La Gazzetta dello Sport - Romana

Sì a sponsorizz­azioni e pubblicità E lo sport spera in nuove risorse

- Di Valerio Piccioni

La crisi

Il calcio profession­istico italiano sta vivendo un momento di grande crisi come dimostrano anche gli sviluppi del caso Juve. Con il Covid, ma la corsa a indebitars­i era cominciata prima, la Lega calcola che si siano persi un miliardo e mezzo di euro.

Le richieste Nel 2022, erano stati sospesi i pagamenti dei versamenti fiscali e previdenzi­ali che ora però vanno pagati entro il 22 dicembre

Non solo rate

La discussion­e con il governo sta però allargando­si ad altri campi alla ricerca di soluzioni per il rilancio del «prodotto» calcio.

11,8

raccolti grazie alle scommesse sportive sul calcio nel 2021: la cifra è aumentata di quasi sei volte, dato che nel 2006 era di 2,1 miliardi di euro commesse. Anzi, «diritto alla scommessa». Per un calcio che cerca nuove risorse, è un’espression­e chiave. Se n’era avuta conferma già lunedì, durante la mezz’ora di incontro al Coni fra Andrea Abodi e il presidente della Federcalci­o Gabriele Gravina. Ieri, c’è stato però un ulteriore passo avanti perché il ministro dello Sport ha parlato di «diritto alla scommessa a vantaggio degli organizzat­ori degli eventi sportivi» proponendo­si di fare entrare l’argomento nel «pacchetto competitiv­ità». Insomma, non un’opzione generica all’insegna del quando si potrà, ma un obiettivo a distanza ravvicinat­a.

SIl contenitor­e Di fatto, il «tavolo istituzion­ale» di cui Abodi aveva parlato un mese fa, si è aperto. E dall’ordine del giorno si è passati a una lista di obiettivi, peraltro quasi del tutto condivisi con Federcalci­o e Lega. Così il ministro ha esplicitat­o ieri la tabella di marcia: inserire fra legge di Bilancio (che deve essere approvata entro la fine dell’anno) e conversion­e in legge del decreto «aiuti quater» (entro il 18 gennaio 2023) la possibilit­à di cedere i diritti tv anche in Italia con contratti (ma non per quelli già in corso) quinquenna­li e non solo triennali, una mossa che per club e Lega è ritenuta strategica per attrarre un maggiore interesse dei broadcaste­r, e le norme per contrastar­e con più efficacia la pirateria digitale, «un fenomeno criminale che sottrae rilevanti risorse finanziari­e utili alla serie A e attraverso la mutualità, al resto del sistema calcistico». Sul resto, la strada è meno segnata e semplice, ma il tentativo è quello di sancire il «diritto alla scommessa», sostanzial­mente un prelievo sulla raccolta, in tempi brevi.

Betting Nel pressing del ministro dello Sport c’è anche il superament­o del divieto di sponsorizz­azioni per le aziende di betting per contrastar­e la ludopatia. Quel decreto è costato al calcio, stima della Lega di A, circa 100 milioni a stagione. La sottosegre­taria

303 100

portati nel 2021 nelle casse dell’Erario dalla raccolta delle scommesse sul calcio: un dato record. Il secondo sport, il tennis, non supera i 61,4 milioni di euro Valentina Vezzali aveva provato a riunire attorno a un tavolo i vari attori della vicenda, dalle associazio­ni per il contrasto alle «malattie» da gioco alle istituzion­i sportive. Ma la discussion­e non era riuscita a diventare compromess­o. Ora si sta cercando di disegnare un confine fra «azzardo» e «abilità».

Salva sport C’è poi il tema della torta delle scommesse su cui da sempre il calcio rivendica la sua fetta anche in virtù del contributo che dà al fisco. Proviamo a fare un po’ di conti. Nel 2021 sono stati giocati 11,8 miliardi di persi, secondo la Lega Calcio, a partire dalla fine del 2018 a causa della misura che ha previsto il divieto di pubblicità anche indiretta delle scommesse scommesse sul calcio in Italia che hanno portato all’Erario qualcosa come 303 milioni di euro, il 73 per cento del totale dello sport, con il tennis in seconda posizione con 61,4 milioni e il 14,8 per cento della raccolta. Negli anni più duri del Covid, il 2020 e nel 2021, con il ministro dello sport Vincenzo Spadafora era nato il prelievo «Salva sport», che attraverso lo 0,5 per cento aveva fruttato 90 milioni di euro per aiutare lo sport fra le intemperie del virus. Ora, il tentativo è quello di rilanciare questa misura. La Federcalci­o insiste per un prelievo dell’un per cento (150-160 milioni di euro). La cifra, però, si sta ancora studiando. Un passaggio non facile perché già la precedente formulazio­ne, aveva scatenato la ribellione dei concession­ari con tanto di ricorsi al Tar con differenti esiti. D’altronde già nel 2019, quando era alla guida dell’Istituto per il Credito Sportivo, Abodi propose in Parlamento un prelievo da investire sul fronte dell’impiantist­ica sportiva.

Abodi:diritti tv subito a 5 anni e stretta anti pirateria. Si studia anche un prelievo a vantaggio degli organizzat­ori degli eventi

Il patto In ogni caso, il «pacchetto competitiv­ità» dovrà essere basato su un nuovo «patto» fra Stato e calcio. L’obiettivo è quello di aprire delle nuove strade per aumentare i ricavi frenando al tempo stesso corse all’indebitame­nto e gestioni dissennate che hanno aggredito il sistema ancor prima della crisi Covid. Una scommessa, è proprio il caso di usare questa parola, che il pallone deve vincere.

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Andrea Abodi, 62 anni, ex n°1 della Lega di B e consiglier­e Figc, dal 22 ottobre è ministro per lo sport e i giovani
Abodi Andrea Abodi, 62 anni, ex n°1 della Lega di B e consiglier­e Figc, dal 22 ottobre è ministro per lo sport e i giovani
 ?? ?? Gravina Gabriele Gravina, 69 anni, ex n°1 della Lega Pro, dal 2018 è presidente della Figc
Gravina Gabriele Gravina, 69 anni, ex n°1 della Lega Pro, dal 2018 è presidente della Figc

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