La Gazzetta dello Sport - Romana

Più passaggi e più occasioni Insostitui­bile Leo

FULMINE MBAPPÉ MESSI LEADER FANTASIA NEYMAR I 10 CON LA CORONA

- Di Luigi Garlando

ylian Mbappé, nonostante un problemino alla caviglia che lo ha tenuto a riposo ieri, non è mai stato così bene, nella testa e nelle gambe, e contro la Polonia lo ha fatto capire: l’assist per il vantaggio di Giroud e due gol altrettant­o meraviglio­si con cui si è preso momentanea­mente la copertina del torneo. Cinque gol in 4 partite, 9 complessiv­i ai Mondiali, come Baggio, Eusebio, Rummenigge e altre divinità. Nessuno è arrivato a quella quota prima dei 24 anni. Ma non è solo questione di numeri. Contro la Polonia Mbappé ha piazzato un paio di progressio­ni feroci a tutto campo e, al termine, ha respirato a bocca chiusa come se fosse appena sceso da una scala mobile. Sta bene nelle gambe e anche nella testa, come ha dimostrato con l’allegra liturgia dei festeggiam­enti dopo i gol. Anche Leo Messi è nelle condizioni mentali ideali per affrontare il Mondiale. Anche lui, dopo la vittoria sull’Australia, ha sorriso molto in campo, come raramente nei suoi trascorsi con la Seleccion, pieni di fantasmi e di delusioni. Però, avendo 35 anni, cioè 12 in più di Kylian, non può permetters­i di sfrecciare da porta a porta e respirare a bocca chiusa. Vero che dei tre è l’unico che ha giocato per intero i 360’ delle prime quattro partite (che fanno più di 400’ aggiungend­oci i maxi-recuperi), però va tenuta in conto un’agevolazio­ne tattica che sembra studiata apposta per lui. Leo inizia la partita con un raggio d’azione ampio, in orizzontal­e e verticale, per destabiliz­zare e imbucare il nemico, e chiude il match accanto al centravant­i, nel 3-52 che il c.t. Scaloni ha fatto scattare puntualmen­te nelle ultime tre partite. Inoltre la Pulce si trascina una noia alla caviglia che l’ha condiziona­to negli allenament­i della prima settimana e lo ha fatto zoppicare durante l’esordio contro l’Arabia Saudita. Molto più invasivo l’infortunio alla caviglia di Neymar, colpito duro contro la Serbia. Il suo recupero è stato sorprenden­te, ma la smorfia di dolore in panchina, mentre con la forbice tagliava la fasciatura protettiva al piede, dopo la sostituzio­ne, è indicativa di una guarigione ancora in corso. O Ney ha potuto permetters­i solo 165’ di campo nei primi quattro match - recuperi compresi -, ora sta meglio, ma anche le prossime partite serviranno di rodaggio nella speranza di arrivare al top quando ci sarà da giocarsi il titolo. Aver scacciato l’incubo di un Mondiale già finito e aver trovato subito il gol gli ha comunque riempito la testa di allegria. Infatti ha ballato molto in campo con i compagni.

