La Gazzetta dello Sport - Romana
La carica dei 60 mila dà più forza alla squadra
iamo alla gente e prendiamo dalla gente. Noi contagiamo loro e loro contagiano noi». Forse è tutto qui. Forse meglio di Rodrigo Del Paul, quel che si vede girando per Doha e gli stadi del Mondiale seguendo l’Argentina, non è possibile raccontarlo. Amore puro come nessun’altra nazionale al mondo può vantare. Amore che si tocca, non è solo nell’aria. Ha una conseguenza pratica, quella di trascinare Messi e compagni oltre i momenti di buio che ogni partita rischia di metterti davanti. Lo spettacolo dell’Ahmad Bin Ali, due sere fa
«Dcontro l’Australia, è stato memorabile. «Il tifo è straordinario, siamo una cosa sola con la gente che è qui e quella che tifa dall’Argentina», ha raccontato Messi.
Numeri Ci sono le parole e i numeri, poi. Ci sono 60 mila argentini arrivati qui a Doha, secondo i dati diffusi dall’organizzazione locale: di giorno li incroci facilmente a spasso per la città, tra il Souq e la Corniche. La sera inondano gli stadi. I 90 mila
Un popolo unito
I tifosi dell’Argentina in Qatar al seguito della Nazionale spettatori di Argentina-Messico, 88.966 per la precisione, sono il dato più alto registrato in una partita di un Mondiale dalla finale di Usa ’94. Il resto non si misura. Si sente, si ascolta, si percepisce, resta sulla pelle. E nelle orecchie. C’è un coro che accompagna Messi e compagni, in questi giorni. Si aggiunge a quel «Vamos vamos Argentina» che rimbomba dal Mondiale del ’78. E’ il preferito di Messi e un motivo c’è. «En Argentina nacì, tierra de Diego y Lionel», in Argentina sono nato, la terra di Maradona e di Messi. Il canto è una poesia. E si chiude così: «Diego, nel cielo possiamo vederlo, con don Diego (il padre di Maradona, ndr) e con la Tota (mamma Maradona) che incoraggiano Lionel». E’ il filo che unisce l’Albiceleste. Alto e basso: l’Argentina è un mix di popolo e talento. Ed è una carta che le altre pretendenti alla Coppa non possono calare sul tavolo.