La Gazzetta dello Sport - Verona
IL DISASTRO DI SUVIANA ESPLOSIONE ALLA CENTRALE VITTIME, FERITI E DISPERSI «PIENA LUCE SULLE CAUSE»
Incidente nell’impianto idroelettrico Enel di Bargi, nel Bolognese Si contano 3 morti e si cercano 4 operai. Era in corso un collaudo Lo scoppio di una turbina, il fumo e l’inondazione. Soccorsi difficili
IL TEMA DEL GIORNO
IN 5 PUNTI
1La quiete dell’Appennino bolognese interrotta dal fragore di un’esplosione: nella centrale idroelettrica sul lago di Suviana è avvenuta una tragedia.
Ieri, intorno alle 15, un incendio ha interessato un trasformatore dell’impianto che si trova sul bacino artificiale e ricade nel territorio comunale di Camugnano, frazione Bargi. È la dinamica comunicata attraverso una nota da Enel Green Power, la società del gruppo proprietario che si occupa della gestione e delle attività di generazione di energia da fonti rinnovabili. Dopo le prime notizie frammentarie, il bilancio dell’incidente è stato riassunto in tre morti, quattro dispersi e cinque feriti (ustionati gravi) ricoverati tra gli ospedali di Parma, Cesena, Forlì e Pisa. Da mesi, nella struttura si trovavano al lavoro diverse squadre di operai provenienti anche da altre zone d’Italia per interventi di manutenzione straordinaria. Nove le ditte all’opera. Ieri era in programma il collaudo di uno dei due gruppi di produzione. Dei 12 lavoratori coinvolti, ha fatto sapere il prefetto di Bologna Attilio
Visconti, 11 appartengono a ditte esterne alla società. Un altro - ex dipendente Enel - aveva compiti di consulente. «Abbiamo sentito un boato e poi abbiamo visto un gran fumo uscire dalla centrale. L’aria è diventata irrespirabile», racconta il titolare di un ristorante che si trova a 300 metri. È un dramma che investe un’intera comunità. «Un inferno. Siamo profondamente scossi», le parole di Maurizio Fabbri, presidente dei Comuni dell’Unione dell’Appennino.
2Le operazioni di soccorso si sono rivelate molto complicate, sia per l’acqua che per le macerie.
Difficoltà accresciute dalle alte temperature e dal fatto che l’incidente è avvenuto al piano -8, fra i 30 e i 60 metri di profondità (su 70 totali della centrale), nell’impianto allagato e con scarsa visibilità a causa del fumo che si è propagato. Il nono piano, dove ieri sera agivano i sommozzatori, è stato inondato dalla pompa di raffreddamento della turbina. «Forse ha ceduto il solaio», ha spiegato il sindaco di Camugnano, Marco Masinara. Sono intervenuti uomini della protezione civile, carabinieri, decine di vigili del fuoco - anche con elicotteri - e i sommozzatori che si sono calati nei locali con le bombole di ossigeno. Le operazioni di recupero sono proseguite fino a notte, con cinque sistemi di illuminazione di emergenza da interno. «L’impianto non è considerato in pericolo di crollo», le rassicurazioni di Matteo Lepore, sindaco di Bologna. A tarda sera sono stati diffusi i nomi delle tre vittime note: sarebbero Mario Pisani, 73 anni, residente a San Marzano di San Giuseppe (Ta), Vincenzo Franchina, 35, di Sinagra (Messina) e Petronel Pavel Tanase, 45 anni, rumeno ma residente a Settimo Torinese.
3Stiamo parlando della centrale idroelettrica più potente dell’Emilia Romagna.
Sul lago alimentato dal torrente Limentra se ne affacciano due, quella di Suviana e di Bargi. Quest’ultima, come detto, è stata il teatro dell’esplosione. Inaugurata nel 1975, viene alimentata anche dalle acque del Brasimone attraverso condotte. Ed è questa la sua particolarità: scambia, a seconda delle esigenze, notevoli volumi di acqua tra i
due bacini: durante le ore di massima richiesta viene utilizzata per produrre energia elettrica, mentre nelle ore di carico minimo - di notte - ripompa l’acqua da Suviana al Brasimone. La centrale è definita del tipo “a pozzo”, la dimensione è di 61 per 37 metri a pianta rettangolare, alta 54 metri. Al primo piano sotterraneo si trovano i locali delle riparazioni, da qui partono i pozzi verticali che arrivano sul fondo della centrale. Si tratta di un impianto di generazionepompaggio composto da due gruppi di produzione da 165 MW ciascuno per una potenza installata di 330 MW. Ha una funzione rilevante di regolazione, esercizio e gestione della rete elettrica nazionale. Enel ha fermato la produzione «senza causare alcun impatto sulla fornitura del servizio elettrico a livello locale e nazionale».
4La diga, per fortuna, non è stata i nte re s s ata d a l - l’esplosione.
Non sono stati segnalati danni, anche se serviranno ispezioni più approfondite. Il lago artificiale è nato, appunto, dalla costruzione della diga, iniziata nel 1928 e ultimata nel 1932, alta 91,5 metri. Venne inizialmente realizzata per alimentare la linea ferroviaria Bologna-Firenze. Le due sponde bagnano il comune di Camugnano a est e quello di Castel di Casio a ovest. La zona nei dintorni forma un parco regionale a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano ed è considerata esempio di come ambiente ed energia pulita rinnovabile possano convivere. È diventata un luogo di attrazione turistica, vista la relativa vicinanza alle aree metropolitane di Bologna e Firenze.
5Si riapre il dibattito sulla sicurezza sul lavoro.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il governatore Stefano Bonaccini chiedendo che sia fatta piena luce sulla dinamica della tragedia. È arrivato il messaggio della premier Giorgia Meloni («Vicinanza ai familiari delle vittime e dei feriti») e oggi alle 11 ci sarà una commemorazione alla Camera. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha osservato: «C’è proprio un modello di fare impresa che non va bene. Per domani, con la Uil, abbiamo proclamato uno sciopero di quattro ore per tutto il settore privato. La vita delle persone deve essere al centro di qualsiasi attività». Ha aggiunto Ivana Veronese, segretaria Uil: «Servono interventi urgenti, non ci stanchiamo di dirlo. A cominciare dalla patente a punti, che non si può accettare sia solo per i cantieri mobili. Il governo ascolti le nostre richieste, da tempo chiediamo un tavolo di confronto vero che fino a oggi non c’è stato. Non basta la vicinanza ai familiari, c’è bisogno di azioni chiare. Non si possono chiamare “bianche” queste morti: va introdotto il reato di omicidio sul lavoro». Ha scritto Luigi Sbarra, leader della Cisl: «Auspichiamo che la magistratura accerti al più presto le responsabilità. La sicurezza nei luoghi di lavoro è oggi la priorità del sindacato e deve diventarlo anche per il Paese. Non abbasseremo la guardia per sollecitare il pieno rispetto delle norme, con più controlli, ispezioni e sanzioni in tutte le imprese. E punizioni certe e severe per chi in nome del profitto non ha rispetto per la vita umana». Il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, ha annunciato l’apertura di un fascicolo.