KSono entrati nel Mondiale come i cavalli tra i canapi del Palio di Siena, uno alla volta. Ha cominciato Lionel Messi segnando all’Arabia Saudita il gol del momentaneo vantaggio nella partita d’esordio. Anche Kylian Mbappè ha segnato subito nella goleada all’Australia, ma il francese è entrato veramente tra i canapi di Qatar ’22 con la doppietta alla Danimarca nella seconda partita. Per ultimo si è presentato Neymar, infortunat­osi all’esordio contro la Serbia e rientrato con un gol su rigore nell’ottavo di finale contro la Corea del Sud. Ora si sono schierati tutti e tre, hanno segnato tutti e tre: Mbappè cinque volte, Messi tre, Neymar una. Sono pronti a scattare, dai quarti in poi, per il Palio del Qatar. Erano i più attesi, i primi eroi delle tre nazionali più pronostica­te: Argentina, Brasile, Francia. Sono le tre corone del torneo, come Dante, Petrarca e Boccaccio. La poesia del Mondiale. Prima o poi le loro strade si incroceran­no. Nell’attesa, sulla soglia dei quarti di finale, proviamo ogliere Messi dall’Argentina non è come togliere Mbappè dalla Francia o Neymar dal Brasile. Sfilare la Pulce dalla Seleccion è come sfilarle l’anima. Non stiamo parlando di carisma, lo faremo dopo, stiamo parlando di tattica. Messi parte sempre come centravant­i di manovra tra due esterni. Si muove in verticale, va incontro alla palla per aiutare la costruzion­e e svuota lo spazio per Julian Alvarez che irrompe dalla fascia. Con il passare del tempo, si allarga per inventare con meno pressione e finisce come seconda punta, accanto al centravant­i, quando Scaloni fa scattare la difesa a 3 o a 5. Copre un raggio enorme di spazio e di funzioni, come nessun altro della rosa potrebbe fare, a parte Dybala che però non gode della consideraz­ione che meriterebb­e. Anche i numeri confermano che la Pulce partecipa molto di più al gioco delle altre due corone. Media palloni toccati per partita: Messi 75,75, Neymar 71,5, Mbappé 60,5. Media occasione create: Messi 3,25, Neymar 2,5, Mbappè 2. E’ chiaro che anche la Francia, senza Mbappè, diventereb­be un mondo molto meno ambizioso, però Kylian occupa quel ruolo e quello spazio lì, largo a sinistra, all’imbocco dell’autostrada diretta alla porta e, almeno quanto a funzione tattica, è più facilmente sostituibi­le di Messi. Se si parla invece di qualità

Ta pesarli per cercare di indovinare chi andrà più lontano. Chi sta meglio? Qual è la loro condizione psicofisic­a attuale? Quale dei tre influisce di più sul rendimento della propria squadra? Quale ha più virtù da trascinato­re e saprà far crescere i compagni? Chi metterà in campo le motivazion­i più feroci? Giocano nello stesso club, il Paris Saint Germain. Qui a Doha si sono scomposti in colori diversi e portano lo stesso 10 sulla schiena. Tra carezze affettuose al sofferente Pelè.

⏻ TEMPO DI LETTURA 1’13” tattica, non esistono sulla terra pezzi di ricambio: nessuno può riprodurre la sua tecnica in velocità; nessuno può bruciare l’erba con uno strappo secco che crea superiorit­à. Lo evidenzia la graduatori­a della media dei dribbling riusciti che mette Mbappé (3,25) davanti a Messi (2,25) e Neymar (1). Il francese comanda anche per media tiri; Mbappé 5,25, Messi 4,75, Neymar 3,5. Discorso analogo per Neymar. Di giocatori che possono inventare sulla trequarti, il Brasile abbonda, come ha sempre abbondato in tutta la sua storia, e infatti la Seleçao ha ballato buon calcio anche nelle partite precedenti, quando O Ney era in infermeria a curarsi la caviglia gonfia. Ma nessuno può offrire la genialata di uno spunto risolutore a ridosso dell’area che garantisce lui, per questione di talento e di esperienza. Il trentenne Neymar, circondato da giovani compagni dai 25 anni in giù (Paquetà, Raphinha, Richarliso­n, Vinicius) resta il miglior ponte a disposizio­ne di Tite per arrivare al gol. Anche se il Brasile, al confronto di Argentina e Francia, ha più gente che ci arriva da sola, anche senza ponte.

⏻ TEMPO DI LETTURA 1’57”

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Lionel Messi, 35 anni, Kylian Mbappé, 23, e Neymar, 30: giocano insieme a Parigi, in Qatar si giocano il trono mondiale con Argentina, Francia e Brasile
INVIATO A DOHA (QATAR) Dal Psg al Qatar Lionel Messi, 35 anni, Kylian Mbappé, 23, e Neymar, 30: giocano insieme a Parigi, in Qatar si giocano il trono mondiale con Argentina, Francia e Brasile
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