La Gazzetta dello Sport - Romana
Inzaghi rilancio s
LA MOLLA LUKAKU E L’INCURSORE MICKI «INTER, ORA PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO»
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Vittorie in 7 partite L’Inter ha vinto sei delle ultime sette partite giocate in Serie A (18 punti su 21): solo il Napoli (sette su sette) ha fatto meglio nello stesso lasso di tempo
Prima di cominciare una pacca sulla spalla a Edin Dzeko, che ha tirato la carretta in questo lungo tempo sospeso senza Lukaku. Un saluto vigoroso pure a Milan Skriniar, dalle cui labbra pende l’Inter per sapere se e quando rinnoverà. E poi, a turno, una breve chiacchierata col centrocampo imbastito finora: Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan sorridono di gusto col loro allenatore. Simone Inzaghi, nel tepore della mattina maltese, sparge così buon umore ai suoi ragazzi prima di radunarli in cerchio e arringarli per cinque minuti almeno. Si trova qui a Ta Qali, nel Centenary Stadium piantato proprio al centro di Malta, non solo per una mini-tournée, ma per un proposito assai più in alto: prova a gettare nuove fondamenta per la seconda parte di stagione e per tentare l’inseguimento ardito al Napoli. Gli 11 punti di distanza saranno tanti, ma non è ancora finita a sentire il tecnico interista tornato a parlare ieri dopo 23 giorni di riposo e silenzio: «Il campionato ha detto che dal Milan in giù ci sono 4-5 squadre che si sono equivalse, mentre il Napoli è stato straordinario. Ma mancano ancora 23 gare alla fine, c’è spazio per tutti: vincere lo scudetto è un augurio e una speranza. Abbiamo, però, visto che 10 vittorie in 15 partite non bastano: dobbiamo alzare la media, abbiamo un piano con lo staff per essere subito pronti a gennaio».
Cambia (quasi) tutto Quello al Centenary è stato il secondo allenamento maltese dopo la sgambata di lunedì, prima dell’amichevole-scampagnata contro i locali dello Gzira United finita 6-1. Oggi, poi, c’è un incrocio ben più impegnativo contro il Salisburgo. Sarà un primo vero innesto di carburante, in attesa di ritrovare da sabato ad Appiano i primi pezzi grossi reduci dal Mondiale, da Onana a Lukaku. Nei piani di Simone proprio il belga, ormai senza più guai al flessore ballerino della coscia sinistra, dovrà essere l’uomo della trasformazione, il profeta del cambiamento: a lui finalmente le chiavi di una nuova Inter, non solo in attacco, ma indirettamente pure in difesa. Con la presenza stabile di Rom cambia il modo di offendere, vi
Calhanoglu e la moglie sta la differenza quasi filosofica tra il suo calcio ultra-fisico e quello più di grana fina di Dzeko, ma si offre alla squadra la possibilità di cambiare strategia in corsa e usare l’antica arma delle ripartenze con la catapulta belga. A Inzaghi, quindi, il compito di ridestare il suo centravanti «sia fisicamente che psicologicamente»: «Lukaku era chiaramente deluso dopo il Mondiale perché ci teneva tanto – ha aggiunto il tecnico -. Ma ha giocato 45 minuti contro la Croazia, con lui il Belgio ha avuto tre chance che in tutta la partita non aveva avuto... Gli ho parlato da attaccante, si è creato le occasioni e deve stare sereno». Che poi il belga scalpiti pur di rivestirsi di nerazzurro e scordare i guai mondiali lo si vede da altri dettagli: avrebbe potuto far vacanza fino a martedì prossimo, ma già venerdì sbarcherà a Milano.
Lo scatto Più in generale, l’Inter del 2023 vuole essere in grado di abbassare il baricentro quando arriva la bufera: non è scontato, ma è necessario a volte. Del resto, quei 22 gol presi nella sola Serie A sanguinano e dalla risoluzione dei problemi dietro passerà la rincorsa alla vetta. Su questo specifico aspetto la ricetta di Inzaghi si ferma a
Al lavoro Lukaku, reduce dal Mondiale, sarà sabato con la squadra ad Appiano Gentile