofagate” e l’umiliazion­e subita da Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio ha riannodato il filo dell’amicizia e discusso di una collaboraz­ione nel giacimento di gas Sakarya - che la Turchia ha scoperto nel Mar Nero -, nell’ottica della costruzion­e di un gasdotto sottomarin­o.

MProspetti­ve Erdogan è un importante partner energetico per l’Italia. Il gasdotto Tanap (TransAnato­lian Pipeline), che lo attraversa da est a ovest per poi collegarsi con la Tap (Trans Adriatic Pipeline), rappresent­a la terza rotta di approvvigi­onamento di gas per l’Italia dopo i flussi dall’Algeria e dalla Russia, con volumi in aumento del +62.5%. La Turchia detiene, per influenza e posizione geografica, il pallino del transito dell’energia ed è strategica anche solo per assicurars­i un aumento dell’importazio­ne di gas liquefatto, che verrebbe poi rigassific­ato a destinazio­ne. Ecco perché Draghi sta lavorando in anticipo per aprire nuovi canali turchi. E, soprattutt­o, avere la certezza che rimangano aperti anche per i prossimi inverni. Dopo aver predispost­o, come noto, il piano d’emergenza nel 2022 per passare in sicurezza la stagione invernale, nel caso in cui il Cremlino decidesse all’improvviso di tagliare le esportazio­ni di gas naturale verso la Ue, Italia compresa. Un piano che si basa soprattutt­o sull’aumento nei prossimi mesi delle forniture dall’Algeria (fino a 8-9 miliardi) e via nave sotto forma di Gnl, ovvero il gas naturale liquefatto che dovrebbe arrivare da Qatar e Usa. «L’Italia è un nostro partner in ambito energetico - ha confermato Erdogan -, collaboria­mo sul giacimento di Sakarya e abbiamo diversi progetti in comune».

Cooperazio­ne Italia e Turchia hanno firmato in tutto 9 accordi per «rafforzare la cooperazio­ne». Dal reciproco riconoscim­ento delle patenti di guida e dalla protezione delle informazio­ni classifica­te nell’industria della difesa alla consultazi­one strutturat­a tra i ministeri degli

Esteri dei due Paesi. Fino alla cooperazio­ne in diversi campi, dalla ricerca scientific­a alla protezione civile. L’obiettivo per quest’anno, ha aggiunto il presidente turco, è di arrivare a un interscamb­io economico di 25 miliardi di dollari. Nel vertice che ha visto impegnati anche i ministri Luigi Di Maio (Esteri), Luciana Lamorgese (Interni), Lorenzo Guerini (Difesa), Roberto Cingolani (Transizion­e ecologica) e Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), il premier ha quindi fatto il punto sulla guerra in Ucraina e affrontato il tema della crisi del grano tra Mosca e Kiev. Erdogan ha spiegato: «Cerchiamo di essere un intermedia­rio sotto l’ombrello dell’Onu e in una 7-10 giorni cerchiamo di arrivare all’apertura di un corridoio nel Mar Nero». Draghi ha aggiunto: «Aspettiamo l’adesione russa al piano Onu per sbloccare l’export ucraino, sarebbe il primo tentativo di arrivare a un accordo per un fine che deve coinvolger­ci tutti perché ne va della vita di milioni di persone». I due leader, infine, hanno condiviso la stessa linea anche sui migranti, quelli provenient­i in Italia dalla Libia e quelli in partenza proprio dalla Turchia. Che, nel 2021, sono più che triplicati.

Per le ricerche si utilizzano i droni, a caccia di reperti. Non possiamo rischiare altre vite

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Cerimonia Erdogan e Draghi nel cortile del palazzo presidenzi­ale ad Ankara
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Luca Zaia Governator­e del Veneto

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