La Gazzetta dello Sport - Verona

«Incidente molto raro Cortocircu­ito possibile»

Ballio, esperto del Politecnic­o: «Forse un guasto dell’alternator­e In quel pozzo operazioni difficili»

- di Alessio D’Urso

Un incidente raro, rarissimo. Eppure è successo. A valutare le possibili cause della tragedia della centrale idroelettr­ica sul lago di Suviana è Francesco Ballio, professore di Ingegneria Civile e Ambientale al Politecnic­o di Milano.

3 Professore, come funziona questo tipo di impianto?

«Si tratta di un impianto idroelettr­ico degli Anni 70 che prende acqua da un lago, situato ad un livello più alto: diminuendo la quota, l’acqua aumenta la sua pressione, che viene poi trasformat­a in una forza motrice all’interno di una turbina. La turbina funziona come una pala eolica o una pala da mulino: è l’acqua a spingere. È una macchina molto antica e semplice, intrinseca­mente sicura, perché non può esplodere, in quanto non ci passa dentro un combustibi­le, non c’è niente di caldo».

3 Che cosa può essere esploso?

«Il principale “indagato” è l’alternator­e, che è come la dinamo di una bicicletta ma enormement­e più grande. Sono due stadi successivi. L’acqua cede la sua forza alla turbina; attraverso un albero che gira, la forza passa all’alternator­e, che la trasforma in energia elettrica. Nell’alternator­e potrebbe essersi creato un corto circuito: le elevate intensità di corrente che pa s sa no p o s s o no ge ne ra re un’esplosione. Potrebbe essere coinvolto anche un altro componente elettrico. La causa del corto circuito potrebbe essere stata la stessa acqua».

3 Che difficoltà di intervento ci possono essere per gli operai in un impianto del genere?

«In generale, non ce ne sono. Non si tratta di un impianto così complesso. Credo che la configuraz­ione del luogo abbia potuto rendere le cose difficili. Questa è una centrale scavata nella montagna, che funziona tra due laghi, costruita “a pozzo”, una specie di “miniera” di fatto: nel sottosuolo i problemi possono esserci, parliamo di nu

merosi piani sotto il livello del lago. I vigili hanno dichiarato che non possono lavorarci dentro fin quando non capiranno da dove viene l’acqua finita dentro».

3È plausibile che l’acqua origini dalla rottura dei tubi di raffreddam­ento dell’impianto?

«Che l’acqua possa essere all’origine dell’esplosione può anche essere, ma che sia penetrata ora mi sembra strano perché nel frattempo le tubature sono state chiuse. I vigili si augurano che si tratti di acqua provenient­e dallo svuotament­o delle condotte che collegano i due laghi. Il vero timore è che l’acqua possa arrivare dal lago da un’apertura non controllab­ile, dove non è possibile intervenir­e».

3 Ci sono precedenti di incidenti di questo tipo in Italia?

«A memoria non esiste un incidente in Italia in passato. Si tratta di un evento molto raro. Forse ce ne è stato uno in Russia nel 2009, ma per cause in realtà legate al crollo di un edificio in cui la centrale era ospitata».

3 Qual è la prima cosa a cui ha pensato, appresa la notizia?

«Pensando alla costruzion­e a “pozzo” dell’impianto, la notizia mi ha dato l’ansia dell’incidente in “miniera”. Ho provato stupore».

Queste intensità di corrente possono generare un’esplosione

Il timore è che l’acqua che ha allagato i piani arrivi dal lago

Francesco Ballio Professore al Politecnic­o di Milano

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AP L’intervento I vigili del fuoco sul luogo dell’esplosione: ieri erano un centinaio gli uomini impegnati a Suviana

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