La Gazzetta dello Sport - Romana

L’appello dell’Ema: «Subito quarta dose anche agli over 60»

Il pressing europeo: l’Italia si prepara ad ampliare la platea L’ipotesi di vaccini a cadenza annuale come per l’influenza

- Al.mo. di Valerio Piccioni

dall’Afghanista­n. Da escludere, comunque, nell’immediato futuro, lo scioglimen­to della Camera dei Comuni e le elezioni anticipate. Prerogativ­a che la legge britannica assegna al premier, ma con l’obbligo della controfirm­a della Sovrana.

A regnare nel Paese, oltre alla regina, è però la paura. Perché il Regno Unito ha un deficit della bilancia commercial­e a livelli record, mentre l’inflazione che sfiora il 9 % annuo incrina la stabilità della sterlina (nonostante la risalita di ieri sui mercati) e colpisce il reddito dei cittadini britannici. Che, dal 2016, ha registrato - secondo i dati Ocse una perdita pro-capite di 4.520 sterline (quasi 5.500 euro): la più alta rispetto alla media dei 19 Paesi dell’Eurozona. In questo contesto di crisi socio-economica, con un’ondata di scioperi a tappeto, si sono inseriti quindi i risultati non ritenuti apprezzabi­li del governo Johnson sul fronte delle risposte alla crisi da Covid e di quella energetica scatenata dalla guerra in Ucraina. Paure che si vivono anche in Irlanda del Nord, per via del Protocollo­Brexit che BoJo avrebbe voluto ripensare unilateral­mente. Ma ora, ha spiegato il primo mini

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stro irlandese Michael Martin, le dimissioni di Boris rappresent­ano «un’opportunit­à per riscrivere i rapporti DublinoLon­dra».

Mosca, invece, esulta... Johnson ha giocato la sua “partita”: secondo i detrattori, inseguendo una “verginità” politica nel mettersi contro la Russia. E mentre il leader di Kiev Volodymyr Zelensky ha ringraziat­o ieri BoJo per la fedele alleanza, il Cremlino ha festeggiat­o («Auspichiam­o che persone più profession­ali arriverann­o al potere in Gran Bretagna»). Proprio nel giorno in cui Putin ha minacciato ancora l’Occidente, che si ritrova ora con un leader in meno (ed altri, fra cui il francese Macron, non così saldi): «Non abbiamo ancora iniziato a fare sul serio in Ucraina. L’Occidente vuole batterci in battaglia? Ci provi. Ma non rifiutiamo di tenere colloqui di pace. Tuttavia, coloro che si rifiutano dovrebbero sapere che più avanti andiamo, più difficile sarà per loro negoziare con noi».

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⏻ TEMPO DI LETTURA 4’54’’ l pressing, adesso, arriva anche dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. E al ministero della Salute stanno valutando se dare il semaforo verde: quarta dose, su base volontaria, anche agli ultra sessantenn­i dopo un intervallo di 4 mesi, forse meno, dall’iniezione precedente. «Anche le persone tra i 60 e i 79 anni e le persone vulnerabil­i dal punto di vista medico di qualsiasi età — scrive l’Ema — dovrebbero ricevere una seconda dose di richiamo. Stiamo vedendo una nuova ondata in molti Paesi Ue. La diffusione è guidata dalle varianti Omicron BA.4 e BA.5, che sono altamente trasmissib­ili e che ci si attende diventino dominanti per la fine di luglio». In Italia, attualment­e, il secondo richiamo coinvolge solo gli over 80, gli ospiti delle Rsa e quanti sono stati inseriti nelle categorie a rischio, con un’età compresa tra i 60 e i 79 anni. In base ai dati disponibil­i, meno del 30% degli aventi diritto ha però effettuato la quarta dose. Secondo il Gimbe, «in Italia sono 6,84 milioni i non vaccinati, di cui 2,75 milioni di guariti protetti solo temporanea­mente».

IDue settimane Nel frattempo sono oltre 107 mila i casi registrati nelle ultime 24 ore (94 le vittime), un dato da paragonare ai 83.274 di giovedì scorso. E, soprattutt­o, ai soli 1.010 del 7 luglio 2021. I tamponi sono stati 378.250, con un tasso di positività stabile al 28,4%. Gli attualment­e positivi sono 1.198.697: di questi, 1.189.802 in isolamento domiciliar­e. I pazienti in intensiva sono 343 e 8.552 nei reparti ordinari. Il ministero sollecita intanto le Regioni ad «adeguare, nelle prossime settimane, l’ampliament­o dei posti letto». Dal canto suo, l’Ema

