La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Giroud segna poi il tributo «Milan sempre nel mio cuore»

Festa d’addio anche per Kjaer. In gol pure Leao e Calabria, ma la Salernitan­a rimonta con Simy e Sambia

- Di Luca Bianchin

l sabato a San Siro è la serata delle cover: è tutto un citare, un guardare indietro e ricordare. Olivier Giroud dopo 27 minuti stacca un quadro di Marco Van Basten dalla parete e lo mostra al mondo: arriva una palla da sinistra e Oli la gira in porta con l’eleganza del Cigno, per il suo gol numero 49 con la maglia del Milan. Inseguirà il cinquantes­imo fino alle 22.30, quando Pioli lo farà uscire, con la curva

Iche cita sé stessa e canta «si è girato Giroud», come nel magico 2022. Giroud ora andrà all’Europeo e da lì a Los Angeles, ma un pezzo di lui resterà a Milano, come nella storia del Milan resterà la serietà di Simon Kjaer. Ieri il biondo difensore danese ha giocato gli ultimi sette minuti della sua vita milanista: quando è entrato si strofinava un occhio, come per scacciare una lacrima, poi è entrato deciso a contrasto per dire a San Siro che, anche a 35 anni, non si cambia. Il Milan, per non essere da meno, ha citato se stesso: è stato divertente in attacco e smemorato in difesa, come per tutta la stagione. Si è fatto rimontare dalla Salernitan­a, ultima, e ha finito per pareggiare 3-3. Era e resta secondo.

Un sogno da bambino I gol? Mah, contano poco. Leao su papera di Fiorillo, per il resto ottimo. Giroud per il 2-0, Simy per riaprirla nel secondo tempo. E ancora, una grande girata di testa di Calabria su assist di Pulisic, poi Sambia e Simy, quando il Milan pensava alla festa di addio, con Lapo Nava in porta all’esordio in A. Ecco, gli addii: quelli contano. Assieme a Pioli lasciano Mirante e Caldara, che ha giocato la prima e ultima partita in A in rossonero. Lasciano Kjaer e Giroud, per cui il Milan ha organizzat­o una celebrazio­ne. Pasillo della squadra, poi microfono per i saluti, non banali. Kjaer: «Qui ho vissuto gioie che non pensavo possibili. Mi sento a casa come in nazionale, anche se là ho passato 14 anni, qui solo cinque». E Giroud: «Io e Simon abbiamo sognato da bambini di essere al Milan ed è successo, non dimentiche­rò mai queste stagioni». Come per un cerchio che si chiude, i suoi bambini lo guardano da pochi metri e chissà che pensano di papà che piange e fa piangere Pioli. La curva allora canta, canta ancora, lo fa girare con la voce e Oli si gira a guardarli: «Questo coro rimarrà sempre nel mio cuore». Ci ripenserà a Los Angeles e poi chissà dove, forse sulle sue Alpi francesi, quando avrà 74 anni, non 37. Il Milan gli mancherà per sempre. Lui, al Milan, di più.

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L’esultanza di Olivier Giroud, 37 anni, dopo l’ultimo gol con la maglia del Milan
GETTY Prodezza e saluti L’esultanza di Olivier Giroud, 37 anni, dopo l’ultimo gol con la maglia del Milan
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