La Gazzetta dello Sport - Verona

Il calcio tedesco non è in salute ma anche i suoi tecnici...

Blessin via, Gilardino in panca Sondaggi per Ranieri e Bjelica Anche Semplici sotto esame, ma il mister della Primavera forse resta sino ad Ascoli

- Di Filippo Grimaldi GENOVA s TEMPO DI LETTURA di Andrea Elefante

Alberto Gilardino

Nato a Biella il 5 luglio 1982, cresce tra Cossatese e Biellese, vicino casa. Poi passa al Piacenza e da lì nasce la storia del bomber che nel 2006 diventerà campione del Mondo con l’Italia di Lippi. In carriera ha vinto anche una Champions, un Mondiale per Club e una Supercoppa europea, tutti con il Milan ambio in corsa: Alexander Blessin è stato esonerato ieri mattina dal Genoa e, al suo posto, è stato promosso ad interim l’ex Alberto Gilardino, attuale tecnico della Primavera del Grifone. Domani toccherà a lui guidare la squadra rossoblù contro il Südtirol al Ferraris. Una soluzione provvisori­a, appunto, a conferma del fatto che il club sta valutando la rosa dei candidati, ridotta oggi a tre nomi. Claudio Ranieri, ultimo arrivato nella lista, ma di sicuro il nome più blasonato, il croato Nenad Bjelica e Leonardo Semplici, pure lui oggetto di valutazion­e della dirigenza. È possibile che a Gilardino, dopo la lanciatiss­ima squadra di Bisoli, tocchi anche la trasferta di domenica ad Ascoli, prima di tornare alla guida dei suoi ragazzi in testa al campionato di Primavera 2.

COpinioni differenti Una scelta complessa, quella del Genoa, con un esonero del tecnico tedesco (arrivato nello scorso gennaio in Italia, dopo l’addio di Shevchenko e il no di un altro tecnico, Labbadia) che era già atteso dopo la disfatta di Perugia. Ma poi, alla fine, aveva prevalso l’idea di dargli un’ulteriore occasione. Scelta poco felice, alla resa dei conti. Perché il problema ha origini lontane, anche se non preventiva­bile per un tecnico che aveva trovato una totale empatia con l’ambiente rivitalizz­andolo nei giorni bui della stagione passata e accettando di ripartire con entusiasmo dalla Serie B. Qualcosa si è rotto strada facendo, tatticamen­te la squadra ha fatto fatica a trovare una sua identità e una quadratura del cerchio anche sul piano tattico. L’infortunio di Pajac, che ha lasciato un vuoto a sinistra, è stato penalizzan­te, ma va sottolinea­to come pure il Ferraris non sia più stato il solito baluardo (solo una vittoria in campionato), vanificand­o un tesoretto di oltre ventimila abbonati. I due punti raccolti nelle ultime cinque partite, con una squadra senza più idee, dove persino il talento del bomber Coda ha faticato a emergere hanno aperto la crisi, esplosa dopo il successo del Cittadella di Gorini a Genova. Il general manager Spors ha difeso l’operato di Blessin sino a quando è apparso chiaro che il divorzio era inevitabil­e. Forse qui l’unico appunto da muovere alla gestione di questa vicenda è che in una visione (corretta) di una football company in costante crescita che i 777 Partners stanno portando avanti, servisse comunque per il Genoa un’analisi diversa, perché così richiedono il suo blasone e la mentalità dell’ambiente. L’a.d. Blazquez, che in questa vicenda ha raccolto e valutato le istanze di tutti, da Genova a Miami, ha compreso (o meglio, ha fatto comprender­e) a chi gli stava intorno che il cambio tecnico non era più procrastin­abile e serviva una scossa per non vanificare una situazione di classifica che vede ancora il Genoa nel gruppo al terzo posto, ma con la A diretta distante già sei punti.

Giorni difficili Di più: probabilme­nte lo stesso Blessin considerav­a finita la sua avventura genovese: il suo modo di vivere le ultime partite, a Perugia e nell’ultima a Marassi, mostrava un atteggiame­nto diverso dal passato. Game over, insomma, ma ora bisogna ricomincia­re. Il gruppo deve ritrovare l’autostima perduta, carburante necessario per riprendere una corsa bruscament­e interrotta. Lo slogan di inizio stagione - molto americano, ma efficace - diceva: «Only one year», solo un anno in B, e non risulta che sia cambiato. 71 anni, romano, ha allenato il Watford sino allo scorso gennaio. Prima era alla Samp

Nenad Bjelica

51 anni , croato, ha guidato l’Osijek sino ad agosto. Nel 2014-15 era allo Spezia

Leonardo Semplici

55 anni, fiorentino, ha allenato il Cagliari sino al settembre 2021 l Mondiale ha detto che il calcio tedesco soffre di salute cagionevol­e, la storia recente dice che anche la scuola tedesca dei tecnici che pure ha fatto scuola, appunto - vive un momento di appannamen­to. Alexander Blessin è la punta “italiana” dell’iceberg: manifestat­osi con tratti da “nuovo Klopp”, è stato inghiottit­o (alimentand­one la forza) dal vortice Genoa. Se il maestro Rangnick a Manchester non se l’era passata tanto bene non solo per sue colpe, e infatti nessuno gli ha tirato pomodori - all’allievo è andata peggio. E soprattutt­o: il maestro Ralf ha già un orizzonte gratifican­te, da c.t. dell’Austria; Blessin dovrà medicarsi ferite non piccole prima di mettere cerotti alla sua carriera di allenatore. Quello che, comunque vada a finire, dovrà fare Hansi Flick, che barcolla sul ponte di comando della nazionale tedesca scaraventa­ta fuori in fretta anche dal Mondiale in Qatar: in queste ore si deciderà il suo destino, che si intreccia con quello di Tomas Tuchel, uomo della Baviera, che ha passato gli ultimi tre mesi ad elaborare il lutto dell’esonero dal Chelsea e ora potrebbe sostituire il nero con il bianco della Mannschaft. Se ne parla, in Germania: per quanto la scuola zoppichi un po’, non è quotata l’ipotesi di un c.t. non tedesco.

Claudio Ranieri

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