La Gazzetta dello Sport - Romana
Sousa non fa drammi: «Grande Toro Promuovo il pubblico e la mentalità»
Buongiorno Difensore Torino
Diversi in tutto, ma proprio in tutto. Eppure, sono loro i gemelli diversi del Toro della dolcissima notte di Salerno: lo stravagante Radonjic e l’ordinatissimo (e laureato) Buongiorno, l’artista Nemanja e il capitano morale (e del prossimo futuro) Alessandro. Il primo giramondo, il secondo torinista e granata fin nel midollo al punto che quest’anno taglia il suo diciottesimo anno da tesserato del Toro (è entrato nel vivaio all’età di sei anni a mezzo). Ieri Buongio ha spezzato l’equilibrio, poi Rado ha messo le ali al Toro. E da qui comincia la storia nella storia di un lunedì notte che manda i granata a letto a fare sogni bellissimi.
Svolta? Con Radonjic Juric le sta provando tutte: lo ha pungolato, stimolato, alle volte anche escluso, ieri lo ha rimesso al centro del Toro. Radonjic si è portato nell’albergo salernitano i video sul telefonino del suo splendido gol di quindici giorni fa, quello con il quale aveva messo a tappeto il Genoa. Poi ha lasciato il telefonino in camera, e all’Arechi ha deciso di girare tutto un altro film. Ha realizzato la sua prima doppietta in carriera nei cinque principali campionati europei: è salito a tre reti ed è, in questo momento, il quarto miglior marcatore della Serie A. È andato a bersaglio per due partite di fila (Ge
Allenatore Paulo Sousa, 53 anni, secondo anno alla Salernitana
detto l’allenatore Paulo Sousa -. Abbiamo preso il primo gol su un nostro errore, così come il secondo ma prima c’era un rigore per noi. In avvio secondo tempo con le sfatti. Su di lui contiamo tantissimo, ma aspettiamo un attimo prima di aggiungere altro». Nel discorso di Juric, ad esempio, entra anche l’errore di Radonjic quando fallisce il colpo facile del 4-0. «Ma io ormai a queste cose ci sono abituato, per cui non gli dico niente – prosegue l’allenatore -: anche in allenamento Rado fa grandissimi gol e poi sbaglia occasioni molto semplici. Me lo prendo così com’è».
Emozioni Buongiorno è al suo secondo gol in Serie A. Entrambi in trasferta: la prima volta, il 3 maggio, a Marassi nella casa della Sampdoria. «Siamo veramente contentissimi – racconta Buongiorno -, perché dovevamo dare continuità al nostro cammino dopo la vittoria contro il Genoa e ci siamo riusciti. In queste due settimane, abbiamo lavorato duro e sodo: la vittoria è stata la conseguenza del lavoro». Buongio è un ragazzo ricco di valori e di sentimenti. In estate, a lui si era interessata l’Atalanta ma lui ha avuto il coraggio e la forza di dire di no ai nerazzurri: «Sono rimasto per vivere queste emozioni che sono impagabili - dice -. Quello è stato il momento di una grande scelta da parte mia nel quale ho riflettuto a fondo. Alla fine, ha vinto il cuore e sono contento che sia andata così». È la guida spirituale dello spogliatoio, oltre che un riferimento assoluto in campo. Ieri, all’Arechi, ha rotto l’equilibrio sotto gli occhi di Salvatore Russo, collaboratore del c.t. Spalletti, allo stadio proprio per vedere lui. «I nostri obiettivi? Lavoriamo per esserci e per migliorare in ogni allenamento e in ogni partita per cercare di fare più punti possibili». Il retroscena lo regala alla fine, perché quasi-quasi ha rischiato di saltare Salerno: «Ho vissuto gli ultimi due-tre giorni con qualche problemino fisico, e solo grazie al lavoro dello staff medico sono riuscito a giocare. Li voglio ringraziare, perché lavorano tantissimo dietro le quinte».
Restare è stata una scelta di cuore: sono rimasto per vivere emozioni come quelle di oggi
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