La Gazzetta dello Sport - Verona

Parola di Moser

« POGACAR E MERCKX DIVERSI NEL FISICO IDENTICI NELLA VOGLIA DI DOMINARE»

- di Alessandra Giardini

Suggestion­e Pogacar come Pantani? No, lui calcola, Marco era più istintivo

Tadej punta una gara e raramente la sbaglia. Come faceva il francese

Pogacar sorride, Merckx era più sanguigno. Oggi sono tutti amici

In questo Giro la maglia rosa deve avere paura degli imprevisti

Francesco Moser 72 anni

Vincitore del Giro 1984

Lo Sceriffo confronta Tadej ed Eddy (suo rivale): «Lo sloveno in corsa somiglia a Hinault, ma come il belga ha tutto sotto controllo»

Sono passati 40 anni dal suo trionfo al Giro d’Italia, in un’Arena di Verona infuocata. Francesco Moser ha assistito alla vittoria di Tadej Pogacar a Oropa. Poche ore prima aveva pedalato sulla salita che lo sloveno ha voluto come sfondo per la sua prima rosa.

3 Moser, ha rivisto Pantani?

«No, sono diversi. Pantani era più istintivo, Pogacar calcola di più. Però per un attimo tutti abbiamo pensato a Marco quando lo sloveno ha avuto quell’ incidente meccanico. Solo una suggestion­e, certo. Per Pogacar è stato più facile, quando ha forato non c’era ancora la bagarre, la caduta non sembra aver lasciato segni, però Tadej doveva fermarsi prima, invece ha frenato egli è scivolatav­i ala ruota».

3 Chissà dove sarebbe senza quell’intoppo...

«Ha fatto quello che ha voluto, si è girato un paio di volte, mi ha dato l’impression­e di gestire per non prendere troppo vantaggio. Poteva mettere più rapporto, invece è andato regolare, senza mai forzare. Si è accontenta­to di prendere la maglia. Peccato per Tiberi: anche lui ha forato, ma nel momento critico, quando Pogacar e la sua squadra erano già davanti, andavano a tutta. E nel tentativo di rientrare è andato fuorigiri».

3 Come quelli che provano il passo di Pogacar.

«Guarda O’Connor, sembrava che potesse stargli dietro e invece si è bruciato».

3 Merckx ha detto che può vincere Giro e Tour.

«Altri non ce ne sono. È difficile, perché devi passare indenne 42 tappe, ma lui lo può fare. Soprattutt­o quest’anno che Vingegaard non sappiamo come stia, e forse neanche gli conviene correre il Tour».

3A proposito di Merckx, rivede qualcosa in lui?

«Sono completame­nte diversi come fisico. E non solo: Merckx era uno che voleva esserci dappertutt­o, te lo trovavi lì anche nelle volate di gruppo, Pogacar ragiona un po’ di più, quando non è proprio la sua tappa riesce anche a stare calmo. È più come Hinault: non le fa tutte, ma quando punta una corsa non la sbaglia. Pure con la Roubaix».

3 Uno così si può battere?

«Se lo attaccano tutti senza dargli una mano, se rimane da solo, allora può essere vulnerabil­e. Altrimenti fa quello che vuole. L’unico problema poteva essere lo sterrato, ma alla Strade Bianche abbiamo visto cos’ha combinato. Certo, il Giro è ancora lungo, anche se ha già preso una certa fisionomia».

3 Torniamo a Merckx: diversi fisicament­e, e come carattere?

«Pogacar è sempre sorridente, a vederlo sembra leggero, come se non gli desse fastidio niente. Merckx non era così, era più sanguigno, più cattivo anche: un po’ di cattiveria ci vuole per vincere, non ti può fare pena uno che soffre. Non puoi avere riguardi».

3 Oggi i corridori sembrano tutti amici.

«Sì, me ne sono accorto. È cambiato un po’ anche il modo di seguire le corse da parte del pubblico, si giocava molto sulle rivalità. Oggi non è così. Con uno come

Pogacar diventa difficile trovare i rivali».

3È il più forte di tutti?

«Indiscutib­ilmente».

3 Più forte anche di Merckx?

«Era un ciclismo diverso, ma se vuoi vincere devi correre così, come Merckx, controllar­e la corsa ogni momento, non perdere di vista nessuno. Quando vinsi in volata al Tour, ad Angoulême, lui era lì, arrivò 4°. Era davanti, sempre all’attacco».

3 Le ha mai perdonato la maglia gialla di Charleroi?

«Ha dovuto accettarla».

3 Come si comportava Merckx con i suoi rivali?

«Cercava di demolirli. Se ti vedeva in difficoltà attaccava».

3 Anche Moser faceva così?

«Si capisce. Quando ero davanti non gestivo, non facevo come ha fatto Pogacar a Oropa. Io il Giro lo vinsi al Blockhaus quando vidi Fignon in crisi e andai all’attacco. Cercai di guadagnare tutto quello che potevo, arrivai a fare la volata per l’abbuono ma mi batté Argentin. Però il vantaggio che presi fu fondamenta­le».

3 Pogacar dovrebbe guadagnare tutto quello che può?

«Più che degli avversari deve avere paura degli imprevisti. Può capitare pure a lui un giorno nero».

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Eddy Merckx con il trofeo del Giro d’Italia e a sinistra Tadej Pogacar, che brinda alla prima maglia rosa dopo l’impresa a Oropa
BETTINI Super campioni Eddy Merckx con il trofeo del Giro d’Italia e a sinistra Tadej Pogacar, che brinda alla prima maglia rosa dopo l’impresa a Oropa
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 ?? ?? Scacco al Cannibale Francesco Moser (a sin.) in maglia gialla ed Eddy Merckx al Tour 1975: il trentino lo battè nella crono iniziale a Charleroi...
Scacco al Cannibale Francesco Moser (a sin.) in maglia gialla ed Eddy Merckx al Tour 1975: il trentino lo battè nella crono iniziale a Charleroi...

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