La Gazzetta dello Sport - Sicilia
IL PICCO DELL’INFLUENZA TRE REGIONI IN ZONA ROSSA E 700 MILA ITALIANI A LETTO «LA TEMPESTA PERFETTA»
Boom di contagi e corse in ospedale, Pronto Soccorso in difficoltà Due milioni e mezzo di casi: i più colpiti i bambini sotto i 5 anni A rischio i fragili: quarta dose anti-Covid a rilento tra gli anziani
L’allarme è già scattato: l’influenza 1 corre, i contagi galoppano. Soprattutto tra i bambini. E il Covid resta presente.
Forse un po’ sottovalutata, di sicuro arrivata troppo presto, l’influenza ha già iniziato a colpire. Favorita dall’eccesso di prossimità e dall’uso ridotto delle mascherine, dopo due anni e mezzo di forte calo dovuto alle restrizioni per il Covid. L’Istituto superiore di sanità ha registrato una curva di incidenza che sta salendo in modo chiaro e in anticipo rispetto a quelle di quasi tutte le altre stagioni. Mai visti così tanti casi in questo periodo dai tempi della “suina”. Proseguendo su questa strada, probabilmente, si avrà una stagione da record. Considerando che il picco è atteso tra dicembre e gennaio, c’è da scongiurare un “Natale con il termometro”, salvaguardando bambini e anziani, nipoti e nonni, coloro che il Ministero della Salute ha riunito attorno a un tavolo, con al centro una torta, nello spot della campagna di comunicazione per spingere sulle vaccinazioni. A preoccupare gli esperti, ovviamente, è anche la circolazione del Covid, i cui dati sono stabili sebbene la malattia sia comunque presente. E l’invito a proteggersi è rivolto sia alla popolazione anziana (al 1° dicembre solo il 26,7% della platea - over 60, operatori sanitari e delle Rsa, over 12 con elevata fragilità - aveva ricevuto la quarta dose per il Covid) che ai genitori dei bambini in ritardo con il vaccino. «Meno allarmismo e più prevenzione», spiega l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud-Italia della Fondazione per la medicina personalizzata: «L’influenza è un’epidemia che si conosce da sempre, che si ripete ogni anno durante il periodo invernale e alla quale i medici, e i pediatri, sono abituati».
Proprio i bambini piccoli 2
sono i più colpiti.
Il numero dei casi «cresce sensibilmente», ha scritto l’Iss: nella settimana tra il 21-27 novembre, si legge nel rapporto InfluNet (la Rete italiana sorveglianza influenza), l’incidenza è pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente), i casi stimati sono 762 mila, «per un totale di circa 2.552.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza». Ad essere colpiti di più sono i bambini (tra i sintomi febbre alta e vomito), «in particolare al di
2,5
Milioni di malati Sono oltre 2,5 milioni, per l’esattezza 2.552.400, gli italiani già colpiti dai virus influenzali, 762 mila tra 21 e 27 novembre (563 mila la settimana precedente)
1,4
Milioni di vaccinati lombardi Al 29 novembre, i lombardi vaccinati contro l’influenza erano quasi 1,4 milioni. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano quasi 1,3 milioni
A trainare i contagi sono proprio i bambini: il Ministero della Salute raccomanda il vaccino anti-influenzale anche ai bimbi non a rischio nella fascia 6 mesi-6 anni sotto dei 5 anni di età, fascia in cui l’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti: era 29,6 nella settimana precedente». L’incidenza nella fascia di età 5-14 anni è invece 25,02 per mille assistiti, nella fascia 15-64 anni è pari a 10,10 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 5,04 casi per mille assistiti.
Lombardia, Emilia-Romagna 3 e Umbria sono zone “rosso intenso”.
Perché in queste tre Regioni l’incidenza ha superato la soglia del livello di entità molto alta, mentre la provincia di Bolzano, il Veneto e le Marche hanno una incidenza da “rosso”, poco sotto il livello di entità molto alta ed a rischio di superarlo. In Campania, Calabria e Sardegna, d’altra parte, non è stata attivata la sorveglianza InfluNet. In Puglia, i casi tra i bambini fra 0 e 4 anni sono raddoppiati (l’incidenza è salita al 20,39 per mille). «Si tratta di una ondata di contagi che inizia a mettere in crisi i reparti di Pediatria ospedalieri e gli studi dei pediatri di famiglia, specialmente nel Nord del Paese — commenta Mariano Magrì, pediatra del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Lecce —. Vaccinare i bambini, oltre a contribuire a ridurre significativamente la circolazione del virus influenzale a beneficio dei soggetti fragili a cui è rivolta prioritariamente la vaccinazione - aggiunge Magrì -, significa anche contenere i costi di una malattia che grava sul Sistema sanitario ma che ha le sue ricadute sociali, considerando le giornate lavorative perdute dai genitori per accudire i figli ammalati».
L’intersecarsi delle due infezioni 4 sta complicando il lavoro dei medici.
Uno dei problemi principali di questa fase invernale è quello della circolazione contemporanea delle due malattie virali. I sintomi, tra l’altro, possono essere molto simili, cioè febbre, dolori e tosse secca, visto che il Covid ormai da tempo, da quando ci sono le sottovarianti di Omicron, si ferma nelle alte vie respiratorie. Gli esperti non escludono che si possano prendere entrambe le malattie contemporaneamente, anche se in questo caso, di solito, una prevale sull’altra. I medici consigliano sempre di fare il tampone per escludere il Covid, che è più contagioso e richiede quindi l’isolamento, e ci sono test in grado di individuare entrambe le malattie. Alle quali si aggiunge pure una terza problematica, il