La Gazzetta dello Sport - Romana
Il capolavoro di Krstovic e la freddezza di Pessina Il Monza frena il Lecce
Il montenegrino pesca il jolly nel recupero, ma Venuti tocca di mano e per Gotti la salvezza è rinviata
Premessa: questo pareggio sta bene al Lecce e sta bene al Monza. Che si sono sfidate a duello soprattutto mantenendo l’equilibrio e stando attente a non correre particolari rischi. Ma se il tifoso leccese rivede il film dei quattro minuti di recupero finali, poi diventati 7’30, di certo non potrà essere felice. Perché la squadra di Luca Gotti dopo 1’27” di recupero aveva trovato il gol che avrebbe significato salvezza certa a quattro giornate dal termine e la visita del campione francese, l’ex difensore giallorosso Samuel Umtiti, autore di uno show con dichiarazioni d’amore al Salento dal prato prima del via, avrebbe avuto l’effetto simile a quello del riposizionamento della statua di Sant’Oronzo prima della gara con l’Empoli. Una sassata sotto la Nord di Krstovic, stupenda, al sesto gol che gli conferisce l’onore di essere cannoniere della squadra, servito da quel talismano di Pierotti che quando entra qualcosa combina, aveva fatto esplodere le curve del Via del Mare, strapiene in un pomeriggio soleggiato. Peccato che, poco dopo, un lungo lancio spedito in area sia andato contro il braccio di Lorenzo Venuti, entrato da poco, e abbia portato l’insufficiente arbitro Santoro a concedere un rigore che per regolamento c’è. Pessina, che di esperienza ne ha da vendere, ha spiazzato Falcone regalando un pari che salva i monzesi da quella che, a salvezza acquisita, poteva essere una resa anticipata: due punti, compreso questo, nelle ultime cinque gare.
Partita Questa Raffaele Palladino l’aveva studiata osservando attentamente il Lecce di Gotti: Fuori Colpani e Djuric. Occasione per Valentin Carboni e l’ex Colombo al quale qui vogliono ancora bene. Doppio modulo: 42-3-1 in fase di possesso con Pessina non solo sottopunta, ma libero di fare, inventare e creare, per creare problemi a chi doveva accorciare su di lui, e anche di essere un regista aggiunto a Bondo e Akpa Akpro che smezzavano il lavoro di contenimento. E 4-4-2, a specchio col Lecce in fase difensiva per essere compatto e contenere le scorribande di Gendrey, Gallo e Dorgu. È stata una partita tattica, in cui Pongracic ha tolto un possibile gol a Colombo nel primo tempo, Pablo Marì e Izzo hanno duellato con Piccoli e Krstovic che ha cercato il gol finché non lo ha trovato. Ma le occasioni migliori sono capitate sul piede di Gallo che ha fatto bene tutto tranne la conclusione e su quelli di Oudin che si è “impappinato” dopo un erroraccio in uscita di Di Gregorio facendo infuriare Krstovic che lo aveva servito. Gotti nella ripresa, togliendo Piccoli, ha virato sul 4-2-3-1 cercando maggior dinamismo e imbucate da Sansone, Almqvist e Pierotti e dagli inserimenti di Gonzalez. Il Monza ha contenuto, ma con Djuric dentro ha messo una torre che, tra sponde e prestanza, doveva per forza avere un occhio di riguardo in più dagli ottimi Baschirotto e soprattutto Pongracic. Al 47’ il bolide del montenegrino ha dato una gioia immensa, il mani di Venuti col rigore di Pessina la delusione. Ma sei partite fa chi avrebbe immaginato che questo Lecce sarebbe stato praticamente salvo? A Gotti basta un punto.