La Gazzetta dello Sport - Verona
RIVOLUZIONE DE ROSSI LA ROMA È RINATA CON LE IDEE E IL GIOCO: TUTTI PROTAGONISTI
Il tecnico della svolta pronto per le sfide decisive: «Adesso i punti valgono il doppio o il triplo»
Panchine rampanti Thiago Motta, 41 anni, allenatore del Bologna quarto, e Daniele De Rossi, 40, tecnico della Roma quinta «Da giocatore recuperava palloni, però vantava pure un’intelligenza tattica strepitosa. Oggi la qualità è importante, lui la valorizza. Un paragone? Mi sembra semplicemente De Rossi, un tecnico moderno».
3Crede nella salvezza del Lecce?
«Devono farlo in primis i calciatori: col pessimismo non si va da nessuna parte. Gotti non è un mago, ma a Salerno ha conquistato tre punti fondamentali».
SARBITRO ASSISTENTI VAR PREZZI
TV
PANCHINA
ALL.
STADIO
4° UOMO AVAR
BALLOTTAGGI
SQUALIFICATI DIFFIDATI INDISPONIBILI
PANCHINA
BALLOTTAGGI
ALL.
SQUALIFICATI DIFFIDATI INDISPONIBILI
Festa
Che Roma sarà? Il “traghettatore” diventato uomo della svolta riprende da dove aveva lasciato prima della sosta: dalla forza delle idee, dal coinvolgimento di tutti e dalla varietà di soluzioni. Daniele De Rossi si accinge ad entrare nel mese decisivo della sua stagione con la stessa idea meravigliosa in testa: una Roma di qualità e d’assalto, anche domani a Lecce. Colui che è riuscito a capovolgere il mondo giallorosso in 75 giorni, facendo sembrare normalità i gol di Pellegrini, il gioco verticale di Paredes o le parate di Svilar, vuole dribblare l’emergenza in attacco (Dybala in panchina, lesione ai flessori per Azmoun), tessendo la sua tela delle ambizioni con l’unica arma che conosce: il calcio moderno, unica via per l’Europa che conta. Il solo modo per avvicinare la squadra a quei livelli che possono proiettarla in un’altra dimensione, oltre gli steccati del calcio speculativo, senza rischiare crolli sul prato come un aquilone dal fiato corto.
Filosofia E allora l’approccio non cambierà nemmeno stavolta, a fronte di 22 punti conquistati nelle ultime 9 gare (tre in meno dell’Inter) e 5 risultati utili di fila. Lungo il sentiero minato della Champions, il tecnico è pronto a schierare la 14esima formazione diversa in 14 gare, da quando è alla guida della Roma: con Aouar al posto dello squalificato Pellegrini e Baldanzi sulla trequarti al posto della Joya, con i tre pilastri Mancini, Cristante e Lukaku a formare l’asse portante della squadra. Tante rotazioni in un tourbillon di moduli (sei finora utilizzati) e tutta la rosa coinvolta, Abraham a parte. Una filosofia che è stata alla base della rivoluzione di DDR e che sarà ancora il “faro” per affrontare il mese chiave, aprile, quello che deciderà tutto, dal fronte Champions al rinnovo di contratto dell’allenatore: il Lecce già tappa fondamentale, prima di un vero e proprio tour de force, con le sfide con Lazio, Udinese e Bolo
gna più le due gare di Europa League contro il Milan che precederanno il tris di altissimo livello con Napoli, Juventus e Atalanta. «Sappiamo che adesso i punti valgono il doppio o il triplo soprattutto per le squadre che sono in basso in classifica, per questo a Lecce sarà una partita durissima», ha spiegato ieri De Rossi, proiettandosi solo sul primo test in calendario. Perché oltre DDR non vuol spingersi. E quando si discute di quote e tabelle di marcia, l’allenatore tira dritto: «La quota Champions? Qualcuno dice sia a 70 punti che sono quelli che negli ultimi anni ha sempre accumulato la quarta in classifica. Se teniamo conto dei piazzamenti delle quinte negli ultimi campionati dovrebbe essere a 64 punti o 65. Fare queste proiezioni serve veramente a poco, noi dobbiamo vincere la nostra partita. Ci sono tantissime gare difficili davanti a noi, ma se le affrontiamo mentalmente tutte insieme siamo morti, se invece le affrontiamo una per volta possiamo anche vincerle tutte». 2’24’’