La Gazzetta dello Sport - Verona
SOBRERO «IO E ROGLIC ALMENO A 60 ALL’ORA IN CERTI ATTIMI TI SI GELA IL SANGUE»
spaventato. Sa, a quella velocità se cadi e finisci in un fosso di cemento...».
3A che velocità andavate?
«Non lo so di preciso, ma di sicuro almeno a sessanta chilometri all’ora».
3 Lei come ha fatto a non cadere?
versi altri siano riusciti a fermarsi in tempo e che dunque i coinvolti non siano cresciuti di numero».
3 Com’era la scena nel punto della caduta? in definitiva, oppure non particolarmente?
«Ma no, poteva capitare ovunque. Il fatto è che ormai le corse sono tutte “tirate” da molto presto, e già a 40 chilometri dall’arrivo si andava parecchio forte».
3 Dopo, qual era il suo stato d’animo?
«La preoccupazione, la paura è stata immediata. Poi, ho visto che la corsa si era fermata. Erano tutti un po’ sotto shock, sono attimi pesanti in cui si può gelare il sangue. Io ero al Giro di Svizzera dello scorso anno, quando era morto Gino Mader (per le conseguenze di una caduta nel corso della quinta tappa, ndr). Comunque, ho cercato di tranquillizzare i compagni. Poi ci hanno fatto sapere che non c’erano più ambulanze e non potevamo gareggiare per motivi di sicurezza. Su quanto è successo per i fuggitivi, invece, che si sono giocati il successo ma senza i tempi per la classifica, non ho capito bene le decisioni».
HA DETTO
Paura? Sì, certo. Ero in gara al Giro di Svizzera dello scorso anno, quando è morto Gino Mader
Vingegaard ha provato a frenare ma non ha fatto in tempo, in situazioni così non è facile
3 In questi casi, si torna inevitabilmente a parlare di sicurezza per i ciclisti.
«Certamente, lo si deve fare sempre, è un argomento che va mantenuto in primo piano costantemente. Si sta facendo parecchio, si sta cercando di trovare delle soluzioni, pur sapendo che il rischio zero nel ciclismo non potrà mai esistere. Forse, bisognerebbe partire dai corridori. Nel senso: “Ogni tanto, si può mollare un attimo”».
3 Nel dettaglio?
«Ultimamente, si va sempre, sempre più forte. Ma questo deve avere un limite. Per forza. Mi riferisco a una presa di autocoscienza collettiva del gruppo. Anche noi, parlo in generale, possiamo pensare di frenare un attimo prima. Di non andare sempre al limite». 4’03”
Matteo Sobrero
Primoz sta bene, ha battuto un ginocchio che si è un po’ gonfiato e dovrà fare dei controlli
«Sicurezza? Importante è anche non andare sempre al limite»