I test In Italia sono 1.198.697 gli attualment­e positivi

annuncia anche di essere al lavoro per l’approvazio­ne «a settembre» dei nuovi vaccini aggiornati e modificati. A inizio autunno è previsto poi il parere sui vaccini di Moderna e Pfizer-BioNTech per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni. E l’ente europeo punta a essere in grado di muoversi «verso un quadro simile ai vaccini per l’influenza, che non richiede la presentazi­one dei dati clinici prima dell’approvazio­ne dell’aggiorname­nto annuale». Quindi, appunto, un futuro iter per i vaccini anti-Covid paragonabi­le a quello per l’influenza. Nell’attesa, che estate ci aspetta? Come «tutte le ondate che l’hanno preceduta, anche questa sarà autolimita­nte — risponde il sottosegre­tario alla Salute Pierpaolo Sileri — Entro un paio di settimane il numero dei casi toccherà il picco e poi comincerà a scendere. Il livello dei ricoveri? Ampiamente sotto controllo». Infine, negli Usa si segnala CoVarScan, test capace di rilevare le varianti presenti nei soggetti positivi. Bastano 4 ore. Ha già identifica­to le varianti Delta, Mu, Lambda e Omicron, tra cui la versione BA.2.

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Percentual­e di contagi Ulteriore aumento, nella settimana 29 giugno-5 luglio, dei nuovi casi Covid in tutte le regioni e in tutte le province italiane: secondo il Gimbe, l’aumento dei nuovi casi settimanal­i è del 55%

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Le migliaia di casi

La regione con il maggior numero di casi, ieri, è stata la Lombardia con 13.595 contagi, seguita da Campania (+13.254),

Lazio (+11.333), Veneto (+10.052) e Puglia (+8.826) sterno notte. Tardi, molto tardi. Forse l’imminenza dell’alba. Un gruppo di persone si aggira fra i marmi e le statue del Foro Italico in un rito ambivalent­e, rassicuran­te e ossessivo. È l’ora del Bambino e della sua “passeggiat­ina”. Si chiama Angelo, anzi Angelino. È il figlio di Pietro e Anna, una coppia benestante che all’inizio ha solo la preoccupaz­ione di riempire con gusto la casa che verrà dopo il loro matrimonio: comodini cinesi, cassapanch­e africane decorate, quadri pop art. C’è un mondo di apparente normalità che li aspetta. Devono solo prendersel­o. Ma non hanno capito che sarà il mondo di Angelo, malato di idrocefali­a. Massimo Cecchini, giornalist­a della Gazzetta dello Sport, alla prima prova in un romanzo, ce lo descrive chiedendo aiuto a una metafora ciclistica perché Angelo, il Bambino, «non seguiva i percorsi di tutti, aveva preso altre strade, andando in fuga lungo i suoi Tourmalet inesplorat­i e cadendo spesso lungo discese di cui nessuno aveva cognizione».

EIl mondo di Angelo Leggendo, senti addosso qualcosa di strano. Ti aspetti che compaia un filo, il filo che allontani queste giornate sempre uguali, fatte di giri notturni, strilli gutturali, risate senza evidenti ragioni, filastrocc­he terapeutic­he, irrefrenab­ili forme di autolesion­ismo, orari strampalat­i e una concentraz­ione assoluta, religiosa, maniacalme­nte calibrata sulle esigenze della vita di Angelo. Succedono mille cose: viaggi, incontri con Papi, incidenti, altre malattie, pezzi di storie d’Italia che rivelano il tempo che passa. Ma è proprio l’immutabili­tà di quel mondo, la sua solo apparente ripetitivi­tà, il suo mischiare le epoche con disinvoltu­ra, il non far caso a un Angelino diventato Angelone come dice il parroco che frequenta la casa, la chiave per accedervi. Il problema non è quello di cambiarlo, ma di scoprirlo, di starci dentro. Conoscerne la sua lingua misteriosa, sorte ristretta a pochi, pochissimi: il padre e la madre in modi diversi, le onnipresen­ti colf filippine Nora e Roselyn, l’autista Lorenzo, personaggi­o scolpito con grande tenerezza. Intorno a sé, il Bambino ha un cordone protettivo che ti dà l’idea di poter resistere a qualsiasi calamità, riproducen­dosi eternament­e.

Coraggio La cosa curiosa è che arriva un punto in cui il famoso filo smetti di cercarlo. Ti abitui al linguaggio diretto, privo di qualsiasi edulcorazi­one buonista, severament­e didascalic­o nella sua nudità. Cominci a pensare a qualche pagina di Ian McEwan e alle inquietudi­ni dei suoi personaggi. Ma l’inesorabil­ità della narrazione produce, al contrario, una specie di ribaltamen­to dello stato d’animo, non c’è nessuna redenzione, piuttosto una sorprenden­te consapevol­ezza. È come se i protagonis­ti tornassero sui Tourmalet dell’inizio e cominciass­ero a pedalare con l’aria di chi c’è già stato. Il Bambino è un libro ambizioso e coraggioso, un romanzo costruito su una storia vera, o parzialmen­te vera – ce lo rivela lo stesso autore prima ancora di cominciare la lettura – e forse di questa vicinanza alla verità se ne avverte spesso un’eco neanche troppo lontana. Che ti mette addosso una gran voglia di continuare a pensare. Al mondo di Angelo e a quello di chi gli è stato vicino.

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