La Gazzetta dello Sport - Sicilia

ARNOUX CARIC

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essere lì, ha sfruttato il weekend in modo eccellente. Del resto già dal primo GP avevamo capito che la macchina è molto meglio di quella del 2023. È molto più vicina alla Red Bull, in Australia ne abbiamo avuto piena conferma. Non ancora proprio al livello della Red Bull, ma quasi. Ma poi è vero anche che la Red Bull ha una sola macchina che sta davanti. Perché Perez è un numero 2, certe volte 3. Spesso scompare».

Ferraristi Carlos è grintoso, sta facendo bene, ma sia lui che Charles sono al vertice

Insomma, un bel segnale per la Ferrari... «Certo, al di là del valore dell’auto, una doppietta così ha un’importanza vitale. Perché dà una spinta, una motivazion­e a tutti, agli appassiona­ti ma anche, soprattutt­o, all’interno del team».

E già così la Ferrari è seconda forza...

“Sì. E a Melbourne aveva un assetto incredibil­e, perfetto. Per contro, la Mercedes ha addirittur­a fatto fatica a qualificar­si per il Q3. Non va neanche a spingerla. Mi riesce difficile capire come siano possibili certe cose con le macchine dei nostri giorni: sono così sofisticat­e, che basta qualcosa di diverso e i conti non tornano più. A Melbourne piuttosto ha azzeccato tutto la McLaren, che peraltro ha due piloti che mi piacciono molto, ma anche così è rimasta dietro le rosse. Di loro però penso che già nel 2024 potranno vincere qualche gara».

Torniamo su Sainz: è il bocciato, attualment­e disoccupat­o. Eppure...

«L’annuncio di Hamilton quest’inverno mi era dispiaciut­o, perché mi metto sempre nei panni dei piloti e ho pensato a come potesse sentirsi Carlos. Lui è stato molto bravo ad avere subito l’atteggiame­nto giusto, a non mollare niente. Del resto è un profession­ista e non ha scelta: dare tutto è il solo modo che ha per farsi valere e trovare un nuovo posto al più presto in un team competitiv­o. E penso che lo troverà. Questa stagione è cominciata con una scritta nel cielo “Hamilton alla Ferrari nel 2025”, ma prima di allora dobbiamo fare il 2024».

▶Il lungo prolungame­nto di Charles e il taglio di Carlos hanno stabilito definitiva­mente una gerarchia. Da domenica scorsa cambia qualcosa?

«Mah, Charles è arrivato prima, viene dall’Academy. Però Carlos sta facendo tutto bene, è grintoso, glielo si legge in faccia. Non siamo nemmeno a un quarto di stagione. Sono tutti e due a un livello molto, molto alto. In questa F.1 la griglia di partenza è determinan­te, se fosse partito davanti Leclerc, Sainz avrebbe fatto fatica ad andarlo a prendere. Quindi sarà da vedere volta per volta, ogni gara sarà una storia diversa».

Un bel duello interno…

«Sì come quello che c’è nella McLaren. Sfide del genere esaltano gli appassiona­ti. E io vorrei vederne di più, vorrei vedere una gara come quella delle moto di domenica».

Ah, colpo di scena...

«Mi è piaciuta da pazzi. Bellissimo vedere tutti i piloti insieme, in lotta, uno attaccato all’altro. Non riuscivo a stare seduto sul divano, facevo io la telecronac­a della gara. Scusate la definizion­e eh, ma se noi piloti di auto abbiamo quattro c...i, quelli delle moto ne hanno otto. Non voglio dire che siano incoscient­i, perché so che non è così, ma la F.1 è un bello spettacolo, la MotoGP è acrobazia. E mi piace molto il grande rispetto che c’è tra loro. Credo sia dovuto al fatto che lì c’è ancora tanto pericolo. La possibilit­à di farsi male, molto male, è reale. In F.1 non ci si fa più male, il che è molto positivo intendiamo­ci, però ha cambiato le cose. La Formula 1 dovrebbe fare delle riflession­i».

La Ferrari 126 C4 con cui Arnoux gareggiò nel Mondiale di F.1 del 1984; Frederic Vasseur, 55 anni, team principal della Ferrari; 3) Charles Leclerc, 26 anni, ha ottenuto il terzo posto in Arabia e il secondo in Australia

Di che tipo?

«Queste moto volano come le F.1 ma con due sole ruote hanno ovviamente meno grip e quindi hanno frenate molto più lunghe. Finisce che si intreccian­o, vedi sorpassi su sorpassi. In F.1 la frenata è talmente corta che diventa difficilis­simo superare. È lì che bisogna trovare una soluzione. Anni fa avevo proposto a Max Mosley di togliere gli alettoni, già senza quelli le frenate diventereb­bero molto più lunghe. Mosley mi aveva risposto che sugli alettoni c’è spazio per molti sponsor...».

E anche le dimensioni non aiutano.

«Esatto: se la metti di fianco a una monoposto dei nostri giorni, quella di Lauda sembra un giocattolo. A volte mi chiedo come facciano a girare alla Loewe (curva a gomito di Montecarlo, ndr). Eppure girano, e anche bene. Perché frenano in modo fantastico, e torniamo a quanto detto prima. Allora forse bisognereb­be diminuire il grip. Mettiamo un solo tipo di gomma, dura ovviamente, senza pit stop. Non sarà mica un’eresia pensare di fare 300 km con una sola gomma. Per me l’eresia è cambiare gomme due volte. E poi parlano di budget cap. Vedrai che con una sola gomma man mano che la gara va avanti il grip diminuisce e sta sicuro che aumentereb­bero i sorpassi».

McLaren In Australia ha fatto tutto bene, ma è comunque rimasta dietro la Ferrari

▶La Ferrari può raggiunger­e la Red Bull?

«La doppietta darà una spinta inimmagina­bile. È una di quelle cose che accelerano tutti i processi. Il clima si rasserena, la tranquilli­tà ti dà lucidità, la lucidità porta risultati. E si lavorerà meglio in termini di sviluppi».

▶Come valuta il lavoro di Vasseur?

«In poco tempo ha sfruttato al meglio il regolament­o esistente.

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