La Gazzetta dello Sport - Verona
«Tutto per il Parma»
L’allenatore al terzo salto «Leggerezza, entusiasmo e la rabbia dell’anno scorso: resto»
LO SPECIALISTA IN PROMOZIONI «QUI SI FA CALCIO COME PIACE A ME»
Sensazioni pazzesche, che bello la festa dei tifosi che ci hanno accolto in città tra cori e bandiere
Delle mie tre promozioni è stata la più difficile, il livello di questa Serie B è altissimo
LA FESTA
Ipoeti insegnano che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Quelli di Fabio Pecchia, oggi, raccontano una storia di felicità infinita, ma anche di fatica, di tensione e di stanchezza. Dopo quelle con il Verona e con la Cremonese, l’allenatore ha conquistato la terza promozione in Serie A alla guida del Parma. Difficile riuscire a immaginare le emozioni che, dalla sera di mercoledì, quando ha avuto la certezza del traguardo raggiunto, gli si agitano in corpo e gli rallegrano lo spirito.
3 Dormito?
«Non troppo. E come si fa a dormire dopo aver vissuto un insieme di sensazioni pazzesche? Il pareggio a Bari, gli abbracci negli spogliatoi, il ritorno a Parma, la festa dei tifosi che ci hanno aspettato sotto la pioggia e ci hanno accolto in Piazza Garibaldi tra cori e bandiere. Bellissimo».
3 Mercoledì notte è stata una vera e propria festa di popolo.
«Ci saranno state tremila persone: uomini, donne, giovani, anziani, bambini. Tutta Parma ci ha voluto ringraziare per il risultato ottenuto. E noi ringraziamo la nostra gente per averci sempre sostenuto. In A non ci si arriva soltanto con le qualità tecniche, ma anche con la solidità del club, con la saggezza dei dirigenti, con lo spirito di sacrificio di tutti i collaboratori e, non ultimo, con la spinta del pubblico. Un successo collettivo, partecipato».
3 Togliamoci subito il dente: resta a Parma?
«Assolutamente sì. Mai avuto dubbi, mai pensato di andare via. Qui si può fare calcio come piace a me».
3 Delle tre promozioni conquistate, questa che cosa ha di diverso rispetto alle altre?
«È stata la più difficile, anche se magari non sembra così perché siamo stati in testa dall’inizio del campionato. Ma vi assicuro che il livello di questa Serie B è altissimo».
3E adesso?
«Guai a staccare il piede dall’acceleratore: l’ho già detto ai ragazzi. Ci sono ancora due partita, al Tardini contro la Cremonese e il derby in trasferta contro la Reggiana. Noi vogliamo il primo posto in classifica, perché ce lo meritiamo. Per ottenerlo dovremo spendere ancora parecchie energie, ma so di avere una squadra forte e con grandi valori morali».
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3 Il momento più delicato della stagione?
«Il finale, direi. Perché tutti parlavano di promozione e il traguardo, per quanto vicino, non lo tagliavamo mai. Dopo la sconfitta contro il Catanzaro abbiamo patito un po’ dal punto di vista psicologico. Ma poi ci siamo rimessi subito in carreggiata. Alla fine mi sento di dire che abbiamo fatto dieci mesi di alto livello. Il segreto di questa marcia trionfale? Non c’è: semplicemente siamo stati capaci di diventare una squadra. Credo che molte energie ci siano venute dalla delusione patita l’anno scorso dopo la sconfitta nella semifinale dei playoff contro il Cagliari. Abbiamo saputo trasformare la rabbia in determinazione».