La Gazzetta dello Sport - Verona
«Jonas è il più forte su salite di oltre 20’ E guardate le gambe» I I GIUDIZI GIUDIZI Il siciliano impressionato dal fisico di Vingegaard: «Muscoli molto ben definiti per fare potenza. E Pogacar ha qualche chilo in meno del passato»
AVincenzo Nibali, per motivi diversi, piacciono molto «sia Vingegaard sia Pogacar. Ma Jonas in questo momento sulle salite lunghe ha qualcosa in più. È il miglior scalatore al mondo su questo tipo di ascese». Con lo Squalo – 2 Giri, 1 Tour, 1 Vuelta, 1 Sanremo, 2 Lombardia e tanto altro, tra cui le Tirreno 2012 e 2013 – l’occasione è giusta per entrare più nel dettaglio. Anche perché la salita di Monte Petrano l’ha scalata pure lui in passato e può garantirlo: «Tosta, davvero tosta. Un esame vero».
3 Vincenzo, che tipo di scalatore è Vingegaard?
«Completamente diverso da quelli che ho affrontato io, penso in particolare a Chris Froome e Alberto Contador».
3 Perché?
«Froome era capace di fare progressioni con accelerazioni devastanti, quasi sempre da seduto. Contador era molto, ma molto ‘esplosivo’, alzandosi spesso sui pedali, e si sarebbe adattato meglio al ciclismo di oggi».
3E Vingegaard?
«Un misto di tutti e due. Mi colpisce soprattutto per la potenza che esprime in salita. Poi, Pogacar è più ‘esplosivo’ di lui e nello scontro diretto magari Vingegaard perde qualcosa subito, poi ritorna sotto e, se ne ha, va via. Jonas ha pure dalla sua il fatto che è un po’ più leggero e questo sulle ascese lunghe paga. È più scalatore, anche se al Tour è riuscito a fare crono pazzesche».
3 Quando il danese fa più differenza?
«Parliamo di salite che durano più di venti minuti. Sotto questo tempo, le distanze sono meno evidenti. E pure le tappe che hanno tante montagne in successione gli si adattano meglio. Mi riferisco ai grandi giri. In una breve corsa a tappe, meno. Per me, se Pogacar fosse stato in gara in questa Tirreno, avrebbe deciso il rendimento a cronometro tra di loro».
3A chi può assomigliare Vingegaard? Chi le ricorda?
«Devo pensarci bene. I paragoni sono difficili. Può sembrare… anche come statura, un Purito Rodriguez che però riesce a combinare tante altre qualità. Perché Joaquin sulle salite lunghe aveva qualcosa in meno, rispetto a ‘Muri’ brevi. E, certo, a cronometro andava meno. Sa cosa mi colpisce molto di Jonas?».
3 Che cosa?
«Le gambe così ben ‘definite’, la conformazione dei muscoli nella zona del vasto mediale, i polpacci. Tutto ciò che gli permette di fare potenza».
3 Pogacar invece?
«Lo vedo più vicino a Valverde, però molto più competitivo nei grandi giri. Non dimentichiamo che due Tour li ha vinti. In valore assoluto, Tadej non è certo sotto Vingegaard. Senza dimenticare che nell’ultimo Tour non è arrivato al top dopo l’infortunio alla Liegi».
3 Cosa si aspetta dai loro futuri scontri diretti in questa stagione?
«Pochi l’hanno notato, ma a vederlo alla Strade Bianche Pogacar mi è sembrato più magro. Qualche chiletto in meno ce l’aveva. È arrivato molto ben preparato al debutto. In generale, il vantaggio di Vingegaard sulle salite lunghe c’è, ma non è così ampio. Lo vedremo al Tour. Magari Jonas è ulteriormente salito, ci potrebbe stare. Oppure no. Peccato davvero che dovremo aspettare il Tour per il primo scontro».
3A lei chi piace di più?
«Sono due corridori meravigliosi, di un livello superiore agli altri. Pogacar è straordinario nel mettersi sempre in gioco e si ‘concede’ molto al pubblico. Vingegaard è un po’ più ‘conservativo’ e nella riservatezza che ha, nel fatto che non è molto social, è maggiormente simile a me».