La Gazzetta dello Sport - Romana

Nikola Vlasic

Crozia ai quarti, Nikola ha un pensiero speciale: «A Torino sono felice, mi sento davvero a casa»

- Di Davide Stoppini

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I milioni definiti in estate per acquistare Nikola Vlasic dal West Ham. Il croato è arrivato al Torino ad agosto in prestito gratuito con diritto di riscatto l sorriso è mondiale e non potrebbe esserci aggettivo diverso. Nikola Vlasic passeggia lungo la zona mista dello stadio Al Janoub e se la gode, perché la Croazia è entrata tra le prime 8 del mondo e perché l’ha fatto anche grazie a lui. Grazie a un rigore che ha messo subito in discesa la serie contro il Giappone. E grazie, certo, alla fiducia del c.t. Dalic, che gli ha affidato uno dei momenti più importanti di tutto il torneo.

I▶ Come mai proprio il primo rigore?

«L’ho scelto io. Volevo iniziare, tirare prima dei miei compagni. Ero in fiducia, mi ero allenato molto sui rigori nei due giorni prima della partita ed era andato tutto bene. Non ho mai pensato di poter sbagliare, non avevo paura. Così mi sono avvicinato a Dalic e gli ho urlato “Vado io”. E lui non ha detto nulla».

▶Qual è il segreto della Croazia? Meglio ancora: in Russia tre partite vinte tra tempi supplement­ari e calci di rigore. Ora un’altra volta. Non può essere un caso, neppure a distanza di anni. Dalic ha detto: «Quando sono terminati i 120 minuti, ero sicuro che saremmo passati». «E infatti non credo sia un caso. Sia in Russia sia qui, la nostra nazionale è formata da giocatori molto esperti, che sanno gestire i momenti decisivi. Poi, vicino a loro, c’è gente più giovane, affamati. È il giusto mix. E quando si crea questo, ne viene fuori una squadra con una grande mentalità. Credo si veda anche dall’esterno: anche quando siamo

Ha scelto Nikola di tirare per primo col Giappone Quando lunedì l’ottavo di finale tra Croazia e Giappone è scivolato ai calci di rigore, Nikola Vlasic ha chiamato il c.t. Dalic e gli ha detto di voler essere il primo a calciare dal dischetto. Poi ha non ha sbagliato, dopo è iniziata la festa croata

NATO A SPALATO (CROAZIA) IL 4 OTTOBRE 1997

RUOLO ATTACCANTE Cresce nel vivaio dell’Hajduk Spalato (come Ivan Juric) fino ad arrivare in prima squadra: il debutto tra i profession­isti arriva in Europa League. Nel 2017 lo acquista l’Everton per 10 milioni di sterline, in Premier trova però poco spazio. Così dopo una sola stagione si trasferisc­e in Russia, al Cska, con cui gioca anche in Champions. Nel 2021 torna in Inghilterr­a, stavolta al West Ham. Dall’estate è al Torino, la sua prima volta in Serie A. sotto, come è accaduto col Giappone, non perdiamo la fiducia. Pensiamo sempre di poter rimontare e ribaltare il risultato. L’atteggiame­nto è sempre positivo. E questo in gruppo aiuta il singolo a essere protagonis­ta».

▶D€tta così, sembra semplice. «Ma guardi che ne siamo convinti tutti, dal primo all’ultimo. Tutto può accadere, dobbiamo pensare che sia possibile. Che tutto possa diventare realtà».

▶ Beh, il portiere Livakovic è l’esempio perfetto di quel che dice.

«Dominik è stato incredibil­e. Tre rigori in un Mondiale, cosa dire? Lui ha deciso il nostro destino».

▶ Quattro anni fa, in Russia. Che ricordi ha di quel torneo e di quella squadra arrivata in finale?

«Io davanti alla tv, nervoso ed entusiasta. Sono molto felice qui di aver replicato in parte quelle vittorie. Di far parte di questa Croazia. Siamo una grande squadra, possiamo fare molte cose».

▶ Ce l’ha una dedica, per questo approdo ai quarti di finale?

«Mi sento di condivider­e questa gioia con i tifosi del Torino. Sono fantastici. Dal primo giorno che sono arrivato in città, mi hanno portato per mano. Quando li incontro per strada mi ripetono sempre “Grande Toro”, “Grande Toro”. Tutti mi chiedono di restare a lungo. Sono molto felice al Toro, vediamo quello che accadrà in estate, ma in questo momento voglio solo godermi la gioia e il divertimen­to di indossare quella maglia e pensare a vincere le partite per farli felici».

Dal primo giorno i tifosi con me sono stati fantastici: mi hanno portato per mano

▶ Ma dove volete arrivare, lei e la Croazia? Cosa vi siete messi in testa? Ora avete il Brasile. «Molto semplice la risposta. Vogliamo arrivare il più lontano possibile. Il Brasile è una formazione fantastica, molto complicata da affrontare. L’ha vista la loro rosa? Hanno due squadre. Ed entrambe sarebbero in grado di vincere questo Mondiale. Tra titolari e chi sta in panchina non saprei davvero dire chi è più forte con esattezza. Io non so a che punto saremo, alla fine di questo Mondiale. Ma di una cosa sono certo: siamo in grado di giocarcela con chiunque, anche con il Brasile».

La Croazia? Il Brasile ha due squadre ma siamo in grado di giocarcela con loro per andare lontani

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