La Gazzetta dello Sport - Verona
Che lezione di calcio a De Zerbi «Calma, il lavoro non è finito»
«La vittoria è meritata, ma la qualificazione ancora non c’è Ho giocatori che altre società si sognerebbero. E sono felice per mio papà...»
Vincente
i gol di Lukaku
con la maglia della Roma in 35 partite giocate nelle varie competizioni (10 in Serie A, 7 in Europa League, 1 in Coppa Italia)
Le reti di Dybala
nelle ultime otto partite giocate con la Roma. Ne aveva segnate lo stesso numero, otto, nelle precedenti 24 partite stagionali l vero genio è Daniele De Rossi, altro che Roberto De Zerbi. Almeno per una notte, almeno per la sfida di ieri sera, dove l’allenatore della Roma ha cancellato l’idea di calcio del tecnico italiano del Brighton. Una sfida dominata dall’inizio alla fine, una notte stellare per Daniele, ma anche per tutto il mondo giallorosso. «Ma non abbiamo fatto ancora nulla, se pensiamo di essere già passati va a finire che giovedì a Brighton ci ribaltano - dice l’allenatore giallorosso - C’è ancora tanto da fare, il lavoro non è finito, anche perché tra noi non c’è tutta questa differenza. La vittoria è meritata, ma troppo larga rispetto a ciò che si è visto».
ILa mossa De Rossi, però, la partita l’ha studiata, giocata e gestita nel miglior modo possibile. Ad iniziare da quella pressione alta per cercare di limitare la costruzione dal basso di De Zerbi. «Volevamo togliergli tempo di pensare, anche perché altrimenti possono farti male - continua De Rossi - Devi fargli toccare il pallone il meno possibile, siamo andati alti a prenderli con cinque giocatori, perché a coraggio si risponde con coraggio. Un braccio di ferro, ma sapevo che così avremmo potuto vincere. Abbiamo cercato di mandarli dove eravamo più solidi, accettando l’uomo contro uomo». E, infatti, dietro il Brighton ha sbagliato tanto e costruito poco, anche se poi De Rossi qualche sbavatura la trova. «Abbiamo fatto una grande partita, ma non siamo stati perfetti. Qualcosa abbiamo concesso, per fortuna Svilar è stato bravo. Ma la squadra è stata fantastica nell’aggressività, nello sforzo fisico. Dybala e Lukaku hanno lavorato come animali nella fase difensiva, hanno corso tanto senza palla. E’ l’atteggiamento che voglio».
La metamorfosi E allora la Roma continua a cambiare pelle, a giocare bene. E soprattutto a vincere. Questa è la settima vittoria in dieci partite, con ben 26 gol all’attivo. Una metamorfosi rispetto alla gestione precedente, quella di Mourinho. «Ma ogni squadra ha delle fasi calanti durante una stagione - dice DDR - Io non ho fatto chissacché, si è incanalato tutto nel migliore dei modi. Ma l’ho detto all’inizio e lo ripeto ora, la Roma è una squadra forte, abbiamo giocatori che qualsiasi altra società si sognerebbe. Io cerco solo di allenarli e di tenere alta la condizione fisica. Celik? È forte e si è sempre allenato a duemila. Anche quando non lo facevo giocare». Poi la carezza, come è giusto che sia. «Ho visto tante cose che mi sono piaciute, ma possiamo migliorare ancora in tante. Sono felice della prestazione e dell’attenzione dei giocatori. Soprattutto contro un allenatore come De Zerbi. Io lo amo, so che c’è chi non lo ama, ma una cosa è certa: per preparare le partite contro di lui ci vuole il doppio del tempo».
Rinnovo e papà Poi si scivola altrove, su quei due argomenti di cui De Rossi parla sempre a fatica. Il possibile rinnovo e il rapporto con papà Alberto, che a Trigoria è il responsabile dello sviluppo e delle formazione dei tecnici delle squadre nazionali giallorosse. «Il rinnovo? Questa vittoria non va sporcata con discorsi che non c’entrano niente. E’ l’ultimo dei miei pensieri, mi sto togliendo delle soddisfazioni che non pensavo neanche di potermi togliere. Conta questo». E conta anche per papà Alberto, appunto, con cui Daniele ha un rapporto speciale sotto ogni punto di vista. «In questi 50 giorni mio padre quando mi vede a Trigoria sgattaiola via, l’avrò incrociato al massimo un paio di volte. Lui non mi parla quasi mai di calcio: lo faceva quando ero calciatore e lo fa anche adesso. Forse perché ha fiducia in me o forse perché non vuole mettermi pressione addosso. Ma sono suo figlio, ho ereditato da lui la passione per questo lavoro, le idee calcistiche, il sapersi relazionare con la gente. So che è felice e io sono contento che si sta godendo il momento, anche se un po’ in disparte».
I NUMERI
L’AMAREZZA DI DE ZERBI
Siamo andati alti a prenderli con cinque uomini, A coraggio si risponde con coraggio
Verso Firenze Allora l’occhio finale è per la prossima sfida e per il momento di euforia da gestire al meglio. «Le cose stanno andando bene, ma so che in questa città tutto può girare in un secondo. La presunzione fa andare gambe e cervello più piano e non possiamo permettercelo. Domenica giocheremo contro un’altra ottima squadra (al Franchi contro la Fiorentina), allenata da un altro grande allenatore (Vincenzo Italiano ndr). Non c’è tempo per fare scalette o proiezioni». 3’10”
Su squadra e tattica
In questi 50 giorni mio padre se mi vede a Trigoria sgattaiola via, E non mi parla di calcio
Sul padre Alberto