La Gazzetta dello Sport - Romana

FUOCO CICCONE

«Mi esalto a pois Con la fantasia Pogacar e Roglic posso batterli» Oggi Giro dell’Emilia a Bologna: il re della montagna al Tour contro i due fenomenali sloveni

- Di Ciro Scognamigl­io BETTINI l. gial.

dealmente lo abbiamo lasciato sul podio di Parigi, l’Arco di Trionfo dietro le spalle e i colori della Pimpa – pallini rossi su sfondo bianco – a vestirlo nella penultima domenica di luglio. Giulio Ciccone non si è certo fermato dopo il Tour de France, ma certamente la Grande Boucle lo ha – di nuovo – proiettato in un’altra dimensione dopo che quattro anni fa vestì per due giorni la maglia gialla. Esserne incoronato miglior scalatore alla fine è diverso, ma comunque parecchio significat­ivo, specie consideran­do il fatto che negli ultimi anni quella classifica l’avevano vinta Pogacar e Vingegaard: «I pois mi hanno fatto diventare un simbolo», spiega il 28enne abruzzese della Lidl-Trek, che oggi al Giro dell’Emilia (edizione 106, iconico finale a Bologna sul San Luca) prende la vera rincorsa fino al Lombardia di sabato prossimo, l’appuntamen­to a cui più tiene nel tramonto del 2023 agonistico. E sfida ancora una volta i due fenomenali sloveni Tadej Pogacar e Primoz Roglic, re del Giro.

▶Giulio,

con la maglia a pois ha corso parecchi criterium post-Tour: com’è andata?

«Credo che i circuiti siano stati sette. Me li sono goduti, sono stati grandi feste. Il podio di Parigi, per un ciclista, è come arrivare sull’Everest, raggiunger­e una cima. Io mi ero posto un obiettivo finale grande e fattibile. Ci pensavo da tempo, ce l’ho fatta: grande soddisfazi­one».

▶Si

è sentito amato con la maglia a pois?

«Sì. Quella casacca è speciale. Soprattutt­o in Francia, Belgio, Olanda. In Francia non c’è tanta differenza con la gialla. Lungo le strade, tra gli spettatori l’80% indossa maglie a pois».

INon è che questo piccolo Tour dei circuiti ha sostituito il viaggio di nozze con Annabruna, che ha sposato a giugno?

Sorride. «No. Lei è venuta, ma la luna di miele dobbiamo ancora farla! L’idea resta quella di realizzare un coast-to-coast negli Usa, ma non quest’anno».

▶Com€

sta dopo aver già corso il Trofeo Matteotti in azzurro e il Giro del Lussemburg­o?

«Bene. Peccato che nel giorno più impegnativ­o, in Lussemburg­o, ci fossero appena sette gradi, pioggia, un po’ tutto falsato. Non è stato un vero e proprio test. Ma ho lavorato, la condizione è buona. Sono motivato per chiudere l’anno, non voglio finire nell’anonimato».

▶Dic€va

«Per me è bellissimo. E del finale di Bergamo conosco ogni centimetro. Ho vissuto a Sorisole, innamorato dello sterrato. Ha già vinto due volte la Strade Bianche, nel 2014 e 2017, e la sua immagine a braccia aperte in piazza del Campo a Siena, davanti a migliaia di tifosi, è una delle più belle cartoline della classica Gazzetta/Rcs Sport, amatissima dai corridori.

Michal Kwiatkowsk­i è uno dei corridori più in vista del gruppo: campione del mondo 2014, vincitore della Milano-Sanremo 2017 con quella volata pazzesca su Sagan e Alaphilipp­e, e poi Tirreno-Adriatico, due Amstel, due tappe al Tour... È il regista della Ineos di Ganna. Ma lo

Èdel Lombardia.

La prima edizione come il Giro d’Italia

 Il Giro dell’Emilia è una delle classiche più antiche: la prima edizione si disputò nel 1909, vittoria di Eberardo Pavesi. Oggi si corre l’edizione 106. Il 1909 è un anno storico per il ciclismo, perché segna la nascita, il 13 maggio da piazzale Loreto a Milano, del Giro d’Italia. sterrato di Siena gli è rimasto nel cuore.

E così, in attesa di correre tra una settimana il Lombardia, che cosa ha fatto il polacco? Si è iscritto all’Eroica, la ciclostori­ca più famosa al mondo, che richiama oggi e domani a Gaiole in Chianti (Siena) 9mila appassiona­ti: la Woodstock del ciclismo d’epoca, con un mercatino che, da solo, vale il viaggio. Kwiatkowsk­i ha mandato la sua iscrizione da privato, senza chiedere favori, come una persona qualsiasi: numero 8272. E poiché per correre ci vuole una bici vintage (pre 1987), «Kwiato» è andato a vedere le offerte degli specialist­i su Ebay e si è comprato una Pinarello d’epoca, che gli è

alle porte della città. A volte, a seconda di come è andata la stagione, ci puoi arrivare non al massimo. Stavolta, no. Dopo il Tour ho tirato il fiato e sono riuscito a prepararmi bene».

▶N€l

2023, in alcuni giorni, è stato all’altezza dei grandi che, come alcune squadre, monopolizz­ano tutto o quasi. Si riesce a non partire battuti in partenza? Per esempio contro Evenepoel, Pogacar e Roglic, tutti e tre attesi al Lombardia?

«Parliamo di una classica di un giorno. Non del Tour, dove si sa che Pogacar, Vingegaard, tutti, sono al centodieci per cento. Lì sì, mentalment­e è difficile. In un Lombardia le dinamiche sono diverse. Saranno loro i favoriti, però poche ore di competizio­ne sono meno scontate».

▶L’obi€ttivo

qual è?

stata consegnata a Varsavia. Con questa oggi si affiancher­à a Saronni e Baronchell­i, Ballan e Simoni: per una giornata di autentico ciclismo popolare. s TEMPO DI LETTURA 1’30”

SABATO 30 SETTEMBRE 2023 LA GAZZETTA DELLO SPORT «Devi essere al top, rimanere con loro, inventarti qualcosa. Ma niente di impossibil­e».

▶Si

parlava di blocchi di squadre. Lei ha scelto di rinnovare fino al 2027 con la Lidl-Trek che, per il mercato che sta facendo, ha l’ambizione di diventare il primo team al mondo.

«La campagna acquisti parla da sola, si vuole fare bene. Per pareggiare il livello con i 3-4 team al vertice».

Si sente per alcune gare quello che è Filippo Ganna in certi ambiti, cioè il riferiment­o del ciclismo italiano?

▶ «Quando sono in forma posso competere e portare risultati. Non bisogna sentirsi inferiori, riconoscen­do però che viviamo in un ciclismo di fenomeni. Sappiamo chi sono, hanno qualcosa in più. Però queste sfide vanno affrontate. Sennò cosa facciamo, non corriamo più?».

Non bisogna sentirsi inferiori, altrimenti che cosa facciamo? Non si corre più?

La maglia a pois mi ha fatto diventare un simbolo, l’80% degli spettatori la indossa

Conosco ogni centimetro del finale a Bergamo, vivevo alle porte della città

s TEMPO DI LETTURA 3’20”

 ?? BETTINI AFP ?? Festa in Francia Giulio Ciccone, 28 anni, maglia a pois di miglior scalatore del Tour: il premio più bello è il bacio della moglie Annabruna
BETTINI AFP Festa in Francia Giulio Ciccone, 28 anni, maglia a pois di miglior scalatore del Tour: il premio più bello è il bacio della moglie Annabruna
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Strade Bianche Il polacco Michal Kwiatkowsk­i, 33 anni

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