La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Un pesante litigio dietro al divorzio con Ivanisevic Ora farà da solo? A MIAMI
uperman, anche se ammaccato, d’ora in poi potrebbe volare da solo. Non ci sarebbe da stupirsi: il Djoker ci ha abituato ai suoi giochi di prestigio. Da tre giorni senza coach dopo la separazione da Goran Ivanisevic, che era al suo fianco da cinque anni, Djokovic ha infatti lasciato trapelare che non necessariamente arriverà un nuovo allenatore: «Non ho ancora un’idea chiara su chi sarà il mio nuovo coach, né se ce ne sarà uno. Ho avuto allenatori sin da quando ero un ragazzino e ora cerco solo di capire da solo ciò di cui ho bisogno e che mi faccia sentire più a mio agio. Sarete informati qualora qualcuno dovesse unirsi al team». Nella squadra del numero 1 del mondo, che guarda caso ha parlato a margine della presentazione di un documentario su Nikki Pilic, che lo accolse nella sua Accademia a 13 anni, restano al momento Carlos Gomez Herrera (sparring partner e agente), Marco Panichi come preparatore atletico, i fisioterapisti Miljan Amanovic e Claudio Zimaglia. Nole si sta preparando sulla terra rossa di Belgrado per il rientro a Montecarlo dal 7 aprile, e con lui c’è pure Nenad Zimonjic, ex grande doppista e già capitano di Davis: la presenza dell’amico di sempre ha ovviamente alimentato le voci su una possibile futura collaborazione, mentre è certo che nei prossimi tornei all’angolo ci sarà anche il fratello di Novak, Marko.
SLa bolla esplosa Djokovic ha speso ancora parole al miele per Ivanisevic: «Dopo quasi cinque anni, avevamo esaurito la nostra spinta. Insieme abbiamo scritto pagine di storia, vinto degli Slam, chiuso stagioni da n.1 al mondo, affrontato tribunali e processi, dalla squalifica agli Us Open alla detenzione agli Australian Open. E lui era lì con me. Rimarremo amici per sempre». Dietro il divorzio, secondo la stampa serba, ci sarebbero incomprensioni maturate da tempo ed esplose con una furibonda lite a Indian Wells la settimana scorsa dopo il ko con Nardi: il coach croato gli avrebbe pesantemente rinfacciato la scarsa motivazione e la bassa qualità degli allenamenti. Ad aggravare la frattura, anche la programmazione della stagione: Nole insegue l’unico alloro che gli manca, il titolo olimpico, e per arrivare in forma a Parigi (si giocherà sulla terra del Roland Garros) sarebbe disposto a sacrificare Wimbledon per non avvertire troppo il salto dall’erba al rosso dopo due settimane. L’idea avrebbe incontrato l’assoluta contrarietà di Ivanisevic. Chi fa da sé fa per tre: chissà se il mantra del Djoker si affiderà alla saggezza popolare.
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Uomini
25 anni
Youssouf Fofana è passato da essere un calciatore che la sera consegnava pizze (lo ha fatto, da ragazzo) a essere un calciatore che una sera – non una a caso, quella del 18 dicembre 2022 – ha giocato la finale del Mondiale. Come metafora per il Milan che cerca di tornare grande può bastare... e infatti Youssouf Fofana è uno dei nomi su cui il Milan punta per l’estate 2024. «Le risorse qui vengono reinvestite per costruire una squadra sempre più forte – ha detto l’a.d. Giorgio Furlani nell’intervista pubblicata sulla Gazzetta di ieri -. L’anno scorso abbiamo dovuto rivoluzionare la rosa, quest’anno no, dovremo perfezionarla». Fofana, nelle idee di marzo del Milan, è un tassello del perfezionamento. Aprile farà capire se si può fare: Fofana gioca al Monaco, ha la maglia numero 19 ma in questa storia il numero chiave è il 25.
La chiave contratto Youssouf ha 25 anni, età perfetta per il Milan che cerca esperienza e gioventù combinate: con Pulisic è andata bene, con altri c’è da lavorare ma una strada si vede. E, soprattutto, Fofana ha il contratto in scadenza nel 2025, cioè tra un anno: significa che si prende in saldo. I milanisti ricorderanno la trattativa di un anno fa per Pulisic, sempre lui, o quella per Chukwueze: entrambi avevano un solo anno sul contratto, per entrambi il Milan ha convinto un club (Chelsea e Villarreal) che sarebbe stato meglio accettare una ventina di milioni subito piuttosto che perdere il giocatore a zero. Può funzionare ancora? La concorrenza delle grandi europee non manca ma sì, può funzionare, con un asterisco: il Monaco è il club in cui si è formato da dirigente Geoffrey Moncada, che al Milan è una voce molto importante nelle scelte tecniche.
Più difensivo Sì, ma che giocatore è Fofana? Il tipo di giocatore che il Milan cerca in mezzo. E’ fisicamente imponente – 185 centimetri e fisico che si fa sentire – e ha atletismo: copre il campo, vince i duelli, può dare una grande mano davanti alla difesa. Qui è il caso di fare un passo indietro: il Milan nell’estate 2023 ha costruito un centrocampo con giocatori che amano guardare avanti. Reijnders, LoftusCheek, Bennacer, Musah, Adli: tutti, in modi diversi, amano fare la differenza in fase offensiva, non senza palla. Per questo, la strategia è chiara: aggiungere un
Chi è Youssouf