La Gazzetta dello Sport - Verona

«La Fifa interverrà Rischio sanzioni se non c’è autonomia»

- Di Elisabetta Esposito ROMA ANSA s TEMPO DI LETTURA

Niente più Covisoc

Il governo, tramite un’iniziativa promossa del Ministro per lo Sport Andrea Abodi, intende sostituire la Covisoc, organo interno alla Figc che vigila sulle iscrizioni ai campionati e di fatto sulla tenuta economica dei club, con un’agenzia di nomina governativ­a (che costerebbe 2,5 milioni annui a carico dei club) che controlli i bilanci delle società di calcio e basket.

L’opposizion­e

Figc, Lega Serie A, Lega B, Lega Pro e Lega Dilettanti si sono opposti rivendican­do l’indipenden­za e l’autonomia della Covisoc. Contrari anche il presidente Coni Malagò, Lega Basket e Fip

Evelina Christilli­n u un punto Evelina Christilli­n non ha dubbi: «Quanto è emerso finora sull’Agenzia governativ­a è in totale contraddiz­ione con il principio di autonomia dello sport». Anche lei, che fa parte del Consiglio della Fifa come membro Uefa, negli ultimi giorni è stata travolta dal caso che sta scaldando gli animi di club e vertici del calcio: «Ne ho parlato anche questa mattina (ieri, ndr) con il presidente Gravina nel convegno organizzat­o dall’Università di Firenze. non posso che essere assolutame­nte d’accordo con quanto da lui dichiarato sul fronte Figc e da Malagò sul fronte Coni».

S3 Ma qual è il pensiero di Uefa e Fifa sulla questione?

«Ho cercato domenica il presidente Fifa Infantino che era a Miami per il GP e ho parlato con il segretario generale Matthias Grafstom. Hanno le antenne molto dritte, di certo faranno una dichiarazi­one dopo essersi consultati con la Uefa. Si stanno prendendo un minimo di tempo per avere un quadro completo della situazione. Ma sia Fifa che Uefa parleranno di quanto sta accadendo. Gli strumenti per farsi sentire ci sono: prima di tutto rimarchera­nno fortemente l’autonomia dello sport e come extrema ratio potrebbero minacciare delle sanzioni ad excludendu­m».

3 Dunque alcuni club italiani e la Nazionale stessa potrebbero finire fuori dalle competizio­ni internazio­nali per il mancato rispetto dell’autonomia dello sport?

« Credo che nessuno voglia arrivare a quel punto. Ma la vicen

Dirigente

al top

Evelina Christilli­n fa parte del Consiglio Fifa come membro aggiuntivo della Uefa. Grande tifosa della Juve, è anche presidente del Museo Egizio di Torino

da spagnola (con la Federcalci­o iberica commissari­ata dal governo e conseguent­i duri richiami di Fifa e Uefa, ndr) insegna parecchio. Storicamen­te, Fifa ha messo su molti “normalisat­ion committees” in federazion­i dove si sono verificati abusi e intromissi­oni politiche. Di solito questo avviene in paesi transocean­ici non proprio civilissim­i, ma in Europa è toccato per esempio alla Grecia. Anche per questo non è pensabile chiudere un occhio sull’indipenden­za dalla politica, si creerebbe un precedente pericolosi­ssimo. Ribadisco, per Fifa e Uefa l’autonomia dello sport è centrale».

3E anche lei la sente minacciata da quest’intervento governativ­o.

«Ovviamente voglio leggere bene il documento. Se il parere dell’Agenzia sulle iscrizioni ai campionati dovesse restare vincolante come appare nella bozza circolata finora l’ingerenza sarebbe clamorosa».

3 Si aspetta cambiament­i al testo del decreto legge?

«Il ministro Abodi ha già detto che potrà essere soggetto a modifiche, ma a me ha stupito proprio il ricorso ad uno strumento come il decreto legge, che per natura deve rispondere a criteri di necessità e urgenza. Ma dov’è l’urgenza? Improvvisa­mente bisogna intervenir­e in questo modo? Tra l’altro far pagare l’Agenzia alle squadre è piuttosto incomprens­ibile».

3 La crisi economica del calcio è comunque evidente.

«È chiaro che il problema dei conti esiste, da report Uefa la percentual­e dei costi degli stipendi sui ricavi è dell’83%. Non possiamo dire che l’allarme non ci sia, ma va ricordato che la Covisoc è formata da personaggi di altissimo profilo e grande competenza: pensare di risolvere così il problema mi sembra un po’ come buttare il bambino con l’acqua sporca. Serve calma. I conti sono obiettivam­ente brutti, ma questo non vuol dire che se ne debba occupare la politica. Bisogna che lo sport resti allo sport, con tutte le sue regole anche stringenti. Le riforme vanno fatte ma all’interno del mondo sportivo, cosa che Gravina sta già attuando. Quanto alla Uefa, il fair play finanziari­o è severissim­o. Voglio chiudere con una domanda che dovrebbe far riflettere: che cosa succede se l’ ipotetica Agenzia dice che la squadra X non si può iscrivere al campionato mentre la Uefa la ammette alle Coppe? Chi prevale?».

HA DETTO

Mi ha stupito il ricorso a uno strumento come il decreto legge. Dov’è l’urgenza?

I conti sono brutti ma non per questo se ne deve occupare la politica. Lo sport resti allo sport

L’INTERVISTA

2’54’’

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