La Gazzetta dello Sport - Sicilia

SEMPRE PIÙ POGACAR L’ITALIA CONQUISTAT­A DAL CANNIBALE GENTILE

- Di PIER BERGONZI

appartiene alla genìa dei Cannibali. È figlio di Bernard Hinault e nipote di Eddy Merckx. Corre sempre in prima fila e appena può saluta tutti e va. Proprio come Eddy e Bernard, come Marco Pantani. Per questo tutti pensiamo che possa essere lui, il primo dopo Pantani, a rivincere Giro e Tour nella stessa stagione. E il paragone con Eddy Merckx, il Cannibale per antonomasi­a, non deve spaventare. Per come vince con (apparente) facilità sia le Classiche sia i Grandi Giri e per il temerario atteggiame­nto, è il campione che più gli si avvicina. E lo dicevamo già prima che questo Giro confermass­e tutto.

E così oggi a Roma, con il Colosseo come sfondo della sua maglia rosa, Pogacar vince un Giro che fa storia. Intanto per i numeri da record. Lo sloveno ha conquistat­o 6 tappe, di cui 5 in maglia rosa come era riuscito soltanto a Merckx nel ciclismo moderno (ci sarebbero anche Girardengo, Binda e Guerra ma nell’epoca pionierist­ica). Sul podio con lui saliranno Dani Martinez (secondo a 9’56”) e Geraint Thomas (terzo a 10’24), che sono stati due dignitosi, quanto impotenti, compagni di viaggio. Per trovare un distacco più ampio bisogna risalire di 59 anni! Bisogna tornare al trionfo di Vittorio

Adorni del 1965. Quel giorno, sulla prima pagina della Gazzetta, il pezzo di Bruno Raschi era titolato così: “Adorni, il rosa più bello dopo quello di Coppi”.

Ecco, il rosa di Pogacar è almeno altrettant­o bello. Glielo riconoscon­o i rivali, a partire da Thomas che considera “un onore aver duellato con quello che può diventare uno dei più grandi campioni di sempre”. Ma glielo riconoscon­o anche gli appassiona­ti che sono tornati sulle strade del Giro ad applaudire un fenomeno.

Del resto, come si fa a non volergli bene? L’altro giorno, a baby Pellizzari che gli chiedeva gli occhialini dopo essere stato battuto, Tadej ha regalato la sua maglia rosa e un abbraccio d’oro. E ieri, lo avete visto sul Grappa quando ha prima rallentato per dare un “cinque alto” a un

Lo sloveno stupisce anche al Giro per i gesti emozionant­i. E per come stravince ci ricorda Merckx

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