La Gazzetta dello Sport - Verona
Tarantino rinuncia a “The Movie Critic”
«Fermare Putin» Il G7 accelera sulla contraerea per l’Ucraina
Quentin Tarantino ( nella foto) ci ha ripensato: il regista Usa non girerà The Movie Critic, che avrebbe dovuto essere il suo decimo ed ultimo film. Dietro la decisione ci sarebbe solo una scelta creativa. Nel cast era previsto Brad Pitt: The Movie Critic sarebbe stato ambientato nel 1977 in California. hanno contribuito alla messa a punto dei droni usati nell’attacco. Le restrizioni colpiranno quindi i leader e le entità collegate al Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, il Ministero della Difesa iraniano e il programma missilistico e di droni del governo iraniano. Gli Usa, peraltro, hanno anche anticipato il loro “no” nel voto per l’ammissione a pieno titolo della Palestina alle Nazioni Unite, dopo la proposta di risoluzione del Consiglio di sicurezza.
4Alle sanzioni anti-Iran ha aderito la Gran Bretagna. E anche la Ue parla di potenziare paletti già fissati nel 2023.
Londra intende colpire i soggetti e le entità indicate come coinvolte nella produzione di droni: strumento che la Repubblica Islamica ha usato nell’azione contro Israele e che fornisce alla Russia, per la guerra in Ucraina. Proprio il doppio ruolo iraniano in Ucraina e in Medioriente è stato valutato durante il G7 in corso a Capri, secondo una strategia che punta a isolare il regime, contenendo Israele per non infiammare ulteriormente l’area. Il gioco di equilibri è delicatissimo: Tel Aviv sarebbe disposta a non attaccare l’Iran, in cambio di un via libera Usa per l’ingresso a Rafah.
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Ma la notizia è stata smentita da Washington. Rafah ospiterebbe ancora un milione e mezzo di rifugiati e Israele avrebbe già acquistato 30 mila delle 40 mila tende previste per ospitare i civili, perché considera entrare in questo centro un passo decisivo per debellare Hamas.
5Israele resta impegnato anche sul fronte libanese.
Dove ieri aerei da combattimento hanno colpito una cellula di Hezbollah. «Usando bombe al fosforo», denunciano dal Libano. Ma è la già citata Rafah al centro dell’attenzione. Almeno dieci membri di una famiglia sono rimasti uccisi in un raid: tra le vittime, cinque bambini. L’attacco dovrebbe essere il preludio proprio all’offensiva di terra osteggiata dagli Usa, per il rischio di un notevole numero di vittime civili. Perché i civili restano le pedine più deboli: un 13enne palestinese sarebbe morto durante un lancio di aiuti alimentari dal cielo, dopo che era riuscito a salvarsi a novembre, quando la sua casa venne distrutta. 4’31’’ La riunione dei ministri degli Esteri del G7, a Capri, è entrata nel vivo affrontando il tema della contraerea all’Ucraina, impegnata sempre più duramente nel conflitto con la Russia. Per Kiev, i missili americani Patriot e i sistemi Samp/T franco-italiani «sono la priorità numero uno, gli unici capaci di intercettare i missili balistici e assicurare una vera svolta», ha fatto sapere il ministro Dmytro Kuleba ai capi delle diplomazie. Si chiede, in sostanza, che gli alleati agiscano come hanno fatto con Israele, quando Francia, Usa e Gran Bretagna, nello scorso fine settimana, hanno intercettato i missili iraniani. E la comunità internazionale sembra pronta a soddisfare queste richieste (lo ammettono l’alto rappresentante Ue Josep Borrell e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg), anche per inviare un messaggio forte e compatto ai russi: «Se Putin vincerà la guerra, non parteciperà mai a negoziati di pace. Invece c’è bisogno di una pace giusta che si leghi a doppio filo con la ricostruzione del Paese», ha sottolineato Antonio Tajani, alla guida del vertice.
E si lavora di nuovo sugli asset congelati della Russia: potrebbero essere usati a sostegno di Kiev.
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