La Gazzetta dello Sport - Verona

«Juve, una frenata ingiustifi­cabile Inter, lo scudetto merito del gruppo»

L’ex campione torna all’Onu per parlare dei valori dello sport: «Solidariet­à, rispetto e inclusione sono fondamenta­li»

- di Andrea Elefante

Marco Tardelli al Palazzo dell’Onu da Goodwill Ambassador del progetto “Change the world model United Nations”: un appuntamen­to ormai abituale, per parlare a ragazzi di tutto il mondo dei valori dello sport applicati alla politica. A cominciare dal concetto di rispetto per il prossimo.

3 Ma ce n’è ancora abbastanza nel mondo dello sport, Tardelli?

«Sul campo sì, vedo ancora la cattiveria sana che nasce dalla competitiv­ità. Anche se il calcio è molto cambiato rispetto ai miei tempi: diventare un enorme business comporta il rischio di “bypassare” qualcosa dei valori sempre esistiti. Ma lo sportivo per istinto sente ancora certe emozioni pure».

3 Nel suo discorso tre parole d’ordine: unione, solidariet­à, inclusione. Oggi nel calcio c’è ancora unione?

«Uso un esempio dei miei tempi: si pensa il contrario, ma pure Maradona ha avuto bisogno dei compagni per fare diventare grande il Napoli, e dunque anche loro. Ognuno risolve i problemi dell’altro: una grande squadra nasce così. Un esempio più attuale? L’Inter vicina allo scudetto: un grande gruppo, anzitutto».

3 C’è solidariet­à?

«La vedo verso chi ha fatto un errore e verso chi non va in campo: a star fuori non si vive bene, soprattutt­o con le rose lunghe di oggi».

3 L’inclusione, oggi il tema più scottante: il caso Acerbi-Juan Jesus ha “aperto” giornali e telegiorna­li.

«E’ evidente che qualcosa c’è stato e hanno perso tutti: lo sport, l’inclusione e i due giocatori, gli unici che conoscono la verità: uno dei due mente ed entrambi sanno chi è. Juan Jesus è frustrato perché gli hanno dato del bugiardo, Acerbi si sente frustrato perché resta un dubbio. In questa vicenda sono mancati onestà, coraggio e la verità, perché la sentenza non ha tolto l’idea di un qualcosa di difficile da interpreta­re. Ma si è accettata, vuol dire che lo sport accetta anche queste cose».

3 Oggi è tutto troppo urlato, esasperato, offensivo?

«Per giudicare un’offesa è importante valutare come si dicono certe cose. A me capita di offendere anche un amico, ma scherzosam­ente: è più un gioco. Oggi non si può: c’è l’offesa di genere, come per la violenza».

3 Una cosa che non le piace del calcio di oggi?

«Tutto quello che è fuori, anzi intorno, al campo. E ora c’è anche la Var, che ingoio con difficoltà: non a caso ogni tanto si cerca di cambiare qualcosa, ora per il fuorigioco si è ripensato al concetto di luce. Io credo ancora nella fiducia nei confronti della persona arbitro, come gli inglesi che non sanno neanche chi è il designato per la propria squadra. Senza questa, ci sarà sempre un dubbio».

3 Al Palazzo dell’Onu sono entrati da poco il presidente della Figc, Gravina, e Buffon: come vede la Nazionale?

«Anzitutto vedo un allenatore che predica i valori di cui stiamo parlando. Uno un po’ all’antica, non nel gioco ma nella mentalità, che pretende cose su cui in passato forse si è lasciato un po’ correre. E che dà fiducia a giocatori che la meritano, come Retegui, Zaniolo. Spero recuperi anche Scamacca: credo valga molto di più di quello che ci ha fatto vedere finora».

3 Fiducioso per l’Europeo?

«Preziose gli ultime due test: viste cose positive ma anche negative, errori che fatti in altre situazioni possono costare cari».

3 L’Inter ha già vinto lo scudetto?

«L’ha vinto sì, perché è andata oltre i risultati che parlano da soli, dimostrand­o anche grande equilibrio mentale. Dall’uscita dalla Champions poteva avere un contraccol­po, ha reagito in modo sano».

3 Chiesa ha detto che il contraccol­po Juve è nato dal veder svanire il sogno scudetto.

«Una frenata come quella della Juve non si può giustifica­re così, anzi è nel momento di difficoltà che i giocatori devono dare il meglio, tirando fuori personalit­à e carattere».

3 Infatti Chiesa ha detto anche che il 2-0 alla Lazio non ha risolto tutti i problemi.

«Questo è certo: quest’anno la Juve ha dimostrato di poter fare ottime cose, ma anche improponib­ili. E’ mancata totalmente la continuità che una squadra così non può non avere».

3 Stagione salva vincendo la Coppa Italia e arrivando in Champions?

«Una stagione si salva vincendo qualcosa. Ed erano gli obiettivi di inizio anno, ricordo male?».

3 Squadra dipendente da Chiesa e Vlahovic?

«Senza i gol di Lautaro e Thuram, l’Inter avrebbe già vinto lo scudetto? La vera differenza sta nell’avere giocatori in grado di valorizzar­e i migliori: l’Inter li ha avuti, la Juve meno».

3 Si aspetta Allegri sulla panchina della Juve anche l’anno prossimo?

«Perché no? Ad un certo punto sembrava dovesse essere presidente, dirigente, allenatore... Sarebbe anche molto costoso cambiarlo e sento dichiarare che Giuntoli sta cercando di fare la squadra con lui e per lui. Se è così, credo sia giusto che rimanga».

3 Giuntoli che con l’addio a Manna si sta creando una sua squadra mercato.

«Se prendi Giuntoli devi dargli carta bianca: è normale che sia così».

Razzismo Acerbi e Juan Jesus oggi si sentono frustrati: hanno perso entrambi

Var La ingoio a fatica, e ogni tanto si cambia qualcosa... Credo ancora nell’arbitro

Nazionale Spalletti ha valori: pretende cose su cui in passato forse si è lasciato un po’ correre

«Nerazzurri, grande equilibrio mentale per reagire bene all’uscita dalla Champions»

«Bianconeri senza continuità. E invece nelle difficoltà occorre tirare fuori il carattere»

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Dusan Vlahovic, 24 anni, finora ha segnato 16 gol
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Marcus Thuram, 26 anni, finora ha segnato 12 gol
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