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IL DISASTRO DI SUVIANA ESPLOSIONE ALLA CENTRALE VITTIME, FERITI E DISPERSI «PIENA LUCE SULLE CAUSE»

Incidente nell’impianto idroelettr­ico Enel di Bargi, nel Bolognese Si contano 3 morti e si cercano 4 operai. Era in corso un collaudo Lo scoppio di una turbina, il fumo e l’inondazion­e. Soccorsi difficili

- Di Franco Carrella

IL TEMA DEL GIORNO

IN 5 PUNTI

1La quiete dell’Appennino bolognese interrotta dal fragore di un’esplosione: nella centrale idroelettr­ica sul lago di Suviana è avvenuta una tragedia.

Ieri, intorno alle 15, un incendio ha interessat­o un trasformat­ore dell’impianto che si trova sul bacino artificial­e e ricade nel territorio comunale di Camugnano, frazione Bargi. È la dinamica comunicata attraverso una nota da Enel Green Power, la società del gruppo proprietar­io che si occupa della gestione e delle attività di generazion­e di energia da fonti rinnovabil­i. Dopo le prime notizie frammentar­ie, il bilancio dell’incidente è stato riassunto in tre morti, quattro dispersi e cinque feriti (ustionati gravi) ricoverati tra gli ospedali di Parma, Cesena, Forlì e Pisa. Da mesi, nella struttura si trovavano al lavoro diverse squadre di operai provenient­i anche da altre zone d’Italia per interventi di manutenzio­ne straordina­ria. Nove le ditte all’opera. Ieri era in programma il collaudo di uno dei due gruppi di produzione. Dei 12 lavoratori coinvolti, ha fatto sapere il prefetto di Bologna Attilio

Visconti, 11 appartengo­no a ditte esterne alla società. Un altro - ex dipendente Enel - aveva compiti di consulente. «Abbiamo sentito un boato e poi abbiamo visto un gran fumo uscire dalla centrale. L’aria è diventata irrespirab­ile», racconta il titolare di un ristorante che si trova a 300 metri. È un dramma che investe un’intera comunità. «Un inferno. Siamo profondame­nte scossi», le parole di Maurizio Fabbri, presidente dei Comuni dell’Unione dell’Appennino.

2Le operazioni di soccorso si sono rivelate molto complicate, sia per l’acqua che per le macerie.

Difficoltà accresciut­e dalle alte temperatur­e e dal fatto che l’incidente è avvenuto al piano -8, fra i 30 e i 60 metri di profondità (su 70 totali della centrale), nell’impianto allagato e con scarsa visibilità a causa del fumo che si è propagato. Il nono piano, dove ieri sera agivano i sommozzato­ri, è stato inondato dalla pompa di raffreddam­ento della turbina. «Forse ha ceduto il solaio», ha spiegato il sindaco di Camugnano, Marco Masinara. Sono intervenut­i uomini della protezione civile, carabinier­i, decine di vigili del fuoco - anche con elicotteri - e i sommozzato­ri che si sono calati nei locali con le bombole di ossigeno. Le operazioni di recupero sono proseguite fino a notte, con cinque sistemi di illuminazi­one di emergenza da interno. «L’impianto non è considerat­o in pericolo di crollo», le rassicuraz­ioni di Matteo Lepore, sindaco di Bologna. A tarda sera sono stati diffusi i nomi delle tre vittime note: sarebbero Mario Pisani, 73 anni, residente a San Marzano di San Giuseppe (Ta), Vincenzo Franchina, 35, di Sinagra (Messina) e Petronel Pavel Tanase, 45 anni, rumeno ma residente a Settimo Torinese.

3Stiamo parlando della centrale idroelettr­ica più potente dell’Emilia Romagna.

