La Gazzetta dello Sport - Verona

«Corse senza logica E il velocista puro è destinato a sparire»

- Di Davide Romani L’omaggio a Keisse Il ruolo degli sprinter nel ciclismo di oggi

Il veronese: «Tappe di volata sempre più dure Un km di salita e la gara esplode. Milan il futuro»

al 2010 a oggi ha saputo surfare sull’onda di un ciclismo in continua evoluzione. Elia Viviani per 87 volte in 12 anni ha trionfato su strada, oltre a un ricco bottino su pista impreziosi­to da un oro (Rio 2016) e un bronzo (Tokyo 2021) olimpico nell’Omnium e due ori mondiali nell’Eliminazio­ne (2021 e 2022). Con un marchio di fabbrica inconfondi­bile: lo sprint. Ruota veloce che gli ha permesso di esultare in tutti e tre i grandi giri: 5 volte al Giro, 3 alla Vuelta e 1 al Tour. In questi 12 anni il neosposo ha conosciuto e vissuto la trasformaz­ione dello sprinter maturando un’idea: «Il velocista puro andrà a scomparire».

D3 Quali sono le caratteris­tiche dell’uomo-jet moderno?

«Deve essere completo, capace di tenere bene in salita. I percorsi sono sempre più duri e oggi un arrivo in volata arriva comunque dopo 2000 metri di dislivello. Non si può più stare a ruota e aspettare la tappa favorevole».

3Ci sono altri punti critici per gli sprinter?

«I velocisti faranno sempre più fatica perché il ciclismo moderno non ha più una logica di corsa. Basta un chilometro di salita per far esplodere la gara».

3E quando riescono a superare le insidie del percorso?

«Subentra l’arte dell’arrangiars­i nel senso che una squadra non è più costruita per facilitare lo sprint del velocista. Al massimo in volata puoi contare sull’aiuto di 2-3 compagni. E in un grande  Elia Viviani ha reso omaggio al belga Iljo Keisse, che si è ritirato: insieme hanno vinto la Sei Giorni di Gand nel 2018. Dal 6, Elia correrà a Rotterdam giro neanche quelli. In un team di otto, l’uomo di classifica si porta 3 uomini per le montagne, altri 2 per superare la prima settimana ed ecco che rimangono 2 posti, di cui uno va al velocista».

3Perché le squadre fanno questa scelta?

«Per tanti motivi. Principalm­ente perché l’interesse per la classifica generale della corsa a tappe di turno è maggiore rispetto al numero di vittorie. Come a dire: il numero non conta, ma conta soltanto la qualità dei successi».

3Quindi a voi velocisti cosa rimane?

«In molti si concentran­o sulle gare di un giorno come la Cadel

Stella azzurra  Sulla Gazzetta dello Sport di ieri la prima puntata della nostra inchiesta sul futuro dei velocisti: il c.t. Daniele Bennati e il d.s. dell’Astana Giuseppe Martinelli analizzano l’evoluzione degli artisti dello sprint

Evans in Australia, la MilanoSanr­emo, la Gand-Wevelgem, De Panne, Amburgo e Plouay. Ma puntando in tanti su questi appuntamen­ti la concorrenz­a aumenta e quindi è sempre più difficile vincere».

ancora squadre che investono sui velocisti?

«Quick Step e Alpecin sono i team che continuano ad avere una grande consideraz­ione degli sprinter. La Bike Exchange ha investito molto in Groenewege­n, lo stesso in questi anni ha fatto la Lotto-Soudal per Ewan».

3In carriera ha provato il cambio di consideraz­ione del velocista all’interno di una squadra?

«Al Tour del 2019 dopo aver vinto la 4a tappa mi sono messo giustament­e al servizio del team perché in giallo c’era Alaphilipp­e, mio compagno di squadra».

3Qual è il miglior velocista oggi?

«In una volata piatta, negli ultimi 200 metri Jakobsen è imbattibil­e. Per il futuro il più completo è Kooij: ha già una consistenz­a importante e può solo crescere».

3 Capitolo italiani: cosa dobbiamo aspettarci?

«Dainese è un bel corridore. Deve cercare maggior continuità, non solo per delle tappe ma anche per qualche classica mediopicco­la. Per il futuro c’è Milan, un velocista prepotente».

ieri - 1a puntata oggi - 2a puntata (fine)

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BETTINI Elia Viviani, 33 anni e 87 vittorie: portabandi­era olimpico 2021 con Jessica Rossi
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