La Gazzetta dello Sport - Romana
E il Milan lo aspetta per firmare il rinnovo Incontro dopo il Qatar
In casa rossonera fiducia totale per la firma: il legame del centravanti con il club è totale
secondari, giocano meglio con Giroud al posto del Pallone d’oro.
Pippo 2007 Il Milan invece aspetta a casa. Applaude e spera che il suo numero 9 non si faccia male. Olivier ieri ha detto alla Rai che il gol alla Polonia gli ha ricordato un po’ quello all’Inter nel derby e in effetti qualche similitudine c’è. Si è girato un’altra volta, direbbero i milanisti. Di sicuro le similitudini tra Milan e Francia ci sono. Pioli e Deschamps giocano con lo stesso 4-2-3-1, in cui l’ala sinistra è il giocatore più forte, quasi un attaccante aggiunto, e Theo Hernandez… è Theo Hernandez. «Abbiamo quattro attaccanti forti», ha detto ieri Rabiot, che è abituato a frequentare Giroud in Serie A. Sa che Oli G fa salire la squadra, sa giocare con i compagni e fa i movimenti utili agli altri attaccanti, come il secondo gol dimostra. Poi, quando passa la palla buona in area, fa gol… e scusate se è poco. È la stessa dote che aveva Pippo Inzaghi, un milanista che il 4 dicembre 2007, segnando al Celtic, superò Gerd Müller, diventando il primo marcatore di sempre nelle coppe. Sono passati 15 anni esatti e la magia del calcio non è cambiata. el blu dipinto di blu e di rossonero, ovviamente. Perché passato, presente e futuro, nella formula di questo Giroud così inarrestabile, si mescolano insieme e tutto funziona alla perfezione: sotto i riflettori del Mondiale, Olivier sta continuando a fare quello che fa con una regolarità impressionante anche al Milan. Gol, gol e ancora gol. Siamo a 25 nell’anno solare: più della metà di quelli segnati in Serie A ha contribuito a cucire lo scudetto sulle maglie rossonere, i quattro centri in Champions hanno spinto il Diavolo agli ottavi e il tris in Qatar ha proiettato Olivier più in alto di tutti tra i cannonieri della Francia. Avesse dieci anni in meno, Giroud sarebbe l’uomo mercato
Ndel momento: con un contratto in scadenza tra sei mesi e un rendimento come quello attuale, accompagnarlo alla firma per il Milan non sarebbe esattamente una passeggiata. La realtà però è un’altra, perché l’uomo dei record è uno splendido 36enne che al Milan si sente a casa e per questo non ha mai nascosto l’importanza dell’elisir rossonero per la sua seconda giovinezza: «Per andare in nazionale devi essere decisivo con il club e io al Milan mi trovo benissimo». Ecco, da questo si ripartirà, e dalle parole di ieri, dopo il 3-1 alla Polonia: «Il futuro con il Milan? Sapete che cosa penso su questo. Sono concentrato sul Mondiale, poi quando torno parlerò con Paolo e Ricky (Maldini e Massara, ndr)».
Faccia a faccia Come ha spiegato ieri il francese, lui e i dirigenti parleranno subito al suo ritorno
Un altro anno Prolungamento fino al 2024: si tratterà sull’ingaggio attuale di 3,2 milioni
Tutto pronto Nei piani rossoneri pre-Qatar, l’incontro avrebbe dovuto avere luogo tra febbraio e marzo: niente fretta perché l’intenzione comune è quella di proseguire insieme. È probabile che club e giocatore anticipino i tempi, confrontandosi subito dopo il rientro del numero 9 dal Mondiale, ma la sostanza non cambia: in casa milanista sono convinti che il faccia a faccia sarà risolutivo e condurrà al prolungamento fino al 2024. Piuttosto, occorrerà capire a quali cifre. Giroud oggi guadagna 3,2 milioni a stagione: le promesse saranno rinnovate con la stessa formula?
Ritocco È innegabile che questo rendimento autorizzi l’ex Chelsea a mettere sul tavolo la richiesta di un aumento. Del resto, provare a guadagnare qualcosa in più quando la scadenza si avvicina è nella logica di qualunque trattativa e lo sarebbe a maggior ragione nel caso di un campione che “rischia” di tornare a Milano con un’altra Coppa del mondo (e altri gol) in valigia. Per il Milan, peraltro, si tratterebbe di ritoccare un ingaggio che gli sconti fiscali del Decreto Crescita alleggeriscono al lordo. Vero, il passo sorprendente di Giroud può attirare l’attenzione di altri club, magari una big d’Europa a cui un bomber seriale in scadenza potrebbe fare comodo, anche da alternativa. Ma la sua scalata, Giroud l’ha già completata al Milan: davanti aveva un certo Ibra e poi... Anche per questo, tra Olivier e il Diavolo non potrà mai essere solo una questione di soldi, il legame va oltre. In gioco ci sono una scelta di vita ben precisa, un progetto che ha messo il francese al centro della squadra di Pioli («Raccoglie tutte le caratteristiche importanti per essere un leader», ha detto il tecnico a Sky) e la prospettiva di trascorrere gli ultimi anni della carriera da protagonista, in un club che anche grazie ai suoi gol è tornato a vincere lo scudetto e che ora lotta per la seconda stella. Non resta che metterci ancora la firma, in tutti i sensi.