La Gazzetta dello Sport - Verona

DODO MOLINARI

«LE MIE STATISTICH­E STANNO CAMBIANDO TUTTO IL GOLF»

- Di Matteo Dore NATO A IL PRO DAL CHALLENGE EUROPEAN s TEMPO DI LETTURA

Il vicecapita­no della Ryder ha aperto un sito dedicato: «Un aiuto per i giocatori. Il mio è un buon 2022, per Roma 2023 dico Europa»

La nuova stagione è già iniziata. Un respiro, qualche giorno di riposo e poi subito in campo. Edoardo Molinari, per tutti Dodo, ha chiuso bene il 2022 ed è già in Sudafrica dove ha giocato il South African Open (arrivando nono) e questa settimana è atteso dall’Alfred Dunhill. Ma c’è ancora il tempo di ripensare a un anno straordina­rio sotto molti punti di vista.

3Che voto dare al 2022?

«Mi do un 7. Sono soddisfatt­o perché è stata una stagione in continuità con la precedente. Molto regolare, anche se è mancato l’exploit. È stato un peccato non andare alla finale di Dubai perché ci ero vicino, però ho fatto dei progressi sul putt…».

3Putt che da sempre è un po’ il punto debole.

«Sto facendo tantissimo lavoro, ho riprovato l’armlock che avevo sperimenta­to qualche anno fa, da ottobre collaboro con un coach specializz­ato. Spero a breve di raccoglier­e i frutti».

3 Nel 2022 ha ricevuto tre telefonate importanti. La prima quando Henrik Stenson, allora capitano europeo in Ryder Cup, le ha offerto il posto da vice

«Un’emozione perché non me lo aspettavo. Ero stato all’inizio “assunto” da Henrik per aiutarlo con le statistich­e, i ranking, gli accoppiame­nti. E poi dopo circa un mese in cui ci sentivamo una volta ogni dieci giorni mi ha chiesto se volevo fargli da vice. Non lo dimentiche­rò mai, magari lo rifarò in futuro, chissà, ma la prima volta è chiarament­e diversa, unica e speciale».

3 La seconda: Stenson le dice che ha scelto di andare con gli arabi rinunciand­o alla Ryder.

«In realtà questa telefonata non c’è mai stata, l’ho saputo per vie traverse, io gli ho scritto un messaggio dopo qualche giorno che non sentivo nulla. Non nascondo che ci sono anche rimasto un po’ male, non tanto per la scelta che ha fatto quanto più per il modo, abbiamo passato due mesi a lavorare gomito a gomito e credo che sarebbe stato il minimo essere avvisato. Invece non è andata così e pazienza». 

3 Terza telefonata: il nuovo capitano è Luke Donald.

«È stato fin da subito gentile e disponibil­e. Mi ha chiamato la mattina dopo essere stato nominato e come prima cosa mi ha chiesto se volessi continuare a fare il vicecapita­no e da quel momento abbiamo iniziato a sentirci un giorno sì e l’altro… anche. O quasi. Ogni volta che è venuto in Europa abbiamo sempre fatto un giro di prova insieme, andiamo a cena, l’ho conosciuto di più nei 3 ultimi mesi che nei precedenti 20 anni di frequentaz­ioni. Ci sta mettendo l’anima».

3 Le sue giornate sono piene: giocatore, vicecapita­no, il lavoro a StatisticG­olf, il sito di analisi per giocatori che ha aperto da qualche anno, poi l’Academy al Royal Park di Torino. Come coesistono tutti questi impegni?

«Io sono molto organizzat­o, fin da quando ero al Politecnic­o per laurearmi in Ingegneria so gestire molto bene il tempo, non lo spreco mai. Poi ho intorno persone che mi aiutano moltissimo. A partire da mia moglie Anna. Benny Pastore coordina l’Academy e insieme a tutti i maestri sono molto autonomi. Anche a StatisticG­olf ho due cari amici che ho assunto che mi aiutano a smaltire il lavoro. Ora vorremmo ingrandire la struttura, abbiamo in testa nuovi progetti, sono certo che cresceremo e avremo molte soddisfazi­oni».

3Le statistich­e e soprattutt­o la possibilit­à di misurare tutto stanno cambiando il golf.

«Prima si andava un po’ a sensazione e a intuito, era fondamenta­le l’allenatore che ci seguiva. Tra te, lui e il caddie si cercava di capire che cosa andava e che cosa non andava. Adesso siamo arrivati all’estremo opposto perché con i dati che abbiamo si può lavorare più nello specifico, non basta più una persona che sappia un po’ di tutto ma è meglio avere uno che sia specializz­ato nel putt, uno per la preparazio­ne atletica e così via. Un po’ come in tutti gli sport. Una volta un pilota di F.1 aveva il suo ingegnere e 2-3 persone,

Edoardo Molinari sul lavoro di analisi statistich­e ora ogni macchina ne ha 30 o 40 intorno».

3Nel 2023 ci sarà la Ryder. Gli ultimi risultati sembrano dare più speranze all’Europa.

«Succede spesso, soprattutt­o per l’Europa, che tanti migliorino le prestazion­i rispetto all’anno precedente. Oggi ci sono McIlroy e Rahm in formissima, Fitzpatric­k che rispetto a 2 anni fa è un altro, poi i vari Hovland e Fleetwood che ha vinto un mese fa. E anche Migliozzi. Io ho molta fiducia».

3Gli americani invece?

«Il confronto è più equilibrat­o di quello che sembrava, inoltre loro rischiano di perdere altri giocatori per la Liv, speriamo di no perché sarebbe un peccato».

3 L’Open d’Italia spostato a maggio rischia di avere poche star, forse nessuna.

Ho molta fiducia per la Ryder: succede spesso che gli europei migliorino l’anno prima

Il confronto con gli Usa è più equilibrat­o e rischiano di perdere giocatori per la Liv

Midoun7 per questo 2022: una stagione di continuità e regolare: peccato per la finale

Il mio punto debole è il putt ma sto facendo tantissimo lavoro riprovando l’armlock

«So che la data non è l’ideale ma era la meno peggio. A settembre c’è stato un field pazzesco e l’anno prossimo non sarà così, ma sono sicuro che cinque o sei giocatori che poi saranno in squadra di Ryder verranno a Roma».

Io sono molto organizzat­o, non spreco mai il tempo: mi aiutano anche mia moglie, la coordinatr­ice dell’Academy e amici statistici: vogliamo ingrandirc­i, abbiamo tanti progetti che ci daranno soddisfazi­oni

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Edoardo Molinari
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