La Gazzetta dello Sport - Sicilia
REGIA DJORKAEFF
«QATAR, GIUSTO BANDIRE LA POLITICA ATTACCO SUPER: FRANCIA FAVORITA» È consigliere di Infantino alla Fifa: «Il livello del calcio europeo si è abbassato, mancano i giovani bravi»
Youri Djorkaeff per gli italiani sarà sempre un uomo che vive in orizzontale, parallelo al terreno. Ha segnato quel gol fantastico in sforbiciata nell’Inter, contro la Roma nel gennaio 1997, e l’immagine ci è rimasta nella mente. Djorkaeff oggi è un uomo con i piedi per terra. Da qualche mese è Senior Football Advisor per la Fifa, uno degli uomini più vicini al presidente Infantino, probabilmente l’ex calciatore con più influenza. Ovviamente è in Qatar, dove ha visto Djorkaeff Reasco, chiamato così in suo onore. Questa fa sentire vecchi.
▶ L’’impressione sul Mondiale?
«Credo sia riuscito completamente, è una competizione incredibile, con stadi molto belli».
▶ Il livello tecnico non è basso?
«Sì, il livello delle squadre europee si è abbassato. Vedo molti errori tecnici, anche se lo sforzo fisico è incredibile. Tutti possono battere tutti».
▶ Perché si è abbassato così?
«Forse perché i giovani non sono di alto livello. Mbappé è l’unico. E poi tutte le squadre giocano allo stesso modo, non ci sono più le scuole sudamericana, europea, africana. Agli ottavi mi aspetto grandi sorprese».
▶ La Francia è la più forte?
«No, se c’è il Brasile. Forse può essere favorita perché i giocatori sono uniti. E poi c’è una cosa che ha solo la Francia: l’attacco alla profondità. Gli altri giocano sempre sui piedi».
▶ Merito del suo amico Giroud?
«Olivier ha cominciato al Grenoble, come me. Quando è arrivato a Milano, mi ha scritto per un consiglio sulla città. Gli ho detto che andava tutto bene… ma aveva sbagliato squadra».
▶ Parliamo del lavoro con Infantino. Come funziona?
«Sono sempre con lui, il suo consigliere per il calcio. Se viaggia per incontrare una federazione o un capo di Stato, ci sono. Capita di trovarci a ragionare di fuorigioco alle 2 del mattino. Infantino è aperto e nella casa della Fifa un ex calciatore che ha giocato in Italia, Francia, Germania, Inghilterra e Stati Uniti può servire».
▶ Il fuorigioco cambierà?
«La riflessione è sulla possibilità di re-introdurre il concetto di luce. Ci stiamo pensando».
▶Prima
di parlare di futuro, il Qatar. Non è stato un errore vietare le fasce arcobaleno?
«È delicato quando la politica entra nello sport. Molta gente vuole far passare un suo messaggio ma il calcio porta valori propri. Se cominciassimo a dare spazio a due-tre messaggi finiremmo per limitare i valori dello sport».
▶Ma
che senso ha impedire di mostrare in tribuna una maglia con il nome di Mahsa Amini, uccisa perché indossava male il velo? Per lo stesso motivo?
«Sì. Dare spazio a un messaggio nello stadio limiterebbe i valori dello sport. È importante che i giocatori si impegnino a portare un messaggio prima e dopo le partite, ma la partita deve essere un terreno neutro, dedicata ai valori dello sport. Un messaggio politico è meglio che non stia in uno stadio».
▶ Questo quindi varrebbe in ogni nazione?
«Sì».
▶Come saranno i Mondiali del futuro?
«Ci saranno più squadre (nel 2026 saranno 48). La Fifa vuole che partecipino più nazioni».
▶ Sarà possibile rivedere un format come questo, con 8 stadi nella stessa città o quasi? Magari a New York, a Parigi…
«Difficile. A Parigi non sarebbe così bello, qui a Doha tutto è pensato per la Coppa».
▶A▼ticipiamo il futuro. Dove si giocherà il Mondiale 2030?
«In Europa, in Cina, in Sudamerica. Tutto è possibile. A me affascina una soluzione come Marocco-Tunisia-Algeria unite».
▶ Quali le prossime frontiere?
«Ci sono nazioni come l’India che vogliono venire incontro al calcio. Noi abbiamo cominciato a promuovere un programma, Football for Schools, che abbiamo portato in India».
▶ Esageriamo: India al Mondiale 2030. Possibile?
«Sì, possibile. E’ importante dare una mano a Paesi che possono aiutare il calcio a crescere».
▶Parliamo un po’ di Italia. Perché facciamo così fatica?
«Nel calcio italiano si dice sempre “cambiamo” e poi nulla cambia mai. Le squadre italiane ora non fanno più paura».
▶ E l’Inter?
«È in una situazione un po’ a rischio. È sempre una società forte ma l’impressione è che si stia rimpicciolendo. I campioni sono pochi. I giocatori sono bravi ma non c’è un campione che cambi la partita. Mi piace Lautaro però manca il talento top».
▶Ma▼ca un gol in sforbiciata… Facciamo un gioco su cinque grandi gol in acrobazia. Djorkaeff alla Roma, Ibra all’Inghilterra, Rooney nel derby di Manchester, Richarlison qui al Mondiale, Van Basten all’Unione Sovietica: il podio?
«Terzo Rooney, mi è sempre piaciuto. Secondo il mio, perché è un simbolo di libertà: avevo la libertà di farlo perché tutti mi volevano bene, dal presidente ai compagni ai tifosi a tutta Milano. Vince Van Basten: bellissimo e poi era un Europeo, una finale. Vale di più».
Il Brasile è forte, ma i Blues sono la squadra più unita e quella che attacca meglio, in profondità
In futuro mi piacerebbe un Mondiale organizzato da Tunisia, Marocco e Algeria unite
La partita deve essere un terreno neutro, dedicato allo sport. Il calcio ha valori propri
Manca il talento top che possa cambiare la gara : Lautaro mi piace, ma i campioni sono pochi