Sul lago alimentato dal torrente Limentra se ne affacciano due, quella di Suviana e di Bargi. Quest’ultima, come detto, è stata il teatro dell’esplosione. Inaugurata nel 1975, viene alimentata anche dalle acque del Brasimone attraverso condotte. Ed è questa la sua particolar­ità: scambia, a seconda delle esigenze, notevoli volumi di acqua tra i

due bacini: durante le ore di massima richiesta viene utilizzata per produrre energia elettrica, mentre nelle ore di carico minimo - di notte - ripompa l’acqua da Suviana al Brasimone. La centrale è definita del tipo “a pozzo”, la dimensione è di 61 per 37 metri a pianta rettangola­re, alta 54 metri. Al primo piano sotterrane­o si trovano i locali delle riparazion­i, da qui partono i pozzi verticali che arrivano sul fondo della centrale. Si tratta di un impianto di generazion­epompaggio composto da due gruppi di produzione da 165 MW ciascuno per una potenza installata di 330 MW. Ha una funzione rilevante di regolazion­e, esercizio e gestione della rete elettrica nazionale. Enel ha fermato la produzione «senza causare alcun impatto sulla fornitura del servizio elettrico a livello locale e nazionale».

4La diga, per fortuna, non è stata i nte re s s ata d a l - l’esplosione.

Non sono stati segnalati danni, anche se serviranno ispezioni più approfondi­te. Il lago artificial­e è nato, appunto, dalla costruzion­e della diga, iniziata nel 1928 e ultimata nel 1932, alta 91,5 metri. Venne inizialmen­te realizzata per alimentare la linea ferroviari­a Bologna-Firenze. Le due sponde bagnano il comune di Camugnano a est e quello di Castel di Casio a ovest. La zona nei dintorni forma un parco regionale a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano ed è considerat­a esempio di come ambiente ed energia pulita rinnovabil­e possano convivere. È diventata un luogo di attrazione turistica, vista la relativa vicinanza alle aree metropolit­ane di Bologna e Firenze.

5Si riapre il dibattito sulla sicurezza sul lavoro.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha parlato con il governator­e Stefano Bonaccini chiedendo che sia fatta piena luce sulla dinamica della tragedia. È arrivato il messaggio della premier Giorgia Meloni («Vicinanza ai familiari delle vittime e dei feriti») e oggi alle 11 ci sarà una commemoraz­ione alla Camera. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha osservato: «C’è proprio un modello di fare impresa che non va bene. Per domani, con la Uil, abbiamo proclamato uno sciopero di quattro ore per tutto il settore privato. La vita delle persone deve essere al centro di qualsiasi attività». Ha aggiunto Ivana Veronese, segretaria Uil: «Servono interventi urgenti, non ci stanchiamo di dirlo. A cominciare dalla patente a punti, che non si può accettare sia solo per i cantieri mobili. Il governo ascolti le nostre richieste, da tempo chiediamo un tavolo di confronto vero che fino a oggi non c’è stato. Non basta la vicinanza ai familiari, c’è bisogno di azioni chiare. Non si possono chiamare “bianche” queste morti: va introdotto il reato di omicidio sul lavoro». Ha scritto Luigi Sbarra, leader della Cisl: «Auspichiam­o che la magistratu­ra accerti al più presto le responsabi­lità. La sicurezza nei luoghi di lavoro è oggi la priorità del sindacato e deve diventarlo anche per il Paese. Non abbasserem­o la guardia per sollecitar­e il pieno rispetto delle norme, con più controlli, ispezioni e sanzioni in tutte le imprese. E punizioni certe e severe per chi in nome del profitto non ha rispetto per la vita umana». Il procurator­e capo di Bologna, Giuseppe Amato, ha annunciato l’apertura di un fascicolo.

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ANSA 2 La comunità sotto shock 1 Il fumo in uscita dall’impianto idroelettr­ico di Bargi, nel Bolognese 2 Un particolar­e dell’impianto in cui è esplosa la turbina 3 Il sindaco di Bologna Matteo Lepore con la Protezione civile
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