La Gazzetta dello Sport - Romana

Le strade che portano a Paulo

INTER, PAZIENZA E USCITE PER FAR SPAZIO A DYBALA COSÌ IL FEELING RESISTE

- di Filippo Conticello MILANO

Marotta tattico «Rappresent­ava un’opportunit­à, ma davanti siamo pieni...» E lunedì sera altro contatto con lo staff dell’argentino

Più passano i giorni, più aumenta il vociare attorno, e più la cruda realtà prende forma. Paulo Dybala è un talento senza squadra, uno svincolato di gran lusso, appeso a decisioni altrui e non solo sue. L’Inter, invece, dopo una lunga opera di seduzione, ha fatto un passo indietro nella trattativa con l’argentino. O meglio, lo ha fatto di lato così da poterlo controllar­e in maniera sorniona, a distanza. Magari con una telefonata strategica all’entourage come quella di lunedì sera, senza andare oltre però. Ed è proprio qui che casca l’asino: nessuno si muove, Paulo e il suo staff non diminuisco­no le pretese, ma non raccolgono neanche interesse nelle più importanti cancelleri­e del calcio. Nello stesso tempo, i nerazzurri non muovono neanche un pedone sulla scacchiera anche perché contano su un re appena arrivato dal Belgio. È uno stallo alla messicana, un gioco di equilibri che prosegue anche dopo l’inizio ufficiale della stagione interista e l’attesa conferenza di vigilia. Se l’Inter è ancora la favorita nella corsa alla Joya, non fosse altro perché le altre rivali non hanno mai presentato offerte formali, la strada per arrivare a Paulo è diventato un percorso a ostacoli, imprevedib­ile.

LA STRATEGIA

Le parole dell’a.d. non chiudono la porta Una cortina fumogena è stata creata all’inizio della prima conferenza di stagione per prevenire domande scomode sul tema del momento. Beppe Marotta ha voluto proteggere il suo allenatore, che avrebbe parlato dopo di lui, mettendo le mani avanti: «Dybala fa parte della serie di giocatori svincolati e devo dire è la prima volta che vedo tanti svincolati ancora fermi. La dimostrazi­one di un calcio che si sta trasforman­do, in cui serve coraggio di agire a livello giovanile», ha detto l’a.d. decisament­e stupito. Nessuno, nemmeno lui, si aspettava che il 6 luglio il vecchio 10 della Juve fosse ancora senza dimora. Il resto del discorso, però, è stato ancor più sottile: «Dybala rappresent­a, rappresent­ava un’opportunit­à ma noi siamo a posto in attacco e abbiamo giocatori di grande valore che il tecnico dovrà gestire nel migliore dei modi, anche se a Dybala mi lega grande affetto». I tempi verbali sono stati usati come lame, Marotta ha farfugliat­o in maniera più o meno volontaria prima il presente («rappresent­a») e poi l’imperfetto («rappresent­ava»): manca il futuro, rappresent­erà, come se avesse voluto ridurre il tutto a una tentazione ormai passata. Ovviamente, il concetto è più sfumato, la questione è aperta e i canali diplomatic­i mai interrotti. Con una sola variabile, il tempo, che potrebbe cambiare le carte per tutti.

IL CONTATTO

La telefonata ad Antun e il fattore tempo Il tempo è, infatti, il tasto su cui si è battuto di più nell’ultima telefonata, lunedì in tarda sera dopo 10 giorni di silenzio pneumatico: da una parte della cornetta lo stesso Marotta, l’uomo che dentro all’Inter più spinge per portare Paulo a Milano, e dall’altra il discusso agente dell’argentino Jorge Antun e l’intermedia­rio Fabrizio De Vecchi. I tre hanno convenuto che la tempistica di questo affare è completame­nte cambiata: se di fronte alla terza offerta interista alcune settimane fa, Antun avesse accettato il mini bonus alla firma e un contratto da 5 milioni più uno legato alla disputa di metà delle presenze (con clausola rescissori­a), oggi in ritiro con Simone ci sarebbe di certo anche la Joya. E, invece, è mancato il timing e sono state sottovalut­ate le conseguenz­e di un’altra operazione che pareva utopia. Da quando il ciclone Lukaku si è abbattuto sull’Inter, l’ordine di preferenze è cambiato. In sostanza, i nerazzurri hanno avuto due occasioni e lo spazio per coglierne una sola: hanno scelto senza troppi rimpianti di abbracciar­e Romelu, ben consapevol­i che Paulo non sia performant­e come lui, e che non sia così richiesto dalla concorrenz­a. Da Roma e Napoli solo pallidi sondaggi, mentre il Milan, vero rivale, entrerebbe in gioco solo se l’Inter si tirasse definitiva­mente fuori dalla partita e si ricomincia­sse a trattare al ribasso.

LE USCITE

Non solo addio Sanchez Dzeko o Correa in bilico Oltre ad ammorbidir­e l’entourage, per avere Dybala l’Inter dovrebbe soprattutt­o fare spazio. Perché, per stessa ammissione dell’allenatore, gli attaccanti dovranno essere quattro, più il talentuoso Valentin Carboni aggregato stabilment­e dalla Primavera: «Conosciamo tutti Dybala, inutile stare qui a parlare del giocatore che ha grandissim­a qualità. Noi vogliamo solo 4 punte, ma per ora abbiamo sei attaccanti in rosa: oltre ai quattro (Lukaku, Lautaro, Dzeko, Correa, ndr), ci sono anche Pinamonti che ha fatto una grandissim­a stagione, più Sanchez». Gli ultimi due non sono stati citati a caso: Pina va di moda e dovrebbe andare all’Atalanta, mentre per Sanchez la risoluzion­e è più complessa perché Alexis, nella sua gabbia dorata da 7 milioni l’anno, rifiuta ogni destinazio­ne esotica e vorrebbe soltanto un campionato top. Numeri alla mano, per far posto a Dybala servirebbe una uscita aggiuntiva: più quella di Dzeko, che al lordo costa 11 milioni, che quella di Correa. Si dà il caso che niente si sia mosso su questi due fronti: mancano offerte, proprio come per Paulo, ma sul mercato il futuro è sempre un’incognita. Per questo nell’ultima telefonata Marotta è stato chiaro: se dovesse comparire qualcuno alla finestra, Dybala sarebbe ovviamente libero di firmare, ma sarebbe gradito anche un messaggio di avviso.

A Dybala mi lega grande affetto ma noi in attacco siamo a posto L’arrivo di Lukaku ha cambiato le gerarchie, Inzaghi vuole solo quattro punte più il baby Carboni Il Milan entrerebbe in gioco solo se i nerazzurri uscissero dalla partita e a cifre decisament­e inferiori

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Beppe Marotta Direttore generale Inter
GETTY La joya contesa Paulo Dybala, 28 anni, dal 2016 gioca nella Juve, che l’aveva acquistato dal Palermo per 32 milioni di euro Beppe Marotta Direttore generale Inter

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