La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Due ori nel nuoto Fioravanti fermato prima di Atene 2004
l Dottor fioretto scende di pedana. Lo annuncia a sorpresa via social con un lungo messaggio, venato di tristezza e carico di emozioni: il più classico dei fulmini a ciel sereno scuote l’ultimo pomeriggio d’aprile a tre mesi dai Giochi, per i quali Daniele Garozzo si stava preparando con la consueta serietà, nella testa l’obiettivo di salire un’altra volta sul podio, se non addirittura due: non solo nel torneo individuale, ma pure in quello a squadre, con l’Italia grande favorita per la medaglia d’oro. «È arrivato il momento di annunciare il mio ritiro dall’attività agonistica» scrive il fiorettista gentiluomo, persona e atleta esemplare, campione olimpico a Rio e argento a Tokyo, fino a ieri una delle nostre grandi speranze per Parigi. «È una decisione scaturita da circostanze al di là del mio controllo - il mio cuore si è “infortunato” - ma che accetto con serenità» prosegue nel suo post.
ISottosopra Una frase che sottintende appunto problemi cardiaci, riscontrati nelle visite preolimpiche effettuate all’inizio di aprile, nell’ultimo ritiro della nazionale all’Acquacetosa, pochi giorni dopo l’ultima gara, disputata il 16 marzo a Washington. E che il diretto interessato, medico specializzato in cardiologia, spiega poi in prima persona: «Sto facendo ulteriori accertamenti, ma si tratta in ogni caso di una forma di cardiomiopatia. Una patologia simile a quella che ha riguardato, per esempio, l’ex calciatore dell’Inter Christian Eriksen e il ciclista Sonny Colbrelli». Al telefono, Daniele non ha voglia di aggiungere altro. È sottosopra, ancora scosso da una notizia che gli è franata addosso un paio di settimane fa, senza preavviso («mai avuto alcun tipo di sintomo, se non qualche lieve fenomeno di palpitazione che riconducevo a stati di ansia pre-gara») e che prima di rendere pubblica ha dovuto somatizzare, con grande fatica. «Cercate di capirmi – dice il trentunenne siciliano –: è un verdetto difficile da accettare, ho bisogno di farci i conti». Tranquillizza tuttavia sulle sue condizioni. La patologia comporta un indice di rischio non compatibile con una pratica sportiva di vertice, ma è trattabile e non sarebbe pericolosa per una condizione di persona che conduce una vita normale.
Dal garage a Rio «In tutti questi anni - si legge ancora nel suo post - ho avuto la fortuna di vivere una straordinaria avventura nel mondo dello sport, culminata con la vittoria di un oro e un argento olimpico. È stato un viaggio fatto di sacrifici, impegno e passione, gioie, soddisfazioni e amicizie che non avrei mai immaginato. Ricordo come fosse ieri quando ho iniziato a praticare questo sport meraviglioso. Se chiudo gli occhi mi vedo ancora nella palestra garage di Acireale a tirare milioni di stoccate contro un manichino, sognando un giorno di vincere le Olimpiadi. Chi mi conosce sa quanto ami la scherma. L’ ho amata con instancabile dedizione e tutto il mio
● Il ritiro di Garozzo per problemi cardiaci ricorda quello di un altro fiorettista, il talentuoso Lorenzo Taddei, fermato prima dei Giochi di Atlanta ‘96. E quello di Domenico Fioravanti, nella foto, primo oro olimpico italiano nel nuoto (100 e 200 rana a Sydney 2000), fermato a poche settimane da Atene 2004 per un’ipertrofia cardiaca. cuore, e l’ho impegnato tanto, ma tutto ciò mi ha portato ai risultati che avevo sognato. Nel chiudere questo capitolo della mia vita da atleta, sono grato per ogni momento vissuto e per le esperienze che mi hanno reso la persona che sono. Guardando al futuro, già da tempo avevo deciso di dedicare la mia vita professionale alla medicina con un obiettivo ancor più chiaro: studiare e divulgare le condizioni cardiologiche che possono affliggere la popolazione sportiva. La mia esperienza m’ha mostrato quanto sia importante svolgere un’efficace opera di sensibilizzazione su queste problematiche per garantire una migliore prevenzione e un’ottimale gestione degli atleti d’ogni livello».
Impeccabile nei grandi appuntamenti, Daniele Garozzo vanta anche 2 vittorie in Coppa del Mondo: a San Pietroburgo nel 2017 e al Cairo nel 2019
L’amore in pedana «Sono consapevole di essere il ragazzo più fortunato che io conosca. Ho realizzato i miei sogni sportivi, ho viaggiato in tutto il mondo con amici straordinari e ho trovato la mia migliore amica e compagna di vita sulle pedane di scherma (l’iridata di fioretto Alice Volpi; ndr).Tanti mi hanno aiutato lungo questo percorso, e li ringrazio. Su tutti il mio maestro Fabio Galli, che mi ha insegnato prima a diventare un uomo, poi un campione. Anche se sulla pedana tutti vedevano solo me, eravamo sempre in due a tirare e prendere quelle stoccate. Grazie a tutti per avermi accompagnato lungo questo meraviglioso percorso. Anche se quello agonistico si conclude qui, sono entusiasta di iniziare il prossimo capitolo della mia vita con lo stesso spirito di dedizione e passione».
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