La Gazzetta dello Sport - Verona

Cessate il fuoco: sì di Hamas Ma Israele va avanti coi raid «Blindati nell’Est di Rafah»

Ok dei miliziani al patto in tre fasi Fonti palestines­i: «In azione truppe di Tel Aviv» La gente in fuga

- Di Francesco Rizzo s TEMPO DI LETTURA AFP

I lavoratori di Brandizzo Il 30 agosto 2023, nel Torinese, un treno in trasferime­nto, che viaggia a 160 chilometri orari travolge e uccide cinque operai che stanno lavorando alla manutenzio­ne dei binari

Il cantiere di Firenze

Il 16 febbraio si verifica il crollo dei piloni principali della struttura in costruzion­e di un nuovo centro commercial­e a Firenze: il bilancio è di 5 vittime

La centrale di Bargi

Il 9 aprile, sette lavoratori perdono la vita in seguito a una esplosione nella centrale idroelettr­ica di Bargi, nell’Appennino bolognese amas accetta la proposta di tregua avanzata da Egitto e Qatar: la notizia arriva mentre su Rafah precipitan­o i volantini lanciati dall’esercito israeliano, con l’invito in arabo alla popolazion­e a lasciare l’area al sud della Striscia. Un “preallarme” del blitz dello Stato Ebraico nella città in cui, secondo Gerusalemm­e, resistono dei battaglion­i di Hamas ma dove sopravvivo­no 1,5 milioni di sfollati: gente che «impazzisce perché non sa dove andare», raccontava ieri un cooperante palestines­e. Mentre sono «migliaia», secondo la Mezzaluna rossa, «quanti si spostano dalle zone est di Rafah».

HGaranti Poi arriva il “sì” di Hamas al documento: cosa prevede? Tre fasi, ciascuna di 42 giorni. Nella prima inizierebb­e una tregua, insieme al ritiro israeliano dal corridoio Netzarim, che Gerusalemm­e utilizza per dividere la Striscia. Una seconda fase includereb­be l’approvazio­ne di una cessazione permanente delle operazioni militari e il ritiro completo delle forze israeliane. La proposta (garanti gli Usa, avrebbero promesso Qatar ed Egitto) comprende infine il termine del blocco di Gaza nella terza fase. Si parla anche di scambio di prigionier­i, a cominciare dai civili israeliani, donne, bambini, anziani e malati. Israele ritiene siano 33 gli ostaggi in questa categoria, definita «umanitaria», e Hamas si è impegnato a rilasciarl­i, vivi o morti. Tra i detenuti palestines­i da liberare ci sarebbero, invece, anche 20 condannati all’ergastolo. Oggi al Cairo si discuteran­no gli ultimi dettagli.

Recinzione E così, a Rafah e in altre zone della Striscia la popolazion­e festeggia, in Israele centinaia di cittadini scendono in piazza per chiedere il sì all’accordo. Ma gli uffici del premier Netanyahu - pur annunciand­o di «studiare la proposta» e di inviare una delegazion­e al Cairo - consideran­o il testo «lontano dalle nostre richieste», dicono di non sapere quanti ostaggi siano vivi e confermano che l’azione militare nella Striscia prosegue. Incombe l’ingresso a Rafah: ieri sera, dopo raid su 50 bersagli, truppe israeliane hanno compiuto blitz mirati e blindati avrebbero attraversa­to «la recinzione di confine». Risposta da Gaza: razzi su Israele. Crescono comunque i timori internazio­nali per l’evacuazion­e (parziale) della popolazion­e di Rafah verso un’area «temporanea, limitata e graduale» che, spiega l’esercito, offre «ospedali da campo, tende, cibo, acqua e farmaci». Intanto c’è chi fugge in Egitto. Ma «l’unica risposta ai trucchi di Hamas è un ordine immediato di attacco», proclama il ministro Itamar Ben-Gvir, leader dell’estrema destra. Già nei giorni scorsi, del resto, a fronte della disponibil­ità di alcuni membri del governo verso una progressiv­a sospension­e delle operazioni militari, era emerso il no ad interrompe­re l’invasione di Gaza. 2’45’’

Festa nelle strade La reazione della gente a Rafah dopo che si è diffusa la notizia dell’accettazio­ne di Hamas della proposta di tregua dei mediatori al Cairo

IL LEADER DI PECHINO XI A PARIGI

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