La Gazzetta dello Sport - Romana
Marcell Jacobs
iove, il Garda è grigio. Poi, di colpo, esce il sole e tutto prende colore. L’Eden Lounge Bar, a metà pomeriggio, è in ogni caso affollato da gente di tutte le età. L’elegante locale - vicino al Tre Stelle, lo stadio dell’atletica - da un paio di mesi è di Marcell Jacobs, che a Desenzano ha le proprie radici, ed è gestito da mamma Viviana e dal fratello Jacopo. È qui che il campione olimpico sceglie di ufficializzare una scelta che, in un modo o nell’altro, cambierà la sua carriera.
▶Allora,
PMarcell: è vero che Paolo Camossi non è più il suo allenatore?
«Sì, il rapporto di collaborazione con Paolo si è esaurito».
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Può spiegare perché?
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«Insieme abbiamo scritto la storia dell’atletica italiana e mondiale. Abbiamo condiviso momenti bellissimi. Ma la vita ha le sue fasi e siamo arrivati alla conclusione che sia giusto separare le nostre strade».
Immaginiamo non sia stata una decisione facile.
«Tutt’altro, non lo nascondo. Paolo è stato per me una guida importante, fondamentale. Gli auguro di avere fortuna e successo nella futura carriera professionale. Anche se le nostre strade si dividono, per me resta un grande coach».
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Perché si è arrivati a questo
Nato a El Paso (Texas, Stati Uniti) il 26 settembre 1994, è alto 186 centimetri per 84 chili. È cresciuto a Desenzano del Garda (Brescia) e vive a Roma. Dal 2015 allenato da Paolo Camossi, gareggia per le Fiamme Oro. Sposato con Nicole dal settembre 2022, ha tre figli. Nel 2021 ha vinto i 60 degli Europei indoor di Torun, in
Insieme abbiamo scritto la storia, per me resterà sempre un grande coach
Non sono un ragazzino che cambia tutto e ricomincia da capo. Ho una base importante
Ho fiducia, questo è un punto di partenza per ritrovare il Marcell di Tokyo
«Ho bisogno di atleti che mi spronino e aiutino nei lavori impegnativi»