La Gazzetta dello Sport - Verona

BETTIOL CREDICI «FIANDRE DA DURI LA MIA MISSIONE È MOSTRARE IL VERO ALBERTO»

- Di Ciro Scognamigl­io @CIROGAZZET­TA GETTY a.b.

Matej Mohoric Sloveno, 29 anni, corre per la BahrainVic­torious. Punta forte sul Fiandre

La base è il Biznis Hotel di Lokeren: «Si sta come i principi. Sono super-gentili e abbiamo tutto quello che serve. Una bella atmosfera familiare, dove stare quasi tre settimane non pesa», dice Alberto Bettiol, che ci va da diversi anni e che ha dormito lì alla vigilia dell’impresa più bella, il trionfo al Fiandre 2019. «Da allora non si è più pensato di cambiare...». Cinque anni dopo, la sirena della Ronde è un richiamo forti ssimo per il 30enne toscano della Ef, già visto quest’anno non lontano dal suo livello migliore. Indosserà una maglia vintage preparata dal team, e non vede l’ora.

3 Bettiol, alle vigilie importanti ormai è abituato. O no?

«L’attesa del Fiandre la vivo molto bene, specie dopo aver vinto. Sono venuti i miei amici, con mio padre, a trovarmi. E poi essere italiano, e non fiammingo, aiuta a stare calmi».

3 Perché?

«Ho visto Van Avermaet, che ora lavora per la tv Sporza. Mi ha detto “Parliamo talmente tanto di ciclismo, ogni giorno, e di ogni suo aspetto, che non sappiamo più cosa dire”».

3 Lo spirito com’è?

«Sono lo stesso di metà marzo, quando ho vinto la Milano-Torino e chiuso al quinto posto la Sanremo dopo essere andato forte. So che ci sono. C’è solo da mettere assieme delle cose. Rispetto a cinque anni fa, i compagni sono cambiati tutti ma i due direttori sportivi saranno gli stessi: Andreas Klier che parlava alla radio, e Ken Vanmarcke, fratello di Sepp, alla guida».

3 Come definirebb­e il Fiandre?

«Una corsa in cui posso fare vedere chi sono, chi è il vero Bettiol. Una opportunit­à. Devo cogliere l’occasione per trovare la felicità dentro di me. La pressione la sentirò di più alla Roubaix, domenica prossima, per il debutto. Peccato solo che nelle due occasioni che ho avuto in Belgio non sia arrivato il risultato. Ma magari è meglio essere arrivati qui più sottotracc­ia».

3 Ha capito i motivi dei crampi di mercoledì nella prova di Waregem?

«Ho fatto venire qui il mio osteopata, da Lugano. Ad Harelbeke, il venerdì precedente, cadendo avevo preso una bella

isogna viverla, se la si vuole capire fino in fondo. Perché l’atmosfera del Fiandre è unica, e lo si comincerà a capire già questa mattina alla Piazza del Mercato di Anversa (negli ultimi anni si alterna con Bruges come partenza, arrivo confermato ad Oudenaarde), dove sfileranno le squadre. Il via alle 10 (foto, la partenza del 2022). Da segnalare che c’è allerta da parte delle forze dell’ordine per una possibile protesta degli agricoltor­i, già avvistati alla Gand-Wevelgem e a Waregem: potrebbero essere nella zona del Kluisberge­n. In strada è atteso un milione di persone: i Muri sono 17, 7 i settori di pavé. Meteo: nuvoloso, rischio pioggia nel pomeriggio. Ancora all’asciutto la Soudal-Quick Step, che ci riprova puntando su Asgreen - vincitore nel 2021 su Van der Poel - e Alaphilipp­e. Dal Lombardia 2021 in poi, i Monumenti (Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia) sono stati vinti solo da tre Nazioni: Olanda, Belgio e Slovenia.

B175

Corridori

25

Squadre

Oggi la 21a edizione

Si corre anche il Fiandre femminile:

163 km con partenza (13.25) e arrivo (intorno alle 18, diretta RaiSport e Eurosport) ad Oudenaarde. Sono 7 i tratti in pavé, 12 i Muri: occhi sempre su Vecchio Kwaremont e Paterberg come settori decisivi. Al via in 144 di 24 squadre. Le più attese: 1 Kopecky (Bel) 3 Reusser (Svi) 5 Vollering (Ola) 6 Wiebes (Ola) 21 Niewiadoma (Pol)

25 Paladin 31 Arzuffi

33 A. Fidanza 41 Guazzini 55 Pieterse (Ola) 66 Ragusa 71 Longo Borghini 72 Balsamo 76 Van Anrooij (Ola) 81 Paternoste­r 91 Sierra (Cuba) 106 Pirrone

112 Barale

121 Vos (Ola) 131 Persico 134 Consonni 141 Confalonie­ri 151 Alzini

182 Borghesi

Doppietta

 Sempre e solo Africa. Anzi: solo Kenya, Etiopia e Uganda. La 45a edizione dei Mondiali di cross conferma una realtà inconfutab­ile: lo strapotere di alcuni Paesi, sui prati, è assoluto. Al punto che gli altri, alla rassegna iridata, rinunciano, come l’Italia ieri o inviano squadre di seconda schiera. Delle 27 medaglie assegnate al Parco dell’Amicizia di Belgrado, prove a squadre comprese, 26 sono andate a tre Nazioni: 11 (con 6 ori) al Kenya, 10 (2) all’Etiopia e 5 (1) all’Uganda. Unica eccezione, ma dal peso specifico relativo, il bronzo della Gran Bretagna nella staffetta mista vinta dal Kenya. In una giornata calda, su un circuito in erba reso difficile da passaggi artificial­i e tratti in sabbia e fango, i titoli più prestigios­i, quelli assoluti individual­i, sono andati a chi già si era imposto a Bathurts 2023, in Australia: il

FORMULA E 23enne ugandese Jacob Kiplimo, bronzo olimpico e mondiale dei 10.000 ed ex iridato della mezza, ha coperto i 10 km in 28’09”; la 24enne keniana Beatrice Chebet, argento e bronzo nei 5000 agli ultimi due Mondiali, in 31’05”. Con una progressio­ne regale, Kiplimo ha preceduto l’etiope Berihu Aregawi (28’12”), già 2° un anno fa e il keniano Benson Kiplagat (28’14”), con Joshua Cheptegei 6°. La Chebet ha messo in fila invece quattro connaziona­li, con Lilian Rengeruk (31’08”) e Margaret Kipkemboi (31’09”) a completare il podio. I vincitori, come Aregawi, sono gestiti dal bresciano Federico Rosa. Keniano pure l’oro under 20 con Samuel Kibathi; etiope quello femminile, con la 15enne Marta Alemayo. Miglior europeo, 9° senior, Thierry Ndikumwena­yo, spagnolo da un anno...

DONNE

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Alberto Bettiol
IL GRANDE FAVORITO Alberto Bettiol
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L’ugandese Jacob Kiplimo, 23 anni, ancora iridato di cross

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